Finalmente una buona notizia. Il ministro degli esteri Terzi ha dato la dimissioni. Intervenendo alla Camera dove doveva relazionare sulla vicenda dei Marò incriminati in India per l’omicidio di due pescatori ha annunciato che “Non posso piu’ fare parte di questo Governo e annuncio le mie dimissioni” per tre motivi: le riserve espresse sul rientro dei maro’ in India non hanno prodotto alcun effetto, sono solidale in modo completo ai due militari e alle loro famiglie e perche’ “per 40 anni ho ritenuto ne ritengo oggi in maniera ancora piu’ forte che vada salvaguardata l’onorabilita’ del Paese, delle forze armate e della diplomazia italiana”. Cosi’ il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha annunciato e motivato le sue dimissioni dal Governo. “Ho aspettato di farlo qui in Parlamento – ha detto – per esprimere pubblicamente la mia posizione”.
Reazioni di smarrimento e sbigottimento si sono registrate in Aula alla Camera dopo l’annuncio a sorpresa delle dimissioni da parte di Giulio Terzi. Renato Brunetta, capogruppo del Pdl, chiede la sospensione della seduta e invoca la partecipazione del premier Mario Monti.
Proprio su Contropiano avevamo dichiarato da tempo il Ministro Terzi come un ministro pericoloso per se e per gli altri.
Sprizzano soddisfazione gli attivisti No War che da tempo chiedono le dimissioni di Terzi per la sua politica di sostegno alle istanze più guerrafondaie in Siria. I No War lo avevano contestato pubblicamente durante una conferenza stampa lo scorso 28 febbraio a Roma a Villa Madama al blindatissimo incontro con i media di John Kerry segretario di stato statunitense, del Giulio Terzi ministro tecnico uscente italico e del siriano dell’opposizione armata sceicco Kathib, dopo un ennesimo incontro di cosiddetti “Amici della Siria”, in realtà amici dell’opposizione armata e irriducibile. Terzi e Kerry avevano dichiarato di operare per una “soluzione pacifica”, hanno condannato la fornitura di armi dall’estero al regime e al tempo stesso hanno così motivato il sostegno alla Free Syrian Army e al Comando militare supremo della Coalizione: “Per cambiare il rapporto di forze sul terreno” (così si legge nel comunicato di Terzi alla stampa). Dunque, un cambio di regime manu militari alla libica sulla pelle dei siriani: altro che una soluzione negoziale.
Le dimissioni di terzi, un atto tardivo e atteso da chi non intende mai più accettare “guerre umanitarie”.
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