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Chiomonte: i No Tav tagliano le reti

La passeggiata per i boschi di Chiomonte, prevista per la serata di ieri, è stata più movimentata del previsto. A migliaia sono arrivati da tutta la Val Susa, ma anche da Torino e da altre regioni, per manifestare contro la Torino Lione e la devastazione del territorio. Oggi i quotidiani e gli esponenti politici mettono in risalto, usando toni apocalittici, il ‘ferimento’ del capo della Digos di Torino, Giuseppe Petronzi, colpito da una bomba carta e ricoverato in ospedale per accertamenti. In realtà, per fortuna, niente di particolarmente grave: il petardo lo ha colpito alle gambe bruciacchiandogli i pantaloni. Anche un agente della Polizia stradale sarebbe rimasto contuso.
In realtà la notizia è che decine di metri di reti attorno al fortino di Chiomonte sono stati tagliati, anche se con vari comunicati i responsabili delle ditte e degli apparati militari si sono affrettati ieri a negarlo.
Scrivono stamattina i No Tav sui loro siti: “Ci risulta che centinaia di metri di filo spinato siano stai tagliati. Nella parte bassa del cantiere sul lato del clarea siano state tagliate le recinzioni per alcune decine di metri nella loro totalità aprendo un enorme varco. Ci risulta inoltre che le barriere new jersey famose per la loro solidità siano state finalemente abbattute aprendo a circa dieci metri dalla baita clarea un varco di almeno 8 metri. Ci risulta inoltre che il muro di recinzione, (rinforzo fatto applicare nello scorso autunno ai punti più a rischio secondo i dirigenti della questura torinese) sia stato abbattuto a colpi di mazza per almeno una ventina di metri. Ed ancora molte torri faro abbattute, fonte di un inutile spreco e di inquinamento luminoso in una bellissima valle che sembra si stia trasformando in una base lunare. Ci risulta invece che dall’altro lato della recinzione si tenda a minimizzare gli obiettivi raggiunti dal movimento per dare peso ad una versione per cui durante la serata di sabato 21 luglio si sarebbe sviluppato in val Clarea un mero scontro tra bande, da un lato i “teppisti” no tav e dall’altro le forze di polizia. Tutta l’attenzione poi viene catturata da un altro fatto, un dirigente digos di Torino che viene colpito da un petardo e cade a terra stordito. Decine di no tav sono stati colpiti dai candelotti e sono stati curati dal servizio medico no tav. Pensiamo invece che qui si debba guardare ai fatti, alla grande e coraggiosa opera di migliaia di no tav che durante due interminabili ore si sono adoperati per cercare di smontare più parti possibile di quell’apparato di distruzione che ormai tutti conosciamo”. 

L’ennesimo ‘attacco’ alle reti, con grosse cesoie per tagliare le recinzioni, era iniziato intorno alle 22. I protagonisti in particolare sono stati gli attivisti che da giorni animano il vicino campeggio No Tav di Gravella. Ma in tantissimi sono arrivati apposta per la nuova giornata di lotta. Molti con le facce coperte; in una settimana sono stati ben 79 gli attivisti rimandati a giudizio dal tribunale di Torino per aver partecipato alle manifestazioni degli ultimi due anni, e in molti pensano quindi che non sia il caso di rendere troppo facile il lavoro alle ‘forze di occupazione’ che militarizzano la valle.
Man mano che gli attivisti hanno cominciato ad avvicinarsi al fortino e alle reti da varie direzioni è scattato il solito massiccio lancio di gas lacrimogeno – quello considerato un’arma da guerra e teoricamente proibito dalle convenzioni internazionali – contro i manifestanti. I candelotti hanno anche provocato dei principi d’incendio, e la circolazione sulla Torino Bardonecchia è stata anche interrotta per alcuni minuti a causa del fumo (anche se la versione ufficiale parla di manto stradale invaso dalle pietre).

Una parte dei manifestanti, a loro volta, hanno cominciato a lanciare sassi, petardi, bottiglie e oggetti vari contro i cordoni di polizia. Si sono rivisti anche gli idranti, con l’acqua sparata a pressione contro gli attivisti per tentare di disperderli. Le scaramucce sono andate avanti per parecchio, con fughe e nuovi avvicinamenti, un tira e molla ormai abituale da quelle parti. Poco dopo la mezzanotte buona parte dei manifestanti sono tornati al campeggio, ma un folto gruppo ha deciso di continuare a presidiare alcune zone davanti alle reti.

A strillare contro lo ‘squadrismo rosso’ ci ha pensato stavolta Cicchitto, e forse colto da invidia il Parlamentare del PD Stefano Esposito ha detto che le “aggressioni dei No Tav non sono più tollerabili”. 

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2 Commenti


  • marco

    caro guido
    chi divide il movimento tra violenti e non, tra quelli a volto coperto e non, è lui un coglione , se permetti.
    che non ha capito che questo è lo strumento ideologico dell’avversario;che accanto all’opera di convincimento dell’opinione pubblica, è necessario anche-per vincere- dimostrare che la tav non si può fare, e non si può fare perchè i rapporti di forza sul territorio non lo consentono.
    i comitati della valle non dividono chi lotta a mani nude da chi lo fa in altro modo, ed anzi la reciproca collaborazione tra valligiani e antagonisti si è già manifestata molte volte.
    pensaci


  • Malpensante

    Coglionaggine sinistra: eccone un esempio.
    “anche dal fronte No Tav di Sel, la consigliera regionale piemontese Monica Cerutti, esponente della segreteria nazionale del partito di Vendola, ha sottolineato che “la violenza danneggia chi dissente pacificamente dall’opera””

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