Dall’inchiesta de l’Espresso di oggi scopriamo che Acea SpA non sembra essere affatto estranea alla bufera giudiziaria che ha investito la Capitale. Appalti milionari sono stati infatti ripetutamente affidati dalla partecipata del Comune di Roma a ditte legate a Mancini e a Monaco, nomi entrambi noti alla Procura di Roma.
Il fatto è reso ancor più grave dalla natura dei servizi che Acea fornisce: servizi essenziali, come l’acqua e, in alcuni territori, la gestione dei rifiuti.
Proprio sull’acqua, vera “miniera d’oro” per Acea e, a quanto si apprende, per le sue ditte appaltanti, emergono una serie di appalti i cui costi sono aumentati in modo esponenziale negli anni, peraltro in alcuni casi senza giungere a conclusione dei lavori. Aumenti dei costi che, ovviamente, vengono scaricati sugli utenti. Anche ACEA ATO2 si è infatti accorta di aver speso più di quanto previsto, e quindi incassato attraverso le nostre bollette. La soluzione? Far pagare questa differenza agli utenti, partendo addirittura dalle somme relative al 2006! Un giochetto che farà entrare nelle casse di Acea circa più di 50 milioni di euro nel solo 2015. Soldi spesi come?
Un evidente danno non solo per le tasche dei cittadini, ma anche per l’ambiente, quando a mancare sono depuratori funzionanti e reti fognarie. Una denuncia che i Comitati per l’acqua fanno da tempo, invocando trasparenza e una presa di posizione netta da parte del Comune di Roma, socio di maggioranza di Acea SpA.
Ma la rinnovata Giunta capitolina dove guarda mentre Acea ogni giorno stacca l’acqua per morosità a migliaia di famiglie, inquina il nostro territorio e dove guarderà ora se Acea arricchisce ditte in odor di mafia? Tanta invece è la fiducia che la Giunta ripone nel CdA di Acea SpA, che intende vendergli anche le sue preziose quote di AceaAto2 SpA, la controllata che gestisce l’acqua a Roma e Provincia.
Proprio mentre emergono chiaramente le conseguenze di una gestione dedita ai profitti privati anzichè alla garanzia del diritto all’acqua, la giunta procede invece verso un’ulteriore privatizzazione, in barba alla volontà popolare espressa dai referendum del 2011, e alla proposta di ripubblicizzazione di Acea Ato2, oggetto di una delibera di iniziativa popolare il cui iter è già avviato.
Nessuno stupore e nessuna ipocrisia legalitaria è accettabile allora nei confronti di quei cittadini che, privati dell’acqua per la sete di profitti di Acea, si rivolgono a Super Mario, l’idraulico eroe che si batte contro i distacchi idrici nella capitale.
Il Sindaco Marino pensa di poter continuare a far finta di non vedere tutto questo?
Le cittadine e i cittadini di Roma, insieme a Super Mario, continueranno ad attivarsi affinché il diritto all’acqua sia garantito a tutte e tutti, neanche una goccia sarà regalata a chi si ostina a negarlo.
I romani hanno già scelto per l’acqua pubblica. Indietro non si torna, Sindaco Marino.
Coordinamento Romano Acqua Pubblica
Acqua Bene Comune Valle dell’Aniene
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