Continuano a Bologna, come nel resto della regione, le iniziative contro le provocazioni fascio-leghiste di Salvini e dei suoi compagni di partito in piena campagna per le elezioni regionali.
L’altroieri sera alcune realtà del movimento bolognese si sono incontrate in assemblea per approfondire come respingere ulteriormente queste iniziative di chiaro stampo reazionario e razzista.
È chiaro in questi giorni come la Lega, da nord a sud dell’Italia, stia cavalcando le questioni sociali che i territori manifestano come conseguenza della crisi: la campagna contro il disagio abitativo nei quartieri periferici di Roma, la questione dei terremotati di varie zone che oggi vivono nel ricatto angosciante di Equitalia, la campagna per il referendum contro la legge Fornero.
La crisi produce delle fratture, delle contraddizioni enormi tra le fasce popolari che sono le più colpite in questo momento. Ma la risposta reazionaria, fascio-leghista, razzista della Lega Nord e dei gruppi fascisti non può essere la soluzione.
L’altroieri sera, in un assemblea molto partecipata, alcuni pezzi del movimento bolognese, tra cui Rossa, TPO, Noi Restiamo, TPO, HOBO, Circolo Berneri e altri, hanno discusso sulla necessità di saper capitalizzare coscientemente le vertenze che quotidianamente il movimento porta avanti. La spinta è che non si può lasciare che il disagio sociale, frutto di un sistema che mira a dividere ed escludere pezzi interi della società, venga strumentalizzato dal populismo che da destra non fa che aumentare la violenza e l’odio all’interno di uno stesso blocco sociale. In un periodo in cui i media main stream giocano una partita sporca sul piano dell’informazione, è davvero fondamentale oggi sapersi dotare di quegli strumenti che facciano emergere le questioni politiche vere.
Dopo i fatti di sabato scorso infatti, quando un gruppo di compagni sono stati investiti dall’auto di Salvini, e il vetro della sua auto è stato rotto dai manifestanti, è dilagata una polemica che da Bologna ha raggiunto tutto il Paese da destra e da sinistra, sulla questione della violenza.
Due pesi e due misure pare vengano usate per giustificare la violenza: mentre si demonizzano le violenze di piazza ad opera dei cosiddetti “antagonisti”, nulla o poco viene detto per condannare le violenze di alcuni gruppi dei cittadini di Tor Sapienza – opportunamente sobillati da militanti dei gruppi di estrema destra – contro i richiedenti asilo. Mentre le aggressioni verbali della Lega risultano “maleducate” ma legittime, le manifestazioni in difesa del diritto all’abitare vengono definite “legittime” (nel migliore dei casi) ma sbagliate nel metodo. Per non parlare della violenza quando si tratta di invadere un paese straniero per difendere una democrazia che in casa nostra non sappiamo quasi più cos’è.
Inizia quindi un percorso unitario a Bologna, per tentare di unificare diverse realtà su vertenze e ragionamenti condivisi, per la difesa dei diritti dei settori popolari, per evitare che questi vengano strumentalizzati dalla politica della reazione e dell’esclusione, per la difesa dei nostri territori dalla speculazione e dalla macelleria sociale che questo governo, a livello locale, nazionale ed europeo sta proponendo come ricetta per uscire dalla crisi.
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