E’ stata fulminea la Digos bolognese che, sollecitata dagli editoriali di fuoco del Resto del Carlino e dei giornali vicini al Pd, ha già denunciato 12 attivisti per la contestazione di mercoledì sera ad un convegno del Pd all’hotel “I Portici” in via Indipendenza. I denunciati sono attivisti di Ross@, dell’ Usb, dell’Asia-Usb e del Centro sociale occupato Terzo Piano, L’accusa è di violenza privata, aggravata dal numero di persone, e invasione di edificio. Due attivisti sono stati denunciati anche per resistenza a pubblico ufficiale, perchè chiudendo una porta hanno “impedito fisicamente l’accesso alla struttura alle forze dell’ordine”.
La protesta avvenuta mercoledi scorso è stata promossa da Ross@ di Bologna. Al convegno del Pd era attesa la capolista alle europee Alessandra Moretti. Secondo il Pd alcune bandiere dell’Unione Europea sarebbero state strappate, secondo i manifestanti invece le bandiere sono state solo staccate dalle aste. L’azione era stata organizzata dai militanti di Ross@ Bologna per contestare il Jobs Act., ossia il decreto che sancisce la precarietà “ a vita” che era in discussione al Senato. A causa della contestazione il convegno del Pd era saltato ma nessuno si è fatto male.
Il Procuratore aggiunto di Bologna Giovannini ha definito l’episodio “un fatto grave soprattutto visto il periodo elettorale” e ha assicurato che il lavoro procederà celermente.visto che la Digos afferma di avere a disposizione molti filmati, tra cui quelli provenienti dalle telecamere di videosorveglianaza dell’hotel. Una premura meritevole di altri obiettivi visto che gli attivisti stessi hanno girato un video postato in rete ed erano tutti a volto scoperto. Il sindaco di Bologna, Merola, afferma che è stata “un’azione antidemocratica e squadrista“. Pronta la replica degli attivisti di Ross@: “Non prendiamo lezioni di democrazia da chi ha fatto di tutto per boicottare un referendum cittadino sulla scuola” e accusano il Pd di voler nascondere una svolta “autoritaria antidemocratica ed antipopolare” del governo Renzi. Ma gli attivisti bolognesi non ce l’hanno solo con il decreto Poletti e il governo, negli striscioni e negli obiettivi della protesta c’era anche un chiaro no alla Bce, alla Troika e alle politiche di austerity.
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