Se un articolo così è arrivato a scriverlo Repubblica, il giornale più oltranzista nel sostegno governativo, si vede che la scena, a Monza, dev’essere stata davvero forte. Tanto da gettare un’ombra da basso impero sul “governo tecnico”.
La storia fa il paio con il video in cui la signora ministro prende appunti sulla richiesta di Maurizio Sacconi di “aiutare i maestri di sci” come lui stesso e Franco Frattini, ex ministro degli esteri. Di cui vi offriamo il video (nella sezione apposita) e la sbobinatura.
Sacconi alla Fornero: ”Mi aiuta con i maestri di sci?”
L’ex ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, non ha mai risparmiato critiche a colei che gli è succeduta nel governo Monti. Ma ieri, prima di un dibattito alla festa dei giovani del Pdl, fra i due scorreva grande cordialità. Testimone il moderatore Enrico Mentana. Sacconi ha manifestato comprensione alla stanca Fornero (“Che fatica… Le vacanze son state abbastanza poche, uno torna e c’è questa concitazione”, si lamentava lei). Poi le ha “segnalato”, consegnandole pure un appunto, la questione dei maestri di sci: categoria cui lui stesso appartiene (“come Frattini!”), e che è in apprensione per le nuove norme sulle “false partite Iva” contenute proprio nella riforma Fornero. Allarme chissà perché non troppo condiviso dall’opinione pubblica e che pure secondo Sacconi è infondato, visto che i maestri di sci hanno addirittura “un albo professionale”. La Fornero ha convenuto.
Ultim’ora: soltanto dopo cinque giorni, e dopo gli articoli sulla stampa, il ministro Fornero ha trovato necessario presentare le proprie scuse al Comitato organizzatore del Gran Premio. In una nota tuttavia, il ministro riconosce ai militari che le fanno da scorta un comportamento che è stato sempre “ineccepibile”- Scusa a metà, dunque, false come ogni dichiarazione pubblica di questo governo.
E ora quel che è accaduto sulla pista di Monza, con le parole di Repubblica.
Il punto di non ritorno è una pistola che spunta dalla fondina della guardia del corpo del ministro Elsa Fornero per intimorire l’addetto alla sicurezza dell’autodromo di Monza e permettere al codazzo al seguito dei politici di accedere alla griglia di partenza.
“Quando ieri dall’Inghilterra mi hanno chiamato gli uomini di Bernie Ecclestone per lamentarsi dell’accaduto, ho provato un senso profondo di umiliazione”, si sfoga il direttore del circuito, Enrico Ferrari. Che poi annuncia: “Non possiamo andare avanti così, ogni anno è sempre peggio. Ma la pistola è troppo. Per il futuro saremo costretti ad adottare il numero chiuso per i politici in griglia”.L’ultima vergogna del made in Italy va in scena domenica scorsa, pochi minuti prima dell’inizio del Gp. Quando gli ospiti della Fia (Federazione internazionale dell’automobilismo) si intruppano verso la griglia di partenza per la passeggiata di rito tra macchine pronte a scattare, meccanici intenti agli ultimi ritocchi, ragazze ombrello, fotografi e giornalisti di settore. Un momento topico, per il circus: molto glamour, sì, ma anche molta adrenalina e soprattutto nervi tesi. Per questo tutto deve funzionare alla perfezione, in quegli istanti. Per questo i pass per entrare sono pochissimi. Per dire: il governatore del Texas (il terzo uomo più potente d’America) non ha potuto portare con sé i due addetti alla sua sicurezza (si erano messi d’accordo il giorno prima con la security della pista per seguire a distanza il loro uomo). Lo stesso avrebbe dovuto accadere per gli accompagnatori (un gruppone che i testimoni quantificano in dieci-quindici persone) del ministro Elsa Fornero e del sottosegretario Staffan De Mistura. E invece no. Invece le cose sono andate molto diversamente.
Stando a quanto contestato al direttore del circuito, due signori (descritti come addetti alla sicurezza) hanno provato a forzare il blocco con parole pesanti e spintoni. E di fronte alla gentile ma ferma opposizione degli uomini di Ecclestone, hanno mostrato la pistola, ottenendo così, immediatamente il via libera, del quale ha approfittato, lesto, l’intero gruppone.
“Né la Fornero né De Mistura si sarebbero accorti di nulla – raccontano i testimoni alla scena (scovati o “interpretati da Repubblica?, ndr) – perché erano già avanti”. “È stata la cosa più imbarazzante della mia vita” racconta un addetto del circuito trovando perfetta sintonia con le parole d’ira pronunciate ieri da Enrico Ferrari.
“Ogni anno è sempre peggio. Nel 2010 sono stato minacciato io stesso, per un motivo identico. Sono scene da paese incivile. La Formula 1 fa il giro del mondo, e queste cose capitano solo in Italia”.La responsabilità di quanto accaduto, spiega Ferrari, è del circuito. “Perché il contratto è con noi. Ma io che ci posso fare se sono le forze dell’ordine le prime a non seguire le regole? Mi sono stufato di sentire le lamentele degli organizzatori e della Federazione”.
Successe lo stesso l’anno scorso, racconta Ferrari. “Identico. E ci fu pure un fuori programma. Per un “capriccetto” stavamo per fare una figura incredibile con il mondo intero. Il governo aveva incaricato il ministro Crimi di premiare il primo arrivato con la targa del “150° della Repubblica”. Quando il ministro Romani ha saputo che avrebbe dovuto consegnare il secondo premio e non il primo, si è rifiutato di andare sul podio. E per poco non saltava la premiazione”.
Il fenomeno da debellare resta comunque quello dei “vip abusivi” in griglia: “Non ne posso più di tutta questa arroganza. Dal prossimo gran premio chiederò di limitare il numero di pass. È l’unica possibilità per evitarci questa umiliazione annuale”.
Dall’Inghilterra non infieriscono: “Sono episodi spiacevoli. Non vogliamo commentare pubblicamente”, dicono gli uomini di Ecclestone con quella britannica eleganza che in certi casi suona come un insulto.
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