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Cariche contro chi contesta. Anche a Torino

Sarà perché sono torinesi e non sopportano di essere fischiati in casa (un po’ come la Juventus e i rigori), ma Fornero e Profumo hanno fatto rispondere ai fischi con dure cariche.

Mentre teneva un discorso alla Conferenza sulla scuola con i soliti toni pedagogici – «In questo Paese c’è poco spirito costruttivo, ma anzichè lamentarsi e protestare bisogna lavorare insieme. Forse ne avremmo tutti qualche beneficio» – fuori le forze dell’ordine affrontavano a muso duro una nutrita delegazione di quei giovani che la “riforma” del mercato del lavoro asserisce di voler aiutare.

Un indicatore del fatto che questo governo ha già esaurito gli argomenti viene dal numero di volte che in una sola frase il ministro è riuscita a pronunciare la parola “pazienza”. «Dobbiamo fare tutti un esercizio di umiltà e recuperare pazienza, valori e priorità. In questi giorni si parla molto di crescita, tutti lamentano l’assenza di crescita nel nostro Paese. Tutti sono impazienti, ma la crescita è un grande esercizio di pazienza». Quindi «per avere crescita ci vogliono investimenti che richiedono risparmio e quindi rinvio dei consumi, cioè un esercizio di pazienza. Non hai tutto subito, pensi al domani». «L’altro esercizio di pazienza è la formazione di capitale umano. Si deve accumulare sapere, professionalità. Se vogliamo riprendere la via dello sviluppo questo esercizio di pazienza è quello che dobbiamo recuperare anche a dispetto dei tempi brevi del governo tecnico». Sembra stia intuendo che il paese reale, appena rappresentato dai suoi contestatori odierni, stia perdendo per l’appunto la pazienza.

Alcune decine di manifestanti – tra Cobas, Usb e studenti – hanno manifestato, gridando «Vergogna, vergogna». Sarebbe volato anche qualche pericolosissimo uovo.

Ma lei, imperterrita, ha continuato a spargere consigli di vita: «Spesso nelle famiglie farsi una casa è considerata una priorità rispetto a dare un adeguato capitale umano ai figli». Addirittura dei genitori sciagurati «in molti casi spingono i figli a trovarsi un lavoro per contribuire all’acquisto della casa». Forse se ci fosse una edilizia popolare all’altezza del bisogno tante persone non penserebbero nemmeno ad acquistare una casa (in Germania e in Francia le case popolari rappresentano oltre il 40% del mercato, in Italia soltanto il 2%), visto che qui il costo di un affitto è spesso superiore a quello di un mutuo.

Anche il presidente della Regio, il leghista Roberto Cota, ha voluto far vedere di essere un uomo di “coltura”, discettando sulle vere cause – secondo lui – della mancanza di investimenti e assunzioni da parte degli imprenditori: «Le aziende chiudono non perchè gli imprenditori siano degli incapaci o perchè non hanno norme per assumere, ma perchè non riescono a essere competitive. C’è una tassazione troppo alta».

A latere, ha dediso di farsi sentire pure il sindacato di polizia. «Oggi i poliziotti torinesi si sono presi pietre e uova (esagerati!, ndr) per difendere la signora Fornero. Dovrebbe essere sufficiente questo per far capire al ministro che non può continuare a tirare la corda anche con gli operatori delle forze dell’ordine, soprattutto in materia pensionistica». Parola di Massimo Montebove, consigliere nazionale del Sap. «Diventa difficile per un poliziotto o un carabiniere che non arriva a fine mese e che sa che andrà in quiescenza a 65 anni e con pensioni da fame, come vorrebbe la Fornero, continuare a lavorare e operare con la necessaria serenità». Come se l’ansia manganellatoria che ormai possiede le “forze dell’ordine” dipendesse dalle preoccupazioni pensionistiche (legittime, naturalmente) e non da precisi ordini arrivati dall’alto.

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