Esprimiamo la nostra massima solidarietà ai compagni e alle compagne di via Oberdan 16 sotto sgombero sta mattina, che continuano a resistere. La risposta della città e dell’università di Bologna si conferma ancora vergognosa e completamente sorda alle necessità studentesche ed abitative.
Questa mattina, nella giornata nazionale dello studente, mentre l’università porta avanti la repressione, un nuovo spazio viene aperto: BASE ROSSA STUDENTESCA. Ad ogni occupazione ne seguirà un’altra.
Da mesi anche a Bologna gli studenti sono in agitazione e mobilitazione contro questo modello di Università: oggi la lotta continua con un nuovo spazio aperto nell’Università di Bologna, a disposizione della comunità studentesca, per organizzarsi, trovare spazi di socialità, costruire legami che lottino contro la frammentazione sociale e politica che ci impongono.
A fianco a questo, anche gli spazi di democrazia e di costruzione di pensiero critico sono completamente assenti: il controllo dell’università sulle iniziative, la difficoltà anche solo per chiedere un aula e l’assenza di qualsiasi confronto con gli studenti sono l’altra faccia del bisogno di spazi.
Questa occupazione vuole trovare spazio fuori e oltre un modello universitario che non ci rappresenta in nessun modo: è chiaro ormai come qualsiasi spinta all’emancipazione sociale per cui l’università pubblica era stata pensata si è esaurita del tutto, lasciando spazio solo ad eccellenze nel deserto, coperte fino alla testa di fondi e finanziamenti (tanto pubblici quanto privati) che orientano in maniera ben precisa.
L’università infatti si schiera apertamente a favore dello sforzo bellico, con le collaborazioni insieme alla NATO e alle aziende produttrici di armi (tanto che il nostro precedente rettore era nel comitato scientifico della fondazione di Leonardo).
Le nostre università canalizzano milioni di investimenti pubblici per rafforzare i corsi di eccellenza utili al profitto delle imprese, per stipulare partnership con il settore privato, gonfiando la retorica dell’autoimprenditorialità e la competizione fra studenti.
Fondi per i bisogni studenteschi, per un’università veramente pubblica, ci sarebbero in abbondanza: basti pensare ai milioni di euro pubblici investiti nel tecnopolo, partorito non solo come centro di ricerca ma anche come hub di start up. Un passaggio che chiarisce dove tutti questi soldi vadano a finire: niente per gli studenti, tutti i soldi nelle tasche dei signorotti privati in combutta con l’università.
Con questa occupazione vogliamo lanciare un segnale forte sulla necessità di riattivare la lotta studentesca in università: per questo, la BASE ROSSA STUDENTESCA sarà la base di costruzione della lotta verso lo SCIOPERO GENERALE che scuoterà il paese questo dicembre. A fianco dei lavoratori, saremo in sciopero il 2 dicembre e alla manifestazione a Roma il 3 dicembre.
Questo nuovo spazio sarà quindi a disposizione di tutti gli studenti per organizzarsi, per rafforzare un proprio pensiero critico e sperimentare metodi e logiche fuori da questo modello di università.
Da Bologna, come è stato già fatto dai nostri compagni a Roma con l’occupazione della Sapienza, lanciamo un segnale anche all’insediamento del nuovo governo Meloni: le università saranno luogo di conflitto e organizzazione degli studenti, perché NESSUNO CI RAPPRESENTA, da chi sta al governo fino a chi fa la finta opposizione in parlamento.
La nuova agenda Draghi della Meloni, che ha già detto porterà delle modifiche alla scuola e all’università, vedrà gli studenti in prima linea: consapevoli che la lotta per un’università veramente pubblica passa da una lotta generale contro questo modello di società, contro la tendenza dell’imperialismo europeo alla guerra e contro il riarmo che i nostri paesi stanno portando avanti.
L’università pubblica, l’università a misura dei nostri bisogni, dovrà essere costruita in una nuova società, rompendo con il modello di sviluppo oggi dominante.
VERSO LO SCIOPERO GENERALE, NASCE BASE ROSSA STUDENTESCA
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