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Nella ‘Terra dei Fuochi’ arriva l’esercito

Sembra la caricatura di Alemanno fatta da Max Paiella, quando ad ogni domanda su un’emergenza qualsiasi (tipo pochi centimetri di neve a Roma…) rispondeva “chiamo esercito!”

E invece è una decisione vera presa da un governo che somiglia ogni giorno di più a un’armata brancaleone sul punto di sciogliersi, ma egualmente prepotente, autoritario e ridicolo.
“Il Governo dà parere favorevole all’impiego dell’esercito in Campania, per contrastare più efficacemente il fenomeno delle ecomafie nella zona al confine tra Napoli e Caserta”. E’ questo l’annuncio fatto dal sottosegretario alla Difesa, Gioacchino Alfano, commentando le modifiche al testo del decreto sulla Terra dei Fuochi.

Una decisione presa con consenso unanime di tutte le forze politiche (solo i grillini si sono astenuti, mica si sono opposti….). 
“Quello che è accaduto sulla Terra dei Fuochi – rivendica l’Alfano minore, che è anche coordinatore in Campania del Nuovo Centrodestra guidato dall’Alfano maggiore – è il classico esempio di come far politica, non a suon di polemiche e cercando di denigrare l’avversario, ma mettendo a disposizione lo strumento legislativo migliore per risolvere l’emergenza”. 
Ma che c’entra l’esercito professionale con l’emergenza veleni, con le bonifiche da fare, ecc?
La spiegazione, si fa per dire, illumina sul senso politico leggermente dittatoriale che sta dietro la decisione: le forze armate potranno infatti essere utilizzate in Campania, per “operazioni di sicurezza e di controllo del territorio prioritariamente finalizzate alla prevenzione dei delitti di criminalità organizzata e ambientale”. Ora che il danno è fatto? Ora che si sa che la Camorra sosteneva elettoralmente – e non solo – la destra berlusconiana in Campania? Al punto che un parlamentare come Cosentino, accusato di essere il punto di collegamento del clan dei Casalesi e per questo arrestato, era addirittura arrivato a ricoprire la carica di viceministro dell’economia (con Tremonti titolare)? Contro chi verrà schierato a questo punto l’esercito? Resta solo la popolazione che protesta…
Ma quanti soldati verranno mandati? Non pochi; “un contingente massimo di 850 unità” e non oltre “il 31 dicembre 2014″ prorogabile al massimo per un anno. La commissione Ambiente della Camera ha infatti introdotto queste due decisioni nel decreto legge “Terra dei fuochi Ilva”. Ma non basta. “Nel corso delle operazioni di cui al comma 2 (sicurezze e controllo, ndr) i militari delle Forze armate – come recita il comma 2-bis – agiscono con le funzioni di agenti di pubblica sicurezza“. Potranno dunque eseguire arresti, cariche, blocchi stradali, perquisizioni, ecc.

Con la scusa della criminalità – che come abbiamo visto è arrivata spesso direttamente al governo – si militarizza un territorio avvelenato in cui la popolazione ha cominciato a prendere coscienza, mobilitandosi, dei suoi nemici. Vicini (la camorra, appunto) e lontani (i governi).

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