Grillo di cazzate ne spara a raffiche. Quando i sondaggi sul suo movimento e su di lui scemano, allora ne spara una più grossa e l’indice sale. E di certo perlare delle sue cazzate non si fa che il suo gioco. D’altra parte il non parlarne, anche se fra pochi intimi, non fa che avvalorare le sue cazzate, che se non smentite possano anche essere credute vere Visto l’ignoranza imperante e la memoria corta che avvolge il nostro paese. E sopratutto la maggioranza dei suoi adepti. ( E qui potrei portare esempi a iosa dall’ideologo Becchi , agli ex capogruppo di Camera e Senato seguire i messaggi sul blog e i twitter e via di questo passo)
La tecnica , comune a tutti gli imbonitori per vocazione o per mestiere è simile a tutti, da Berlusconi a Renza via via fino ai piazzisti dei mercati rionali( che mi perdoneranno l’accostamento) Si parte da una verità e da una verità che grida vendetta e la si accomuna al vero oggetto dell’invettiva creando cosi un assioma inverosimile e assurdo ma efficace.
«La cassaintegrazione è una cosa anticostituzionale, fatta da Agnelli negli anni ’60 per scaricare le spese sociali sul pubblico». Lo dice Beppe Grillo, in un comizio a Scanzano Jonico, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Ansa.
Che Agnelli e la Fiat abbiano preso barche di soldi dallo Stato in varie forme e modi è una cosa vera e sacrosanta che grida vendetta di fronte ai sacrifici e al sudore della fronte delle migliaia di uomini e donne che sputavano sangue nelle sue fabbriche.
Ma che la cassaintegrazione sia incostituzionale e fatta da Agnelli è una affermazione che associata alla verità di prima diventa verità anch’essa . Tanto è forte, motivato, la verità del denaro pubblico preso da Agnelli , che trascina come effetto verità l’affermazione della cassaintregrazione come incostituzionale , ma sopratutto voluta da Agnelli.
Va quindi fatta un po di chiarezza.
La cassa integrazione fu introdotto nell’ordinamento per la prima volta con decreto legislativo dal Capo provvisorio dello Stato 12 agosto 1947, n. 869, che conteneva disposizioni sulle integrazioni salariali, poi ratificato con modificazioni dalla legge 21 maggio 1951, n. 498.
La legge 23 luglio 1991 n. 223 ha poi modificato alcuni parametri restringendo i tempi di concessione della CIG, al fine di reprimere eventuali abusi. L’art. 1 della legge 20 maggio 1975, n. 164, aggiorna i presupposti applicativi della CIG alla precaria situazione socio-economica degli anni settanta.
Circa poi la incostituzionalità della legge ( legittimo pensarlo ma su questo solo la Corte Costituzionale da il parere definitivo) appunto la Corte Costituzionale si era occupata della Cassa Integrazione nel 1988 (sentenza 694/1988) senza ravvisare elementi di anticostituzionalità.
Questa a riprova se mai ce ne fosse bisogno per i più corti di memoria o per chi ignora.
dalla maillist “Marxiana“
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