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Bologna, vietato denunciare il revisionismo sulle foibe. L’Università revoca l’aula

Aggiornamento – Intorno alle 13.30 l’aula 3 della facoltà di Economia dell’Alma Mater di Bologna è stata occupata da studenti e attivisti della Campagna Noi Restiamo. Mentre scriviamo una decina di attivisti delle diverse realtà promotrici dell’iniziativa stanno presidiando l’aula in attesa dell’arrivo dei relatori per poi proseguire con il dibattito come previsto prima della revoca dell’autorizzazione da parte del preside di Economia.
Il quale questa mattina si è fatto vivo con gli organizzatori ribadendo quanto comunicato alcune ore prima: “Si tratta di  una iniziativa di tipo politico per la quale non intendo concedere un’aula universitaria”. Ed è proprio in questa frase che si rende esplicita la complicità dell’Università con il suo asservimento all’ideologia dominante, economicamente e culturalmente, e nega quindi il suo ruolo di istituzione pubblica e di formazione indipendente. “E’ questa la ‘libertà d’espressione’ a cui esattamente un mese fa il premier Renzi faceva appello nella sua visita a Bologna dal palco dell’Aula Magna di Santa Lucia, richiamandosi ai valori di un occidente pronto alla guerra su tutti i fronti”, scrive Noi Restiamo in un comunicato.
Di base, il suo regolamento prevede la concessione di aule universitarie al fine di “valorizzare l’immagine dell’Alma Mater”, ma quanto accade oggi è la dimostrazione che così non è, quando si tratta di mettere in discussione la celebrazione e la base ideologica della cosiddetta “Giornata del ricordo”, istituita nel 2004 per cancellare dalla memoria storica l’espansione imperialista che l’allora Regno d’Italia compiva sul suo confine Nord-Orientale ai danni della popolazione slava.

ore 12.00 – Era prevista per oggi pomeriggio l’iniziativa “E allora le foibe”, all’interno di un’aula della Facoltà di Economia dell’Alma Mater bolognese. Un incontro dibattito organizzato da varie realtà sia locali che nazionali come il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia, Noi Restiamo, PCL, Rete dei Comunisti, Ass. Il manifesto, Sinistra classe rivoluzione e Sempre in Lotta.

Un’iniziativa diretta a contrastare l’ondata di revisionismo mediatico e istituzionale sulla questione delle foibe, di cui ricorre oggi il memoriale, e che il comune di Bologna affronterà venerdì con un approccio unilaterale e antistorico utilizzando uno spettacolo di Simone Cristicchi, da qualche anno improvvisatosi menestrello di una versione ufficiale che fa acqua da tutte le parti e che è frutto di un inaccettabile compromesso propedeutico allo sdoganamento politico dei fascisti.

Un’iniziativa, quella prevista per oggi pomeriggio, che avrebbe visto storici e scrittori – tra cui Claudia Cernigoi (giornalista e ricercatrice storica), Angelo d’Orsi (storico dell’Università di Torino) e Federico Tenca Montini (autore del libro “Fenomenologia di un martirologio mediatico”) – fornire una ricostruzione storica, documentata e contestualizzata di ciò che avvenne al confine orientale italiano a partire dall’occupazione fascista dei territori slavi.

Questa mattina invece, l’Unibo ha improvvisamente revocato la prenotazione dell’aula, creando tra i promotori dell’iniziativa il sospetto che l’istituzione universitaria agisca in maniera subalterna rispetto a input politici e diktat provenienti dalla sfera politica, in barba alla ricerca storica e all’indipendenza intellettuale.

A metà mattinata, appena ricevuta l’incredibile notizia, i promotori dell’iniziativa di oggi pomeriggio hanno dato vita ad un presidio in Piazza Scaravilli, davanti alla facoltà di Economia, per denunciare l’inaccettabile voltafaccia dell’Università e chiedere con forza che l’Ateneo torni ad essere un luogo di confronto, di dibattito e di conoscenza e non feudo di diktat revisionisti.

Aggiornamento: Bologna. Vietato convegno sulle foibe, studenti occupano all’università

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