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Marò. Una questione di verità e di giustizia

Venerdì 8 giugno, durante lo svolgimento del presidio della USB contro la “riforma del mercato del lavoro” Monti/Fornero nella piazza antistante il Comune di Pisa , alcuni militanti hanno issato uno striscione che recitava “Giustizia per i pescatori indiani uccisi dai marò” . 

I pali di sostegno dello striscione erano particolarmente lunghi, per permettere il massimo avvicinamento a quello esposto sul balcone principale dell’edificio comunale, che chiede “Verità e giustizia per i marò”. 

Un atto simbolico particolarmente significativo, in una città nella quale il sentimento di repulsa contro le attività militariste delle Istituzioni locali sta montando ogni giorno di più.

Bambini portati nelle caserme durante l’orario di scuola, sostegno “militante” del Sindaco Filippeschi allo sviluppo dell’Hub militare,  attiva collaborazione per il potenziamento della base statunitense di camp Darby. Un crescendo di esternazioni, striscioni, dichiarazioni e atti concreti che rappresentano la cifra dell’esposizione guerrafondaia del potere locale, espressione diretta di una strategia di ben più ampio respiro, che vede l’Italia e l’Europa proiettate verso nuove aggressioni militari in Medio Oriente ( non a caso al fianco di quello pro marò campeggia sul balcone comunale un altro striscione molto ambiguo sulla Siria ) e il rilancio di una nuova “cortina di ferro” contro la Russia, attraverso il cosiddetto “scudo di difesa antimissilistico” ribadito nel recente summit della NATO a Chicago.

Ci auguriamo che lo striscione di sostegno ai due marò, esposto per rendere operativa una decisione che ha accomunato, intorno a una mozione del PdL, tutte le forze politiche presenti durante la seduta del Consiglio lo scorso 15 marzo – SEL, PD, IdV, Lista Civica per Pisa, UDC -, rappresenti la famosa “goccia che fa traboccare il vaso”, permettendo la ripresa a Pisa di un movimento antimilitarista e per la pace, in grado di contrastare queste pericolosissime spinte belliciste. 

Il lancio di un appello / petizione cittadino che chiede la rimozione del vergognoso striscione dalla facciata del palazzo comunale può essere uno strumento utile per riannodare le fila della mobilitazione no war sui nostri territori. 

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