Dopo il rinvio a giudizio l’altro ieri di 45 attivisti per le manifestazioni dell’estate del 2011 in Val di Susa, ieri il Gup di Torino Loretta Bianco ha deciso di processare – dal prossimo 11 gennaio – altri 24 No Tav accusati di resistenza e violenza a pubblico ufficiale. I fatti contestati agli imputati risalgono al 17 febbraio del 2010, quando un folto gruppo di manifestanti tentò di impedire a una trivella di effettuare un sondaggio in frazione Col di Mosso a Susa. Successivamente, a Chianocco (Torino), i manifestanti bloccarono l’autostrada A32 Torino-Bardonecchia, in direzione Torino, impedendo il passaggio ad alcuni mezzi delle forze dell’ordine e le due statali 24 e 25. In seguito i manifestanti tentarono di bloccare l’uscita dei camion di distribuzione del quotidiano “La Stampa” con un picchetto davanti alla tipografia del quotidiano. Tra gli episodi contestati ad alcuni imputati anche la ”rapina” di un’agenda a un poliziotto durante gli scontri.
Nonostante la repressione il movimento No Tav però non si ferma, anzi. Ieri circa 300 persone si sono ritrovate a Susa, nel pomeriggio, di fronte alla sede di Martina e Italcoge, due tra le aziende valsusine che lavorano per il cosiddetto cantiere Tav di Chiomonte. I manifestanti hanno allestito un presidio temporaneo di fronte ai cancelli e alcuni attivisti, tra cui Alberto Perino e Maurizio Piccione, hanno letto, con l’ausilio di un impianto di amplificazione audio, stralci di un dossier realizzato su tutte le aziende collegate al cantiere della Maddalena. L’Italcoge, in particolare, hanno denunciato i manifestanti, é stata dichiarata fallita dal tribunale di Torino ed è attualmente sottoposta a un procedimento fallimentare.
Il presidio è andato avanti circa un paio d’ore all’insegna dello slogan “C’è lavoro e lavoro”, denunciando che le due ditte sono impegnate nelle opere di recinzione e disboscamento della val Clarea. “Queste ditte non sono normali appaltatori e creatori di lavoro ma scatole cinesi e lavatrici di denaro sporco. Coinvolte nelle varie inchieste sulle infiltrazioni mafiose al nord oggi diventano parte integrante del sistema politico-mafioso tav Torino Lione. Per questi motivi davanti ai cancelli oggi i no tav hanno voluto portare il loro messaggio, spiegando di che lavoro si tratta quando si parla di cantieri tav, cantieri che distruggono i territori, impoveriscono con fatturazioni false e gonfiate le casse dello stato e attraverso la corruzione dei vari dirigenti e imprenditori mantengono viva quella casta di politici di cui ogni giorno sentiamo nauseati narrare le gesta in tv” scrive il sito NoTav.info.
Per stasera gli attivisti hanno organizzato una nuova passeggiata notturna intorno al non-cantiere della Maddalena.
Intanto il pasdaran dell’alta velocità, il parlamentare del PD Stefano Esposito, continua a chiedere mano dura e repressione contro il movimento che si oppone alla Torino Lione. ”Basta con la tolleranza nei confronti del movimento No Tav, ormai ridotto a una conventicola minoritaria i cui membri sono teppisti, anarco-insurrezionalisti o nostalgici degli anni ’70” ha blaterato ieri il dirigente del partito di Bersani, infastidito per l’iniziativa realizzata davanti ai cancelli delle due ditte di Susa.
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