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Tormenti camerali. Passano Boldrini e Grasso

Appena 327 voti su 340 teoricamente disponibili. L’applauso rituale ha visto partecipi anche i neoparlamentari del M5S, che però non l’avevano votata per rispettare le indicazioni dei due “capi” che sono fuori del Parlamento (Grillo e Casaleggio). Un gesto “indicativo”, ma senza rischi di cacciata. 
I deputati del Pdl, invece, non hanno applaudito. Sarà un problema governare l’aula in queste condizioni.
Presenti 618; Maggioranza richiesta: 310; Boldrini: 327; Fico:108; Schede bianche: 155; schede nulle: 10; Voti dispersi: 18.

Tutti in piedi ad applaudirre, invece, quando Laura Boldrini – nel discorso di “accettazione” della carica – ha citato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano come “custode rigoroso” dell’unità del Paese. Qualifica su cui ci sembra pù che lecito dissentire.

Nuova standing ovation globale tranne che dei deputati del Pdl quando ha ricordato “chi ha liberato l’Italia dal fascismo”. mafia. Tutti in piedi, però, nel ricordo di Aldo Moro, di cui oggi cade l’anniversario del rapimento. Ci sembra signicificativo, detto sommessamente, che questo insieme informe e dissonante di “onorevoli” si ritrovi unito soltanto nell’ipocrisia.
Naturalmente, Boldrini ha assicurato che . foss’anche solo per dovere istituzionale – “Sarò presidente di tutti, anche di chi non mi ha votato”.

Al Senato, invece, dove non esisteva una maggioranza, sono andati al ballottaggio il candidato del Pd – l’ex capo dell’Antimafia nominato da Berlusconi, Grasso e l’ex presidente di Palazzo Madama nominato sempre da Berlusconi, Renato Schifani. Un vero scontro tra totani. I montiani, innominabili come sempre, hanno scelto di non fare una “scelta civica” e di votare scheda bianca.
Colpo a sorpresa dei grillini, che hanno annunciato “libertà di coscienza”. “Amici: Libertà di voto. senza contrattazioni e senza trucchi. Borsellino ci chiede un gesto di responsabillità e noi non siamo irresponsabili, finchè siamo qui dentro. a voi la scelta”, ha postato sul proprio profilo Facebook il senatore M5S Bartolomeo Pepe, poco dopo l’assemblea dei senatori del suo gruppo.
Non ci vuole un “infiltrato” tra i parlamentari grillini per capire che si sono fieramente divisi tra l’ipotesi di votare scheda bianca – al quarto scrutinio si vota soltanto per scegliere tra i primi due dopo lo spoglio dei voti al terzo – oppure far convergere i voti su uno dei due candidati in campo (rinunciando di fatto a quella “estraneità” dichiarata da Grillo e Casaleggio.
Per la cronaca: “Sentiamo tutto il carico di questa responsabilità. In questo momento metà dei nostri senatori sta piangendo”, confida un parlamentare del Movimento 5 Stelle dopo aver votato. I deputati siciliani del M5S, intanto,  dichiaravano che avrebbero votato Grasso. Se sei un oltranzista legalitario, d’altronde, non è che avevi molta scelta…
E infatti sono arrivati 14 voti dal M5S (137 il totale), che si sono così uffficialmente divisi per la prima volta (ma probabilmente dovremo abituarci), tra chi ha votato scheda bianca, chi ha ripetuto l’appoggio a Orellana (annullando così la scheda) e chi ha scelto Grasso. Solo 117 i voti per Schifani (99 dal Pdl, 17 dalla Lega e uno “in libera uscita”).
Aldo Grasso è dunque la seconda carica dello Stato. Nella memoria si agitano le profetiche parole di Leonardo Sciascia affidate ad un articolo sul Corriere della Sera del 10 gennaio 1987: “I lettori, comunque, prendano atto che nulla vale di più, in Sicilia, per far carriera nella magistratura, del prender parte a processi di stampo mafioso. In quanto poi alla definizione di «magistrato gentiluomo», c’è da restare esterrefatti: si vuol forse adombrare che possa esistere un solo magistrato che non lo sia?”

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La scheda pubblicata da RaiNews24

Chi è
Neo deputata di Sinistra Ecologia e Libertà, la candidata scelta dal centrosinistra per il ruolo di terza carica dello Stato è nata a Macerata il 28 aprile 1961, ha quasi 52 anni quindi, e ha una figlia di 18 anni di nome Anastasia. Per oltre venti anni, si legge nella biografia pubblicata sul suo sito www.lauraboldrini.it, ha lavorato nelle agenzie delle Nazioni Unite, per le quali ha svolto diverse missioni in luoghi di crisi, tra cui Ex-Jugoslavia, Afghanistan, Pakistan, Iraq, Iran, Sudan, Caucaso, Angola e Ruanda. Dal 1998 al 2013 è stata portavoce dell’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati (UNHCR) per l’Europa meridionale, occupandosi dei flussi migratori nel Mediterraneo.

Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali: la Medaglia Ufficiale della Commissione Nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna (1999), il titolo di Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2004), il Premio Consorte del Presidente delle Repubblica (2006), il Premio giornalistico alla carriera Addetto Stampa dell’Anno del Consiglio Nazionale Ordine Giornalisti (2009), il Premio Renato Benedetto Fabrizi dell’ANPI (2011).

Nell’aprile del 2010 ha pubblicato per Rizzoli ‘Tutti Indietro’, volume in cui Boldrini ha raccolto le storie di tanti rifugiati raccolte in prima linea.

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