E’ stata un’occupazione di massa quella che ieri ha preso di mira la sede torinese dell’azienda impegnata nella realizzazione della contestatissima Torino-Lione. In centocinquanta si sono incaricati di sanzionare la ditta nata ad hoc circa un anno fa per accedere agli appalti e ai finanziamenti per l’alta velocità, nello specifico per quanto riguarda i lavori a Chiomonte.
Mentre alcune decine di attivisti distribuiva volantini ai passanti e spiegava le ragioni della protesta con un megafono davanti al portone principale della palazzina che ospita l’azienda, altri militanti sono saliti al secondo piano e da un balcone hanno esposto uno striscione che recitava “Basta devastazione in Val Susa”, gridando slogan e accendendo alcuni fumogeni colorati. Un altro gruppo di attivisti, secondo la Digos, avrebbe contemporaneamente manomesso alcuni interruttori elettrici, scollegato cavi della rete informatica e versato un non meglio precisato liquido maleodorante su alcune scrivanie all’interno della sede, all’interno della quale erano presenti cinque dipendenti.
La Digos della Questura di Torino, colta di sorpresa dal blitz, ha emesso ieri sera un comunicato in cui afferma che sta indagando per identificare i militanti No Tav che nel pomeriggio hanno fatto irruzione nella sede della Geostudio, casa madre della Geovalsusa srl, minacciando denunce. Immediata la reazione al blitz da parte degli esponenti politici locali (Cota, Morgando, Esposito, Napoli). I rappresentanti di Lega, Pd e Pdl parlano di ‘intimidazione ai lavoratori’, di ‘attacco allo stato’, di ‘intimidazione in stile mafioso’.
Di seguito il dettagliato comunicato diffuso ieri sera dal Movimento No Tav.
“Oggi pomeriggio circa centocinquanta attivisti No Tav della Valsusa e di Torino hanno occupato i locali della Geovalsusa Srl in Corso Trapani 39 a Torino. Se il movimento aveva reso pubblico nei mesi scorsi un dossier nel quale si indagano le ditte e i personaggi che sono implicati nella costruzione dell’Alta velocità (persone note alla cronaca grazie al loro curriculum penale di fallimenti, bancarotte fraudolente, turbative d’asta etc…) oggi, tra questi funamboli spericolati con la gestione del denaro pubblico e altrui, troviamo anche i soci della Geovalsusa Srl. Questa società, nata un mese dopo la chiusura del bando per i lavori alla Maddalena di Chiomonte (24 aprile 2011 data ufficiale di chiusura del bando, società costituita il 20 maggio 2011) fa parte di quella costellazione di nuove società guidate dai soliti faccendieri che hanno visto in Valsusa la possibilità di accaparrarsi un ricco bottino. Non è un caso che tra i soci della Geovalsusa Srl ci sia il noto Accattino Giuseppe, ingegnere che ha fatto per dieci anni il consigliere comunale per la DC , poi si è guadagnato un posto di amministratore presso l’Amiat ed è stato indagato per falso in bilancio della Assot, azienda di Orbassano, perfetto esempio di una pessima gestione della cosa pubblica. La Geovalsusa è entrata nel consorzio Valsusa-Piemonte per l’alta velocità a fine maggio dunque, a un mese dall’inizio dell’occupazione militare della Maddalena di Chiomonte, a seguito dello sgombero violento del presidio No Tav, la libera Repubblica della Maddalena, che da mesi oramai viveva in quelle zone dove oggi sorge il cantiere per l’alta velocità. La contestazione di oggi alla Geovalsusa Srl ha diverse ragioni, una delle quali è quella per cui essa è complice della militarizzazione e della devastazione del territorio che a partire del 27 giugno 2011 continua ed essere imposta alla Val di Susa. Per territorio militarizzato intendiamo la presenza in Valle di centinaia di uomini delle forze dell’ordine, lautamente pagati, a controllare e asfissiare gli abitanti della valle, impedendo l’accesso alle loro terre e la libera circolazione sul territorio. Militarizzazione è la creazione di un sito strategico nazionale laddove è in corso la protesta legittima di una popolazione intera, ma lo è anche la nuova strategia adottata della questura dei “fogli di via”, provvedimenti del prefetto con i quali a numerosi No Tav viene impedito l’accesso alla Val di Susa per motivi di ordine pubblico. Non dorma sonni tranquilli chi pensa che con qualche notifica si possa indebolire un movimento che lotta con coraggio da più di vent’anni! Infatti, se è vero che i militanti No Tav con i fogli di via continuano serenamente a viaggiare in valle, lo è anche il fatto che i centri del potere della lobby Si Tav si trovano quasi tutti nella metropoli torinese… La contestazione di oggi ad una delle ditte impegnate nella costruzione del Tav o meglio, affannate nel tentativo di riempirsi le tasche coi soldi pubblici, è solo la prima di una lunga serie quindi….a prestissimo! ps: l’intelligence della questura Torinese è stata davvero poco “intelligente” oggi, facendosi cogliere completamente di sorpresa. I No Tav raccontano di macchine dei carabinieri caricate di scudi e uomini delle forze dell’ordine che sono arrivati ad iniziativa quasi finita…a sarà dura!”
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