Notav = Nemico pubblico. Questo è quello che muove le menti dell’architettura giudiziaria che da oltre un anno ci vede impeganti quasi quotidianemente nelle aule dei tribunali torinesi. Da tempo affermiamo come sia la magistratura, seguita a ruota dall’informazione, la testa d’ariete usata per tentare di battere il movimento notav, visti i fallimenti della politica che sul piano del confronto ha perso da tempo.
La costruzione del nemico pubblico notav, dell’emergenza notav, prosegue con metodo da parte della magistratura capeggiata fino ad ora da Giancarlo Caselli e l’escalation di reati contestati al movimento conferma l’ossessione nei nostri confronti, sopratutto da chi, lasciando per pensionamento, ci dona l’ultima trovata: una norma che era stata preparata per combattere Al Qaida fra quelle contestate aii No Tav arrestati per terrorismo lo scorso 9 dicembre.
Il capo d’accusa cita infatti un passo del codice penale introdotto nel 2005 da un decreto del governo all’indomani degli attentati di Londra e Sharm el Sheikh “per adeguare – come spiegò alla Camera dei deputati il ministro dell’interno Beppe Pisanu – il sistema giuridico alle caratteristiche insidiose e sfuggenti del terrorismo islamista”. Citando da la Repubblica “rispondono di “atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi”.
L’episodio contestato è un attacco al cantiere di Chiomonte che però, secondo gli inquirenti, va inquadrato in un contesto più ampio: l’obiettivo, infatti, sono le “finalità di cui all’articolo 270 sexies del codice penale” (quello introdotto dal decreto), vale a dire “arrecare un grave danno al Paese” e “costringere i poteri pubblici ad astenersi dal compiere un qualsiasi atto”. In questo caso, a nonproseguire i lavori per la ferrovia ad alta velocità Torino-Lione.”
Ora si può ben comprendere che se parlassimo di un attacco al cantiere con esplosivo, kamikaze, botti piene di dinamite, il paragone potrebbe reggere. I fatti sono ben altri e per l’azione contestata ci risulta un generatore danneggiato. Certo è che con le proiezioni mentali elaborate dal procuratore e dal pool anti-notav tutto è purtroppo possibile.
Intanto la pensione di Caselli si tinge di quest’ultimo segno per non dimenticare di qualche giorno fa quando il procuratore scopre le carte: oltre le manette servono i fondi per il Tav.
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