Nuovi scontri tra dimostranti e forze dell’ordine sono scoppiati in mattinata nelle vie adiacenti piazza Tahrir, nel cuore del Cairo, per poi estendersi alle estremità di quest’ultima, sulla cui spianata centinaia di manifestanti avevano trascorso la notte in tende di fortuna, rifiutando di allontanarsi dopo l’oceanica protesta di ieri contro il neo-presidente dell’Egitto, l’islamista Mohamed Morsi, e il decreto con cui di recente si è attribuito poteri quasi illimitati.
Per cercare di reprimere i disordini, giunti ormai al nono giorno consecutivo, la polizia in assetto anti-sommossa è intervenuta in massa, sparando gas lacrimogeni in mezzo alla folla. La televisione di Stato ha peraltro mostrato immagini di dimostranti che raccoglievano da terra le capsule irritanti e le rilanciavano indietro, in direzione degli agenti.
Negli scontri di ieri nella capitale, che si sono replicati pressocché in tutte le 27 province del Paese, si sono registrati almeno un morto e più di cento feriti, di cui come minimo 21 nella stessa Cairo.
Secondo fonti del ministero della Sanità egiziano, nell’arco di una settimana sono state complessivamente tre le persone che hanno perso la vita.
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