Aridatece Kossiga! Come “custode della Costituzione” aveva certamente fatto meno danni…
Va bene che si tratta di un decreto “presidenziale”, ma non si era mai visto che il testo governativo venisse riscritto in maniera così pesante dal titolare del Quirinale.
Fermo restando l’intento originario del governo – garantire a Riva la continuazione senza intralci dell’attività produttiva, in cambio della “promessa” di mettere a norma i suoi impianti di Taranto – la riscrittura quirinalizia introduce diverse “novità” di assoluto rilievo e di grandissima negatività.
Il primo luogo, generalizza la possibilità di dichiarare “zona di interesse strategico nazionale” qualsiasi azienda inquinante con più di 200 dipendenti. Quello che era apparso a tutti come un decreto “ad aziendam” diventa ora un’autorizzazione “ad inquinamentum” per un’intera categoria di imprese. La “necessità di garantire occupazione e produzione” (la retorica ha il suo ruolo: viene citata per prima l’occupazione, nel tentativo estremo di presentare come “progressista” la norma) viene dichiarata “prevalente” su quella alla salute pubblica. E’ una pietra tombale su qualsiasi interesse contrasti quello aziendale.
La seconda novità è il limite di 36 mesi (tre anni) entro cui l’azienda deve adeguarsi alle disposizioni in materia ambientale prescritte dall’Autorizzazione integrata ambientale; in questo modo il decreto cerca di non incorrere subito in sanzioni europee. La multa prevista per l’azienda in caso di mancato rispetto di queste indicazioni può arrivare al 10% del fatturato. Una cifra relativamente alta, probabilmente “mortale” per qualsiasi azienda; appare dunque allo stesso tempo terribile e ridicola perché di fatto inapplicabile. Altra cosa sarebbe l’esproprio e la nazionalizzazione – da ora, non fra tre anni.
Resta e si rafforza, ovviamente, la sottrazione dell’azienda al controllo di legalità posto in essere dalla magistratura “anche quando l’autorità giudiziaria abbia adottato provvedimenti di sequestro sui beni”. Che è il punto più esplicitamente “pro Riva” di tutto il provvedimento.
Sparisce infine la figura del “garante”, indicata inizialmente nel testo governativo. L’avevamo criticata perché generica e priva di poteri effettivi (“a costo zero” per lo Stato, quindi priva di strumenti operativi e di indagine). Ma qui è definitivamente cancellata! Resta solo il ministro dell’ambiente (la neolingua di Orwell è sempre al lavoro, ormai…), “incaricato” di riferire in Parlamento ogni sei mesi. Avete presente quelle sedute “dovute” che si svolgono alla presenza di quattro o cinque deputati che dormono? Ecco, a questo viene ridotto il controllo sul rispetto delle normative (già abbondantemente taroccate) in materia ambientale e di salute della popolazione.
Il testo del decreto, appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
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DECRETO-LEGGE 3 dicembre 2012, n. 207
Disposizioni urgenti a tutela della salute, dell’ambiente e dei livelli di occupazione, in caso di crisi di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale. (12G0234) (GU n. 282 del 3-12-2012 )
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 41, 43, 77 e 87 della Costituzione;
Visto il decreto-legge 7 agosto 2012, n. 129, convertito dalla legge 4 ottobre 2012, n. 171, e il Protocollo d’Intesa del 26 luglio 2012 per interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto sottoscritto a Roma;
Visto il decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare in data 26 ottobre 2012, prot. DVA/DEC/2012/0000547, di cui alla comunicazione pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 252 del 27 ottobre 2012, con il quale si è provveduto al riesame dell’autorizzazione integrata ambientale n. DVA/DEC/2011/450 del 4 agosto 2011, rilasciata alla Società ILVA S.p.A. per l’esercizio dello stabilimento siderurgico ubicato nei comuni di Taranto e di Statte, disponendo, ai fini della più rigorosa protezione della salute e dell’ambiente, l’applicazione in anticipo della decisione di esecuzione n. 2012/135/UE della Commissione, del 28 febbraio 2012, che stabilisce le conclusioni sulle migliori tecniche disponibili (BAT) da impiegare per la produzione di ferro e acciaio ai sensi della direttiva 2010/75/UE;
Considerato che l’autorizzazione integrata ambientale e il Piano operativo assicurano l’immediata esecuzione di misure finalizzate alla tutela della salute ed alla protezione ambientale e prevedono graduali ulteriori interventi sulla base di un ordine di priorità finalizzato al risanamento progressivo degli impianti;
Ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di emanare disposizioni per assicurare che, in presenza di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale, qualora vi sia una assoluta necessità di salvaguardia dell’occupazione e della produzione, il Ministro dell’ambiente possa autorizzare mediante autorizzazione integrata ambientale la prosecuzione dell’attività produttiva di uno o più stabilimenti per un periodo di tempo determinato non superiore a 36 mesi e a condizione che vengano adempiute le prescrizioni contenute nella medesima autorizzazione, secondo le procedure e i termini ivi indicati, al fine di assicurare la più adeguata tutela dell’ambiente e della salute secondo le migliori tecniche disponibili;
Ritenuta altresì la straordinaria necessità e urgenza di emanare disposizioni per assicurare la piena attuazione delle prescrizioni della sopracitata autorizzazione, volte alla immediata rimozione delle condizioni di criticità esistenti che possono incidere sulla salute, conseguendo il sostanziale abbattimento delle emissioni inquinanti;
Considerato che la continuità del funzionamento produttivo dello stabilimento siderurgico Ilva S.p.A. costituisce una priorità strategica di interesse nazionale, in considerazione dei prevalenti profili di protezione dell’ambiente e della salute, di ordine pubblico, di salvaguardia dei livelli occupazionali;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 30 novembre 2012;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico;
Emana
il seguente decreto-legge:
Art. 1 Efficacia dell’autorizzazione integrata ambientale in caso di crisi di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale
1. In caso di stabilimento di interesse strategico nazionale, individuato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, quando presso di esso sono occupati un numero di lavoratori subordinati, compresi quelli ammessi al trattamento di integrazione dei guadagni, non inferiore a duecento da almeno un anno, qualora vi sia una assoluta necessità di salvaguardia dell’occupazione e della produzione, il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare può autorizzare, in sede di riesame dell’autorizzazione integrata ambientale, la prosecuzione dell’attività produttiva per un periodo di tempo determinato non superiore a 36 mesi ed a condizione che vengano adempiute le prescrizioni contenute nel provvedimento di riesame della medesima autorizzazione, secondo le procedure ed i termini ivi indicati, al fine di assicurare la più adeguata tutela dell’ambiente e della salute secondo le migliori tecniche disponibili.
2. Nei casi di cui al comma 1, le misure volte ad assicurare la prosecuzione dell’attività produttiva sono esclusivamente e ad ogni effetto quelle contenute nel provvedimento di autorizzazione integrata ambientale, nonchè le prescrizioni contenute nel provvedimento di riesame. E’ fatta comunque salva l’applicazione degli articoli 29-octies, comma 4, e 29-nonies e 29-decies del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, e successive modificazioni.
3. Fermo restando quanto previsto dagli articoli 29-decies e 29-quattuordecies del decreto legislativo n. 152 del 2006 e dalle altre disposizioni di carattere sanzionatorio penali e amministrative contenute nelle normative di settore, la mancata osservanza delle prescrizioni contenute nel provvedimento di cui al comma 1 è punita con sanzione amministrativa pecuniaria fino al 10 per cento del fatturato della società risultante dall’ultimo bilancio approvato. La sanzione è irrogata, ai sensi dell’articolo 16 della legge 24 novembre 1981, n. 689, dal prefetto competente per territorio.
4. Le disposizioni di cui al comma 1 trovano applicazione anche quando l’autorità giudiziaria abbia adottato provvedimenti di sequestro sui beni dell’impresa titolare dello stabilimento. In tale caso i provvedimenti di sequestro non impediscono, nel corso del periodo di tempo indicato nell’autorizzazione, l’esercizio dell’attività d’impresa a norma del comma 1.
5. Il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare riferisce semestralmente al Parlamento circa l’ottemperanza delle prescrizioni dell’autorizzazione integrata ambientale nei casi di cui al presente articolo.
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