Mercoledi a Roma vertice blindato tra Letta e Hollande

E’ previsto per mercoledi 20 novembre alle ore 16.00 a Villa Madama il vertice bilaterale Italia-Francia.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta, accoglierà il Presidente della Repubblica Francese, François Hollande, al termine della rassegna militare. La conferenza stampa conclusiva è prevista indicativamente alle ore 18.20. Villa Madama è una location piuttosto defilata rispettio ai tradizionali palazzi istituzionali. Sulle pendici di Monte Mario (zona del Foro Italico). Già in passato ha ospitato vertici importanti potendo assicurare il massimo di sicurezza. Alcuni movimenti sociali – a cominciare dal movimento no Tav – hanno lanciato una iniziativa di contestazione del vertice Letta-Hollande che nella sua agenda prevede proprio la questione del Tav oltre che l’Alitalia e il coordinamento delle polizie europee. Secondo altre fonti invece al vertice –al quale per la Francia saranno presenti il presidente Francois Hollande, il premier Jean-Marc Ayrault e ben undici ministri – non si parlerà dell’Alitalia ma si parlerà soprattutto di Europa, con la visione comune di una zona euro che sia uno spazio di crescita e occupazione”.

Sulla Tav il governo italiano arriva al vertice con un vero e proprio strappo istituzionale da parte del ministro Lupi che ha fatto esprimere sull’opera solo una delle due Camere. “Bisogna convincere i francesi a proseguire un’opera sulla quale hanno espresso concrete perplessità”. Per questo si sta seguendo “una prassi pazzesca” per “simulare di corsa l’approvazione del Trattato”. In pratica si è fatto sbarcare il Trattato alla Camera “per ratificarne metà”, denunciano i parlamentari del M5S.

L’assemblea nazionale dei movimenti sociali del 9-10 ottobre scorso annuncia nel documento finale “l’assedio previsto per il 20 novembre prossimo in occasione del vertice di governo Italia–Francia da costruire mettendo al centro, accanto al tema della sovranità sui nostri territori, la questione delle risorse che vengono ancora destinate alle banche ed alle grandi opere e che vanno invece riconquistate per dare risposta ai settori sociali che stanno pagando la crisi del capitale: diritto alla casa, reddito, salute, diritto alla formazione etc…”.