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Napoli. Presenze inquietanti su Bagnoli Futura

Inorridiamo di fronte alla ennesima  svendita di un patrimonio pubblico ai privati. Questo agire ancora una volta sottrae alla cittadinanza territori che saranno utili solo all’ottenimento del massimo profitto, con speculazioni e devastazioni. Si sta procedendo all’esproprio del diritto di partecipazione alle scelte democratiche ed a qualsiasi forma di controolo della trasparenza , dopo aver devastato la salute e le condizioni di vita dell’area di Bagnoli.

Infatti è  la stessa composizione del PTA che ci preoccupa non poco.

Ma quali sono le aziende che compongono assetto societario del POLO TECNOLOGICO DELL’AMBIENTE?

Di sicuro l’ENTEI SPA  DETIENE IL 30% DELLE QUOTE SOCIETARIE.

L’ENTEI SPA con sede a Pozzuoli in via Antiniana 115 è una azienda che nasce dalle ceneri di un’altra ben più nota alle cronache cittadine ed alla magistratura,  l’IBI spa della famiglia D’Amico colpita da interdittiva antimafia nell’ottobre del 2010 e sotto inchiesta per la discarica di Chiaiano per ipotesi di reati che vanno dalla associazione a delinquere, alla devastazione ambiente alla truffa ai danni dello stato. ANCHE L’ENTEI SPA che risiede nella stessa sede in cui operava ed aveva sede legale la IBI spa (via Antiniana 115) ed ha come amministratore unico il geom. Dario Spigno, già procuratore della IBI spa, nonchè compagno di vita della AU di IBI spa, Daniela d’Amico (che fa anche parte del CDA DELL’ENTEI SPA) è stata colpita da provvedimenti AMMINISTRATIVI (prefetture di Agrigento e Sassari) per il pericolo di infiltrazioni mafiose.

E già, perche il sospetto della magistratura è quello che le due aziende siano la stessa cosa…troppe coincidaenze lo farebbero pensare. A partire dalla stessa sede operativa in Pozzuoli alla via Antiniana 115, dalle date di costituzione della nuova società, dalla presenza della D’amico Daniela nel CDA ed infine  anche dlla composizione della stessa SPA che annovera tra i suoi soci ex dipendenti IBI ceduti alla neonata ENTEI. 

Ma nonostante gli atti formali di due prefetture, che hanno determinato l’estromissione dell’ENTEI da aziende strategiche della gestione della cosa pubblica (Girgenti acque e Caltaisetta Acque , per intenderci le acque di ben due provincie siciliane) solo a Napoli nessuno sembra accorgersi di tale, come dire, problematica, che investe azienda ENTEI.

Solo grazie alle indagini del consigliere di Napoli è Tua, Pietro Rinaldi, sono stati revocati alcuni appalti e affidamenti passati dalla gestione IBI a quella ENTEI. 

Ma questi signori, a dispetto delle immaginifiche virtù della rivoluzione arancione, sembrano essere dappertutto.

Ma soprattutto sono laddove la cosa pubblica viene svenduta,  devastata ed offerta selvaggiamente al mercato.

* Rete dei Comunisti – Napoli

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1 Commento


  • antonio

    sarebbe almeno il caso che la magistratura approfondisca e che gli Enti Locali aspettino gli esiti

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