Sono arrivati alle sei di questa mattina gli agenti della Digos con l’ordine di eseguire l’arresto di Lander Fernandez, l’attivista basco di cui la Spagna chiede l’estradizione. Ma all’interno dello stabile di via delle Sette Chiese gli agenti hanno trovato alcuni attivisti ai quali poco dopo se ne sono aggiunti altri, richiamati dal tam tam telefonico e dalla rete. Poco dopo sono arrivati anche alcuni legali che dal giugno del 2012 stanno seguendo il caso del giovane bilbaino di cui Madrid chiede l’estradizione, e anche una parlamentare del Movimento Cinque Stelle.
Per almeno due ore è andata in scena un braccio di ferro con gli agenti per evitare che portassero via Lander, mentre da più parti si stanno operando pressioni sul ministero della giustizia affinché la consegna del basco alla polizia spagnola attenda l’esito di alcuni ricorsi presentati dopo la sentenza della Cassazione che pochi giorni fa ha dato ragione a Madrid.
La presenza di polizia è una “dimostrazione di forza”. Sei blindati, parecchie decine di agenti, una ventina in borghese, presumibilmente della Digos. Una conquantina invece i compagni e gli amici che hanno provano a impedire che Lander venisse estradato.
Immancabile anche l’ultima menzognetta qeusturina: “non vogliamo estradarlo, soltanto portarlo in questura per notificargli alcuni provvedimenti”. Un falso clamoroso e infantile. Lander è infatti agli arresti domiciliari, e in questi mesi a casa gli sono stati notificati decine di altri “provvedimenti”. Quale può esser mai, dunque, quel pezzo di carta che giustifica il fatto di “trasferirlo” da casa in questura?
Intorno alle nove è arrivatauna telefonata dai massimi responsabili del ministero della giustizia, con l’impegno a considerare una sospensione del provvedimento di consegna a Madrid – già firmato, per stessa ammissione di Via Arenula- in attesa della presentazione di ricorsi a livello amministrativo e internazionale.
Di li la decisione da parte dell’attivista basco e dei suoi avvocati di lasciarsi condurre negli uffici della Questura centrale di Via Genova, di fronte alla quale si è da metà mattinata creato un folto presidio di solidarietà.
Di seguito il comunicato diffuso dal comitato Un caso basco a Roma che per le 12.30 ha annunciato una conferenza stampa davanti alla Questura:
“Questa mattina, un ingente dispiegamento di forze dipolizia, tra cui DAP e anti-terrorismo, si sono presentate presso la residenzadi Lander Fernandez Arrinda per eseguire l’estradizione richiesta dalleautorità giudiziarie spagnole. Un nutrito gruppo di attivisti della rete di solidarietàcontro l’estradizione del giovane basco si è radunato fuori dall’abitazione perimpedire il suo immediato trasferimento. Ha seguito una trattativa tra gliavvocati di Lander Fernandez, alcuni parlamentari intervenuti a monitorare lostato di regolarità dell’operazione di polizia e il gabinetto del Ministero diGiustizia. A seguito della trattativa, il Ministro della Giustizia Severino hagarantito al collegio difensivo di Fernandez la possibilità di presentare neiprossimi giorni il ricorso al TAR al fine di sottoporre a vaglio ulteriore lalegittimità della richiesta spagnola. Il giovane basco è stato dunque tradottopresso la questura centrale di Roma dove resta in attesa di ricevere ulterioriinformazioni circa l’effettiva sospensione dell’estradizione durante il periodonecessario a un regolare ricorso.Convochiamo una conferenza stampa alle ore 12.30 presso viaGenova, dove sono riuniti un centinaio di manifestanti, per informare circa lasituazione e ribadire la nostra ferma richiesta di interruzione del processo diestradizione nei confronti di Lander Fernandez.”
Sul caso si è espresso stamattina anche il senatore del PD Manconi, che ha diffuso la seguente dichiarazione:
Luigi Manconi senatore del Pd: ” Lander Fernandez è un militante politico basco, al quale non è stato imputato alcun reato di sangue. Perseguito da un mandato di cattura di un tribunale spagnolo per danneggiamento (un autobus privo di passeggeri parcheggiato in un luogo isolato) è stato recluso nel carcere romano di Regina Coeli e, successivamente, messo agli arresti domiciliari. L’estradizione era prevista per la giornata di oggi, ma un gruppo di senatori e deputati – Valeria Fedeli, Gennaro Migliore, Federica Daga, Sergio Lo Giudice, Stafania Pezzopane, Rosaria Capacchione, Mario Tronti, Celeste Costantino, Daniela Valentini, Giulia Sarti – ha chiesto il differimento della misura di estradizione. Ciò al fine di consentire a Lander Fernandez di adire alle ulteriori procedure previste dall’ordinamento: il ricorso al Tar e quello alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Il senatore Luigi Manconi, dopo un lungo colloquio col ministro della Giustizia Paola Severino, ha riferito che il ministro segue la vicenda con la “massima attenzione” e ha incaricato i propri uffici di studiare ulteriormente il caso”.
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