Nuovo e significativo episodio di contestazione nei confronti del premier Mario Monti dopo i fischi riservati nei giorni scorsi in varie parti d’Italia al suo ministro dell’Istruzione Profumo e a vari dirigenti del PD (che, assai più del PDL, si fregia di essere ‘montiano’).
Ieri sera gli studenti e le studentesse del “collettivo auto–organizzato” di diverse facoltà dell’Università di Roma Tre hanno deciso di occupare la Facoltà di Lettere e Filosofia di Via Ostiense proprio per protestare contro la partecipazione del Presidente del Consiglio Mario Monti e del Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ad una conferenza organizzata l’indomani nell’ateneo nell’ambito del “XXVI Convegno della Società Italiana di Scienza Politica”, alla sua prima giornata di apertura con la Sessione Plenaria “Ripensare la politica per governare l’economia”.
Una occupazione innanzitutto per contestare le selettive modalità di accesso e i contenuti del convegno, a partire da una esosa tassa di iscrizione che dimostra quale sia la idea di ‘democrazia’ e ‘partecipazione’ degli organizzatori. Gli studenti hanno invece affermato che “l’università deve essere un luogo libero e partecipato e non un luogo chiuso, come l’accesso del convegno che è a pagamento”, per il quale si pagherebbero da “un minimo di 20 euro, per giungere ad 80 euro per accedere ai ‘lavori’. Nella concezione del rettore e dei suoi ospiti”, continuano in un volantino consegnato all’entrata della Facoltà “l’Università è un luogo dove gli spazi pubblici di partecipazione possono essere sottoposti, come oggi, ad eclatanti restrizioni, in coerenza col disegno dell’Università che loro vorrebbero: esclusiva, classista, dei pochi ‘meritevoli’, cioè coloro i quali potranno permettersela”.
Una mobilitazione soprattutto contro le politiche di tagli decise dal governo Monti e ispirate dalle istituzioni economiche e politiche dell’Unione Europea. In particolare contro l’ennesimo aumento delle tasse universitarie e la diminuzione dei servizi corrispondenti, in nome di un’austerità che ricade esclusivamente sulle fasce più deboli e che taglia fuori dall’istruzione superiore un numero sempre più alto di giovani provenienti dalle classi meno abbienti che dovrebbero secondo i ‘tecnici’ indebitarsi con prestiti d’onore e quant’altro.
Per gli studenti la mobilitazione serve a “smascherare questo governo ripulito e le sue politiche di svendita dei diritti, per dire che ha senso contestare chi si sta appropriando sempre più velocemente degli spazi di libertà e vivibilità attraverso tagli e tasse, utilizzando neologismi, come la “spendig review”, escogitati in modo bi-partisan solo per dare un nuovo profilo alle solite logiche di aumento dei livelli di sfruttamento e di sacrificio dei diritti sociali”.
Questa mattina i collettivi hanno bloccato una delle scalinate di accesso all’aula magna dell’Università, dove a breve doveva iniziare il convegno organizzato dalla Società Italiana di Scienza politica. Nonostante dopo l’inizio dell’occupazione simbolica l’ateneo romano sia stato a sua volta invaso da un alto numero di agenti dei diversi corpi di polizia, alla fine il premier Monti ha deciso di disertare la conferenza, intervenendo in video. Non ha voluto rischiare una contestazione e una brutta figura, ed è rimasto a casa.
Una vittoria simbolica per gli studenti che si dicono soddisfatti del risultato raggiunto.
“Siamo felici – urlano al megafono gli studenti ai piedi della scalinata – di aver impedito a Monti, primo ministro che nessuno ha eletto e che non ci rappresenta perché rappresenta i poteri forti, di venire qui”.
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