Era nell’aria ma adesso è realtà. C’è stata infatti la prevista spaccatura dentro Sel al termine di una tesissima e lunghissima riunione notturna del gruppo parlamentare. Diciassette deputati voteranno a favore e quindici contro il decreto Irpef del governo Renzi, la misura che contiene anche la nota misura sugli ottanta euro in busta paga. E’ passata dunque la linea del sì in Aula al testo, che sarà votato oggi a Montecitorio. Una risultato non certo inaspettato ma che riflette la spaccatura del gruppo della Camera tra l’ala che spinge per dialogare (e fiancheggiare) con il governo Renzi, capeggiata dal capogruppo Gennaro Migliore, e quella del coordinatore Nicola Fratoianni, che invece è propenso nel collocarsi all’opposizione ed ha investito molto sul progetto della Lista Tsipras.
Il capogruppo Gennaro Migliore, nella riunione di ieri sera, ha ventilato anche ipotesi delle sue dimissioni dalla guida del gruppo parlamentare. Molto dipenderà dalla “tenuta” del gruppo alla prova dell’ Aula. Alcuni parlamentari – tra i quali Airaudo – hanno già fatto sapere in riunione che voteranno comunque contro il testo del governo, mentre due deputati, nei giorni scorsi, hanno già lasciato Sel per passare con il Pd. Nella recente assemblea nazionale di Sel, sabato e domenica scorsi, Nichi Vendola aveva provato a trovare la quadra e sembrava esserci quasi riuscito (il suo documento di mediazione era stato votato a stragrande maggioranza con solo 10 astensioni). “Non saremo mai uno scorpione sulle spalle del Pd e neppure un grillo parlante o un camaleonte. Semmai saremo un’anguilla che sguscia dalle mani di Renzi” aveva detto Nichi Vendola all’assemblea nazionale di Sel indicando in modo piuttosto metaforico e polivalente come saranno i rapporti con il Pd. Ma già lunedi il deputato salernitano Ragosta e l’assessore regionale Calabrese hanno annunciato che lasciavano Sel ed andavano direttamente nel Pd. Insomma il futuro di Sel appare piuttosto complicato e il suo incubo si chiama Renzi.
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