Oltre 300 tra lavoratori, attivisti politici e sindacali hanno discusso per ore attorno ai temi che, partendo dalla sacrosanta solidarietà con l’importante vertenza Irisbus, afferiscono ad importanti snodi e questioni che, di volta in volta, le espressioni del conflitto incrociano e cercano di affrontare nelle loro variegate modalità di lotta e di organizzazione.
L’opposizione ai piani di chiusura e di dismissione delle fabbriche; la necessità di mantenere vive le mobilitazioni, nei posti di lavoro e non solo, contro il ripetersi di accordi/bidone ad opera di Cgil, Cisl e Uil; il tema della Nazionalizzazione di banche ed imprese a partire dall’esperienza in corso a Taranto e il legame tra le lotte operaie e la più generale battaglia contro i devastanti provvedimenti della Trojka e dell’Unione Europea sono state le problematiche al centro della maggioranza degli interventi.
Dopo l’introduzione del Comitato No Debito molti intervenuti hanno socializzato le loro esperienze di mobilitazione (dalla Maflow di Tizzano sul Navigli, alla Fiat di Pomigliano, dalla Richard Ginori di Firenze ai lavoratori delle aziende partecipate di Napoli, dalla Fiat di Melfi a lavoratori della Sanità e del precariato) ma diverse comunicazioni hanno posto il problema di utilizzare al meglio appuntamenti di discussione come questo di Grottaminarda per rilanciare, in avanti, la mobilitazione contro gli inevitabili effetti antisociali che sono in arrivo nelle prossime settimane come conseguenza dello scaricamento del permanere dei fattori di crisi economica sui ceti popolari.
In questa direzione – che prevede, in tempi ancora non definiti, la costruzione, preceduto da una necessaria preparazione articolata e generalizzata sui territori, di un appuntamento nazionale di mobilitazione a Roma, sotto i palazzi del potere, si sono espressi la quasi totalità degli interventi tra cui quelli di Giorgio Cremaschi e di Giulietto Chiesa del Comitato No Debito nazionale.
L’assemblea di Grottaminarda, quindi, ha rappresentato un interessante segnale di riavvio della discussione collettiva dopo la parentesi elettorale e può costituire uno stimolo ad un ulteriore raccordo politico ed organizzativo con lotte e vertenze in corso nel paese per concretizzare quella auspicabile controffensiva sociale di cui tutti avvertiamo la necessità a fronte del peggioramento del complesso delle nostre condizioni di vita e di lavoro.
Le recenti lotte dei lavoratori della logistica, un rinnovato protagonismo degli immigrati su temi riconducibili alla nuova dimensione della crisi urbana e territoriale, alcune esperienze significative di resistenza come quella del San Raffaele di Milano o dell’Ilva di Taranto assieme alla sistematica continuità dell’attività del sindacalismo conflittuale, indipendente e metropolitano possono essere i banchi di prova in cui sperimentare nuovi percorsi di riattivizzazione e di riqualificazione del Comitato No Debito e, soprattutto, di una imprescindibile esigenza di allusione e costruzione di una sorta di movimento politico e sociale contro l’Unione Europea.
Purtroppo – a dimostrazione di una oggettiva difficoltà politica in cui si dibatte ciò che residua della sinistra politica e d’alternativa nel nostro paese – dobbiamo registrare, in coda all’assemblea, una modalità desueta e poco efficace di rappresentare le proprie ragione politiche da parte di alcuni compagni (del PRC e del PCL) i quali hanno contestato agli organizzatori dell’assemblea di aver dato la parola, nel corso del dibattito, ad un senatore del Movimento Cinque Stelle, prima di far intervenire l’insieme delle forze politiche presenti.
C’è da dire che l’esponente della formazione grillina, oltre ad essere fino a qualche settimana fa un noto attivista del movimento contro la devastazione ambientale del territorio campano, è stato invitato dagli operai dell’Irisbus, come sono stati invitati i sindaci del comprensorio territoriale, e che nell’ intervento svolto si è limitato a ribadire la sua disponibilità ad amplificare i contenuti della protesta operaia rendendosi a disposizione per ogni altra eventuale iniziativa che i lavoratori ritengono opportuno organizzare anche nel prossimo periodo.
Evidentemente alcuni compagni, in virtù di una inveterata coazione a ripetere, ritengono di applicare meccanicisticamente, in tutti gli ambiti di discussione e di attività politica, il loro imprinting ideologico confondendo, nei fatti, ruoli e funzioni che assemblee come quelle di Grottaminarda o la stessa attività, nazionale e territoriale, del Comitato No Debito rivestono in questa complicata congiuntura politica.
I compagni della Rete dei Comunisti hanno sostenuto la costruzione dell’appuntamento di Grottaminarda e sono impegnati a non disperdere i contenuti politici e le risorse umane che in queste settimane si sono palesate in maniera attiva e positiva. (http://www.retedeicomunisti.org/it/archivio/notizie/item/4601-riapriamo-le-fabbriche-il-6-aprile-a-grottaminarda).
Anche a tale proposito la prossima Conferenza annuale della Rete dei Comunisti, in calendario a Roma il 21 Aprile, (http://www.retedeicomunisti.org/it/archivio/notizie/item/4603-rivoluzione-%C3%A8-il-senso-del-momento-storico) avrà al centro dei suoi obiettivi la precisazione di una proposta politica che implica la rottura e la fuoriuscita coordinata dall’Unione Europea e dall’Eurozona per i paesi euromediterranei la quale non intende unicamente essere intesa come una possibile riapertura di una prospettiva di cambiamento sociale ma significa anche delineare una alternativa credibile e concreta alla macelleria sociale imposta dalla Troika in Italia e in tutta l’area Pigs.
* Rete dei Comunisti – Napoli
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