Da uno stato stragista, che ha sempre depistato le indagini e l’opinione pubblica sulle proprie responsabilità nelle peggiori stragi della storia recente, non ci si poteva aspettare altro.
E infatti il governo Letta ha deciso che lo Stato italiano non si costituisce parte civile al processo per la strage di Viareggio. Lo ha annunciato l’avvocato di Stato, Gianni Cortigiani, che rappresenta la Presidenza del Consiglio dei ministri e i Ministeri dell’Ambiente e degli Interni. Una decisione infame che chiarisce come le “larghe intese”, in questo paese, risalgano a ben prima della costituzione di questo governo svergognato (basti pensare alla “trattativa Stato-mafia, oppure ai risultati nulli della permanenza di Giorgio Napolitano al ministero dell’interno).
L’avvocato ha provato a piegare che fra lo Stato e le assicurazioni di Fs e Gatx (la società proprietaria del convoglio che deragliò) ”c’è una transazione in fase di definizione” per un risarcimento che il legale definisce ”sostanzioso”. La proposta di transazione in questo momento è all’esame dell’Avvocatura Generale, che la prossima settimana si riunirà per valutarla. Dopo servirà il via libera dei ministri e della Corte dei Conti.
Al momento non è stata resa nota la cifra, ma si parla di alcune decine di milioni di euro. Oltre alle circa 100 parti civili che si sono costituite durante l’udienza preliminare stamani hanno fatto richiesta, fra gli altri, le associazioni Codacons e Cittadinanza attiva e il sindacato Cgil.
Durissima e dignitosa, come sempre, la reazione dei familairi delle 32 vittime di quella notte del 29 giugno 2009. ”Lo Stato se ne frega dei 32 morti e se ne frega di avere la verità”. Daniela Rombi, presidente dell’associazione ‘Il mondo che vorrei’, non ha usato mezzi termini nel commentare il fatto che la Presidenza del Consiglio e i ministeri non si siano costituiti parte civile al processo iniziato ieri.
”E’ una brutta cosa – ha aggiunto – Tutti dicono che sono con noi, ma ora basta prenderci in giro’. ‘Il 9 agosto lo Stato ha rinominato Moretti amministratore delegato di Fs. Quella di oggi è una logica conseguenza. Lo hanno nominato di nuovo alla guida del Gruppo nonostante fosse stato rinviato a giudizio. E’ una linea che respingiamo e che non accettiamo”.
Prima dell’inizio dell’udienza, i familiari e la parte migliore della cittadinanza ha dato vita a un corteo che ha sfilato per le strade di Viareggio, fino al Tribunale, esibendo striscioni e foto dei loro cari rimasti uccisi nel disastro. Fra gli striscioni, su quello che apriva il corteo c’era scritto: ”Viareggio, 29 giugno. Niente sarà più come prima” e ”Tagliare sulla sicurezza è stata una scelta, 32 morti una prevedibile conseguenza”. Al corteo hanno partecipato anche rappresentanti di familiari di vittime di altre stragi italiane come quella della Moby Prince. Fra le bandiere anche una con la scritta ”No tunnel Tav Firenze” e quelle in cui si chiede uno ”stop” agli sfratti e ai pignoramenti.
Naturalmente Moretti non si è fatto vedere in aula. Per lui l’unica cosa che conta è avere l’appoggio del governo e restare chiuso nel suo bunker a “progettare” un sistema ferroviario che consenta solo di far profitti, non certo di evitare altre stragi.
“Non ci stupisce la sua assenza – ha detto ancora Daniela Rombi – queste sono udienze tecniche, capiamo bene che per loro non siano importanti. Quando saranno in aula li guarderemo in faccia”. Non un bello spettacolo, certamente…
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