I piccoli paesi, con amministrazioni ridotte all’essenziale, sono spesso il “laboratorio” in cui si può vedere cos’è – senza tante chiacchiere a copertura – il sistema di potere attuale. Che è targato Pd, ma equivale in tutto e per tutto al sistema berlusconiano. Che è poi l’eredità di quello democristiano doc.
L’ultima notiziola, quasi minore ma decisamente “rivelatrice”, viene a Porto San Giorgio, dove il sindaco Pd – o Dc, come da biografia personale – ha emesso una “ordinanza anti-accattonaggio”. Giusto! E che diamine… Mica vorrete disturbare bagnanti e turisti con tre o quattro questuanti che tendono la mano!
Porto San Giorgio – ci ricorda la compagna Tiziana Mazzatenta, che ringraziamo per la segnalazione – conta 15 mila abitanti, riva al mare, turismo estivo che conta sui locali e dei paesi collinari, famoso centro neocatecumenale (costola fondamentalista del cattolicesimo) in collina, fatto costruire nel passato con apposita variante ad hoc, necessario secondo i vari sindaci succedutesi in quanto “promotore del turismo religioso”.
“Le politiche comunali sono graduate secondo le istanze di Comunione e liberazione e della Compagnia delle opere, ma decise sostanzialmente dai commercianti e dai proprietari degli chalets (ovvero da Confcommercio). I due pilastri cittadini che garantiscono voti e quindi obbligano ad avallare le peggiori cose:
la cementificazione di una bellissima spiaggia con una sequenza ininterrotta di cubi di cemento dalla ampie metrature (chalets-restoranti), che rendono la visione del mare un optionale;
l’installazione di gazebo – con inevitabile e notevole riduzione dello spazio pubblico – consentita ad ogni commerciante che ne abbia fatto richiesta;
la cosiddetta “politica della compensazione”, ossia svendere il patrimonio pubblico al privato costruttore, che naturalmente cementifica, per ottenere “in cambio” opere compensative il cui valore non corrisponde al grave danno arrecato al bene pubblico.
Il sindaco Nicola Loira, naturalmente emerso con una campagna elettorale sotto lo slogan “con noi tutta un’ altra storia” (visto che Renzi e Berlusconi hanno insegnato qualcosa?), ha – secondo l’opposizione di sinistra presente nella cittadina – accelerato la devastazione.
Infine, all’inizio di agosto, l’ordinanza contro l’accattonaggio, motivata con l’intento “securitario”. La cosa preoccupante è che queste stronzate sembrano “piacere ai giovani”, come sembrerebbe da alcuni commenti sulla pagina Facebook. A meno che non si tratti di un “supporto organizzato” tramite i pilastri del consenso di cui si diceva all’inizio (non è nemmeno troppo complicato, in una comunità di queste dimensioni bastano una quindicina di post…).
La motivazione data al provvedimento è da urlo: “Dal notevole aumento di soggetti che esercitano richieste di denaro utilizzando lo strumento dell’accattonaggio, in alcune circostanze unita ad attività di commercio abusivo su aree pubbliche o ad attività di ‘lavavetri’. Tali soggetti che assumono atteggiamenti di insistenza, petulanza e arroganza, specialmente con categorie sociali deboli quali donne ed anziani, finalizzati ad ottenere denaro e sfocianti anche in fastidiosi contatti fisici che provocano accentuati momenti di disagio, e/o alterco con i cittadini. Ciò qualifica l’accattonaggio come ‘molesto’; tali comportamenti ed atteggiamenti dai soggetti che esercitano l’accattonaggio insinuano nella cittadinanza una sensazione di insicurezza e di disagio, ledono l’immagine della Città ed inducono i cittadini a frequentare con minore serenità i luoghi praticati da tali soggetti”.
C’è qualche differenza con un sindaco leghista qualsiasi? No, vero? In fondo, come “nemico pubblico”, non ce ne può essere uno più debole di questo…
Il primo cittadino vieta quindi l’accattonaggio in ogni sua forma. La violazione è punita con una multa da 25 euro a 500 euro, la confisca del denaro “provento della violazione” e di “eventuali attrezzature impiegate” (ciotole, cappellini, ecc?). Il denaro confiscato è previsto debba andare in beneficienza. Non agli indigenti che, per esempio, sono costretti a mendicare; bensì alle casse di “soggetti, enti, associazioni” non meglio specificate. Probabilmente segnalate dagli stessi “pilastri del consenso” che dominano Porto San Giorgio.
L’ordinanza è in vigore fino al 30 settembre 2014. Il primo “intervento operativo” ha fruttato il “sequestro” di ben 35 centesimi. E ora risanateci i danni ambientali e paesaggistici provocati…
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