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Profumo democristiano a Rimini

Enrico Letta, come tradizione, è andato al Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione. Una tappa estiva obbligata per ministri e potenti che vivono almeno un pò di bagni di folla e di consensi plaudenti. Un tic di entusiasmi e consensi così automatico da aver suscitato, lo scorso anno, qualche interrogativo da parte della rivista cattolica Famiglia Cristiana la quale – giustamente – si chiedeva quale fosse il limite e il senso di queste sistematiche e affettuose accoglienze riservate agli uomini e alle donne di potere nel meeting riminese. In sala ad ascoltare Enrico Letta, c’erano tra gli altri, altri ex democristriani come i ministri Maurizio Lupi (area CL), Mario Mauro e diversi esponenti del panorama politico ed economico, incluso Roberto Formigoni, vecchio padre-padrone del meeting riminese e dei “ragazzi di Don Giussani”, caduto in disgrazia per gli scandali alla Regione Lombardia, quest’anno escluso dagli interventi dal palco ma assolto dall’indulgente popolo ciellino. Un parterre dove i riti e i profumi della Democrazia Cristiana si consumano ancora, incluso nel discorso del Presidente del Consiglio.

Letta ha inviato un messaggio tranquillizzante agli alleati di governo ed ha attaccato quelli che definisce i “professionisti del conflitto”. L’Italia, continua, ”è il paese dei guelfi e ghibellini, del tutti contro tutti” ma, aggiunge, “l’identità solida non ha paura dell’incontro: si è convincenti se si ha una visione credibile se si realizzano le cose, non si è convincenti se il consenso si usa solo per evitare che arrivi il nemico. E’ modo di far politica che non mi appartiene”. Cone è noto i Guelfi erano filopapalini mentre i Ghibellini sostenevano l’Imperatore (tedesco, Ndr). Certo le alleanze del tempo erano molto ma molto variabili e spesso esondavano anche dalle larghe intese della realpolitick.  I guelfi sembrano avere oggi il vento in poppa. Mentre in molti ambiti si cerca di spianare la strada ad altro ex democristiano – Renzi – Enrico Letta continua a tenere la barra di un esecutivo al quale più di qualcuno vorrebbe staccare la spina. Berlusconi sa di essere a fine corsa e nella miglore delle ipotesi cercherà di giocare la sindrome di Sansone. Non solo. Oggi anche l’imperatore è democristiano (la Merkel) quindi i guelfi potrebbero giocare la loro partita egmonica a tutto campo. Un destino da democristiani? Mai dire mai!

 

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