C’è modo e modo di decadere. Ricordiamo Paolo Griseri cronista de il manifesto, che faceva giustamente le pulci alla Fiat come redattore torinese praticamene solitario. Poi è passato a Repubblica. Altro livello, altro stipendio, altre sensibilità da rispettare. Qualche ssassolino contro Marchionne ha continuato a gettarlo, ma sulla Tav Torino-Lione la linea politica della casa (Debenedetti ha la tessera numero uno del POd, ci deve essere un motivo) è chiara: quel tunnel s’ha da fare. Anche se la Francia ormai ci sta seriamente ripensando (per i costi, mica per motivi morali o ambientalistici). E quindi il povero Griseri è ora costretto – o liberamente sceglie di fare – a figure barbine, indegne della sua styoria umana, politica e professionale.
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Venerdì 16 agosto, una magnifica giornata nella splendida Valle Thuras. Una giornata di festa ma, soprattutto, una giornata di memoria. Ogni anno in occasione della festa di San Rocco, a cui è dedicata la piccola cappella delle Grange Thuras, viene celebrato il ricordo dei caduti partigiani del Col Thuras. Nell’agosto del 1944, otto partigiani della Divisione Autonoma Val Chisone di Maggiorino Marcellin, il Comandante Bluter, cadono sotto ai colpi tedeschi sul Colle Thuras mentre sono in missione per la ricerca di cibo. I corpi rimangono insepolti sul Colle fino alla fine della Guerra.
Una splendida giornata per una passeggiata in montagna con la famiglia, considerando anche che l’Associazione Alpini di Cesana per quell’occasione prepara una gustosa grigliata e che i malgari della Val Thuras ne approfittano per unirsi pure loro al gioioso picnic.
Anche il Signor Paolo Griseri di Torino decide di fare una capatina fin lassù con la famiglia, approfittando della bella giornata.
Ma in realtà, il Sig. Griseri non è interessato alla commemorazione di caduti partigiani e, probabilmente, non è neanche interessato alla memoria storica che gli permette oggi di poter esercitare il mestiere di giornalista. Ne approfitta sì per scattare qualche fotografia della splendida Valle ma, in realtà, ciò che lo spinge a salire lassù sono le pressanti richieste della madre che necessita di un passaggio. E’ la madre, infatti, che vuole assolutamente salire fin lassù, in quella giornata del 16 agosto, con una sua carissima amica, sorella di uno dei ragazzi caduti in quel lontano 1944. La madre del Sig. Griseri e la sua amica, la Sig.ra Maggiori, vogliono essere presenti in questa occasione anche perché, nel pomeriggio, i ragazzi del Laboratorio Permanente di Ricerca Teatrale di Salbertrand dell’Associazione ArTeMuDa portano in scena, proprio lì alle Grange Thuras bruciate dai tedeschi e dai fascisti in quell’agosto del 1944, il loro spettacolo sulla Resistenza: Oltre l’eco. Come racconta il regista prima dello spettacolo, Oltre l’eco è andato in scena, per la prima volta, al Col Basset nel 2007 e il video dello spettacolo ha vinto la XII edizione del Valsusa Filmfest nella sezione ANPI Memoria Storica.
Intorno alle 15.30 inizia lo spettacolo, davanti a oltre 200 persone salite lassù per ragioni di memoria. Il Sig. Griseri, forse perché poco interessato allo spettacolo o forse perché con poca memoria, dimentica di spegnere il telefono cellulare (atto di cortesia superfluo nei confronti di chi vuol godersi uno spettacolo in alta montagna). Così, intorno alle 16.00, mentre vanno in scena le nefandezze nazifasciste nella Valle di Susa (solo di allora?), il telefonino del Sig. Griseri suona implacabilmente. Ma certo! Non si può rifiutare la chiamata evitando di disturbare la rappresentazione, soprattutto se la chiamata è importante. “Pronto?”—“Sì, ciao…!” Chissà chi è questo … che chiama e rompe le scatole, in questo momento emozionante, a questo Signore seduto qui nel prato che, per la verità, non appare disturbato e non si accorge neppure di disturbare o, se se ne accorge, non se ne cura affatto? Nessuno di chi gli sta intorno lo conosce (a parte i familiari) o lo riconosce. Il Sig. Griseri parla, con il suo interlocutore telefonico, di qualcuno andato in visita ad un carcere il giorno prima (15 agosto) insieme a dei pericolosi sovversivi. Il Sig. Griseri promette un’intervista a questo qualcuno e concorda con il suo interlocutore sulla necessità di scrivere un articolo appropriato e, all’evidente urgenza richiesta dall’altro capo dell’etere, promette di scrivere a breve un articolo ad oc, ben studiato e con i nomi che gli vengono suggeriti.
Il Sig. Griseri, nella sua poca cortesia e nella sua assenza di memoria, dimentica che la Valle Thuras è una fetta di Terra della Valle di Susa e che in Valle di Susa la Terra è NO TAV. Il Sig. Griseri non si accorge, nonostante diversi foulard, bandane e spillette tra il pubblico con simboli inequivocabili, che la quasi totalità di chi gli sta intorno ama la montagna, ama la Terra ed è NO TAV. Il Sig. Griseri non si accorge che chi è lì vuole vedere uno spettacolo e non ascoltare le sue telefonate che egli, incurante, impone con poco tatto. Finalmente, la comunicazione finisce e ci si può godere lo spettacolo senza il disturbo di quel signore poco accorto ma, due giorno dopo, leggendo alcuni articoli sulle pagine on line di Repubblica, a firma di un certo Paolo Griseri (consultabili ai link: http://www.repubblica.it/cronaca/2013/08/17/news/gianni_vattimo_dico_s_a_sassaiole_e_blocchi_ma_non_sono_un_cattivo_maestro-6490566; http://torino.repubblica.it/cronaca/2013/08/18/news/il_nuovo_frejus_divide_i_no_tav-64927999) e prontamente diffusi sui social network da un certo @stefanoesposito, si accendono le lampadine di chi alle Grange Thuras è stato disturbato da quella telefonata. Quel signore al telefono, dotato di poca sensibilità per le motivazioni altrui, non ha solo il volto di qualcuno che non si cura di poter infastidire il prossimo. Adesso quel signore ha anche un nome: Griseri e, a chi lo ha contro la propria volontà dovuto sentire, appare chiaro quanto sia un giornalista libero e pensante (basta scorrere, negli archivi on line, gli articoli con cui tale signore si prodiga a descrivere imparzialmente le vicende valsusine dell’ultimo quarto di secolo) e non è difficile immaginare chi sia stato ad impartire ordini precisi dall’altra parte del telefono o, quantomeno, immaginare da dove essi originino (soprattutto leggendo i post di noti personaggi su Twitter).
Peccato davvero che il Sig. Griseri sia stato disturbato da quella telefonata su alle Grange Thuras, peccato davvero. Ha perso un’occasione per godersi un bello spettacolo e per vedere ancora una volta di cosa sia fatto il fascismo. Forse, neanche questa volta il Sig. Griseri avrebbe colto quest’occasione per capire che il fascismo non è solo quello del ventennio, ma che si annida in molte pratiche quotidiane, anche giornalistiche. O, forse, il Sig. Griseri lo ha capito, magari prestando la dovuta attenzione ai racconti della madre e della sua amica, ma è occupato al telefono.
da NoTav.eu
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