L’altro ieri era toccato ai contestatori scesi in piazza a Parma, ieri sera la stessa sorte l’hanno subita i manifestanti che protestavano a Cosenza. Cariche e manganellate preventive, scattate prima che nella città calabrese arrivasse il premier “più amato dagli italiani”.
Il presidente del governo era arrivato ieri pomeriggio a Cosenza per la chiusura della campagna elettorale del candidato governatore Mario Oliverio e ad accoglierlo, come capita sempre più spesso, ha trovato una folla di precari, lavoratori, attivisti dei centri sociali e dei sindacati di base.
Inizialmente in piazza si erano radunati alcuni precari della giustizia della Cgil Fp e alcuni cassintegrati che hanno esposto due striscioni sulle transenne che blindavano il centro della città.
Nel frattempo Renzi, assai timoroso di incrociare eventuali contestatori, aveva deciso di non parlare più in piazza ma di spostare tutto all’interno dell’Auditorium Guarasci.
Da un’altra parte del centro della città un gruppo più nutrito di manifestanti – circa 200 tra occupanti di case, migranti, studenti, attivisti di movimenti sociali e ambientali, precari, lavoratori e militanti del Centro Sociale Rialzo- decideva anch’esso di andare a trovare Renzi all’Auditorium che sorge all’interno del Liceo Telesio, sfilando in corteo nel centro di Cosenza. Qualcuno indossava maschere con foto di Renzi e nasi da Pinocchio reclamando “reddito, casa e lavoro”, altri esponevano uno striscione con la polemica scritta “Sblocca Renzi” in evidente contrapposizione al cosiddetto ‘Sblocca Italia’. I primi attimi di tensione quando il corteo è passato accanto al Cinema Italia, dove un numero ingente di poliziotti in assetto antisommossa proteggeva il comizio di Angelino Alfano. Dopo un po’ di parapiglia i manifestanti sono ripartiti diretti verso la città vecchia – che conta ben cinque occupazioni – completamente militarizzata da polizia e carabinieri. Dopo aver sfilato nelle stradine del centro storico i manifestanti, nel frattempo aumentati di numero, si sono trovati la strada sbarrata a poche centinaia di metri dal Liceo Telesio dove tra l’altro il premier non aveva ancora raggiunto l’iniziativa dei candidati del Pd. Il fronteggiamento tra dimostranti e celerini è durato per quasi un’ora finché i reparti antisommossa non hanno deciso di caricare la manifestazione che premeva per proseguire il suo percorso. Tre cariche per disperdere i manifestanti e poi anche il lancio di alcuni lacrimogeni, e alla fine tre persone sono rimaste contuse mentre un ragazzo, rimasto ferito alla testa, ha dovuto far ricorso alle cure mediche. Nell’impossibilità di manifestare davanti all’Auditorium il corteo ha invertito la sua rotta ed ha continuato a sfilare nella città vecchia, concludendosi con un’assemblea.
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