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No Tav. Rinviato a giudizio Erri De Luca

Quando il potere è sordo persino ai propri poliziotti (https://contropiano.org/politica/item/24521-val-susa-i-poliziotti-chiedono-di-essere-protetti-dalle-polveri-della-galleria) si copre di ridicolo in vesti d’assurdo.

Erri De Luca è stato rinviato a giudizio per istigazione a delinquere. Lo scrittore è accusato di avere incitato al sabotaggio del cantiere della Torino-Lione, in Valle di Susa, in alcune interviste. Il rinvio a giudizio è stato deciso dal gup, Roberto Ruscello. Il processo si aprirà a gennaio.

«La Tav va sabotata. Le cesoie sono utili perchè servono a tagliare le reti», sono queste le parole contestate come “reato” dai pm torinesi Andrea Padalino e Antonio Rinaudo. E a nulla sono serviti i numerosi appelli a favore di De Luca, tra i quali quello firmato da Fiorella Mannoia, Luca Mercalli e il padre comboniano Alex Zanotelli. In occasione dell’udienza preliminare, si erano svolti presidi, con letture pubbliche, in diverse località italiane.

Erri De Luca andrà dunque a processo per le sue dichiarazioni sui sabotaggi contro la realizzazione della Torino-Lione. «Pensavamo non dovesse essere processato, ora cercheremo di dimostrare che non deve essere condannato. Ne discuteremo in dibattimento», ha commentato uno dei legali di De Luca, Gian Luca Vitale.

«Le parole di un intellettuale non possono costituire reato», ha provato a spiegare l’avvocato uscendo dall’aula in cui si è tenuta l’udienza preliminare. «Il giudice ha ritenuto utile un accertamento dibattimentale, ma noi continuiamo a essere convinti che questo sia un processo alle parole e dimostreremo tranquillamente che questa non è stata un’istigazione a delinquere».

Alberto Mittone, impagabile avvocato della società Ltf (una delle ditte che stanno costruendo la Tav e di cui prima o poi potremmo sentir parlare per ben altre vicende giudiziarie), che si era costituita parte civile, si è detto invece «soddisfatto» del rinvio a giudizio di De Luca perchè «è quello che chiedevamo». Incommentabile.

«Mi processeranno a gennaio. Mi metteranno sul banco degli imputati e ci saprò stare. Vogliono censurare penalmente la libertà di parola». Così Erri De Luca ha commenta in un post su facebook il rinvio a giudizio. «Processane uno per scoraggiarne cento: questa tecnica che si applica a me vuole ammutolire. E’ un silenziatore e va disarmato».

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