Ribadito ancora il rifiuto di confronto sui dati della Torino-Lione e le bugie sullo stato di realizzazione dell’opera. Un atteggiamento di cui, con Renzi, dovrà prendersi tutte le responsabilità. La risposta di Pro Natura Piemonte.
Con la sua risposta alle richieste dei sindaci (audizione dei tecnici, ripresa della discussione senza escludere l’opzione Zero) espresse e argomentate nella lettera del 4 Febbraio, il ministro evidenzia ancora una volta che il “dialogo” sempre sbandierato è un inganno e una menzogna. Il dialogo si fa se si accetta di mettere sul tavolo le carte di ogni parte e di discuterle con i dati concreti sott’occhio. Non è dialogo se la parte forte ha già deciso a priori ma una presa in giro. Delrio, chiudendo ancora una volta, come tutti i precedenti ministri e governi, la porta al confronto sui dati dimostra l’arroganza del potere e la pochezza dei suoi argomenti, anzi delle sue “opinioni” perchè tali sono i suoi argomenti. Teme l’analisi dei dati perchè a lui non importano: l’opera si ha da fare e basta. Bisogna pur finanziare il sistema di potere che il nuovo Partito della Nazione eredita dalle rovine del Pd per sopperire alle leggi pur edulcorate, e mal digerite, che limitano il finanziamento pubblico ai partiti. Dalle coop rosse e dalle Opere di Comunione e Liberazione, nuovo alleato di un partito che è solo più un gestore di soldi e potere, arriveranno contributi indiretti dagli appalti delle Grandi Opere, per sopravvivere e mantenersi a galla. I valsusini l’hanno sempre detto: la Torino-Lione è il bancomat dei partiti. Per questo sono sempre stati sempre tutti d’accordo a passare sopra la Val Susa e lasciare la loro scia di devastazione.
Tra Tav, elettrodotto e infrastrutture di ogni genere in progetto, trapela sempre più evidente il disegno di costringere la desertificazione coatta della Valle, l’espulsione dei cittadini, per aver campo libero di devastare e inquinare la terra.
I sindaci avevano proposto un tavolo dove “non si dovranno esaminare temi riguardanti compensazioni e tracciati, ma prima di qualsivoglia discussione si deve avviare un’operazione ‘verità’ sulle effettive necessità del trasporto, sull’attualità del progetto e sulla sua sostenibilità economica”.
Ma il ministro non ci sta a discutere, non vuole il confronto sull’opera, perché secondo lui “non è possibile mettere in discussione le scelte già maturate” e “al fine di chiarire che non esistono “operazioni verità”, ma solo opinioni, il Commissario Foietta si è reso disponibile ad organizzare un incontro con Amministratori/Esperti dell’Unione Montana Valle di Susa, per ascoltare le Vostre “opinioni” e rappresentare gli elementi alla base delle “decisioni” Europee e del Governo.” In altre parole, se volete, Foietta vi ascolta, ma tanto abbiamo già deciso.
Nelle frasi e nelle virgolette del ministro, c’è in più il disprezzo verso i cittadini tutti, perchè che siano trivelle, che sia Muos, che siano tunnel o cementificazioni, l’atteggiamento è e sarà lo stesso: “C’è stata una decisione politica” – cosi il Commissario Foietta ai consiglieri regionali Cinque Stelle – e questo è quanto, che vi piaccia o meno. In quelle virgolette che racchiudono le “opinioni” degli esperti e degli amministratori e le “decisioni” del governo sta tutta l’arroganza e l’indisponibilità a scendere su un confronto tecnico che si basi sui dati e non sulle visioni fantastiche che hanno finora propinato come verità, con l’aiuto dei media asserviti al profitto dei propri editori, imprenditori e/o politici. Non hanno argomenti, non hanno più slogan da inventare, solo la logica del Marchese del Grillo: “Io sono io e voi non siete un c….!”. Per non parlare di democrazia: 23 sindaci di Valle non contano.
Delrio non è il primo ministro dei trasporti che propaganda l’irreversibilità dell’opera, da Lunardi a Di Pietro a Matteoli a Lupi passando da Passera, l’abbiamo sentita ripetere un po’ da tutti, ma mai uno che sia stato in grado di giustificarla o motivarla.
Ora Pro Natura risponde per le rime ( http://torino.pro-natura.it/index.php?c=dettaglio-notizia&id=221) ma la parola passerà inevitabilmente al confronto sul terreno. Si attende intanto anche la risposta dei sindaci e chissà che ora anche i più titubanti e i più pavidi si convincano della natura della controparte. I valsusini sanno da tempo di cosa c’è bisogno: anche questo ministro con il suo governo deve andarsene. (F.S. 29.2.2016)
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