Riceviamo queste due lettere di detenuti in carceri abruzzesi, che denunciano le condizioni invivibili in quelle “case circondariali” e annunciano proteste. Nelle forme e nei modi che sono possibili, ma forme di resistenza.
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da Lanciano
Lanciano 21 Febbraio 2015
Preg.ma Ass.ne Fiore Selvaggio,
Vi comunichiamo che a seguito di provvedimenti assurdi, talora “umorali” emessi dal Magistrato di Sorveglianza Pescara nei nostri confronti, abbiamo deciso di intraprendere dal 2 Marzo p.v. una protesta nei confronti dell’UDS Pescara.
Per ristabilire la “centralità” della Legge nel sistema giudiziario e a salvaguardia della nostra dignità.
Abbiamo deciso ciò in quanto in possesso di copie di Ordinanze di Ill.mi Magistrati di Sorveglianza di Altri Uffici nazionali (Bologna, Roma e Napoli, per citarne alcuni), le cui decisioni favorevoli riflettono e rispettano gli ultimi decreti leggi promulgati in materia di liberazione anticipata speciale (DL 146/2013 e L. 10/2014) e risarcimento del 10% (DL 92/2014: 1 g. x ogni 10gg. Di detenzione trascorsa in violazione dell’art. 3 CEDU: pregressa e attuale).
Il Magistrato di Sorveglianza di Pescara contrariamente e diversamente dai suddetti Colleghi di Altri UUDDSS non applica alcun beneficio.
L’inammissibilità delle richieste è motivo preponderante ed unico nei rigetti che formula..
Creando in tal modo anche i presupposti della non ricorribilità alla decisione ad Organi superiori, quale il Tribunale Sorveglianza de L’Aquila (dove nella terna dei componenti è presente lo stesso Magistrato Sorveglianza Pescara) o la Cassazione. Per non dire poi che le istanze vengono corrisposte a distanza di mesi e anche di anni.
Cioè, nelle more di una decisione che il Magistrato, se tempestivamente rispondesse, potrebbe dimegrire i termini del fine pena consentendo la scarcerazione, qui a Lanciano, i detenuti scontano la pena fino all’ultimo giorno di detenzione.
Quando, dopo lunghe attese, è ottenuta la decisione, ovviamente negativa e sfavorevole, per il beneficio, per ricorrere non si ha più tempo tanto è prossimo il fine pena naturale.
Questa situazione più che assurda, talora, rasenta il ridicolo tanta è la beffa. E ciò ci umilia maggiormente.
Per non evidenziare poi l’atteggiamento del Magistrato di fronte alle richieste di permessi premi. L’inammissibilità in questi casi è motivata non tenendo conto dei termini di pena espiata e dal comportamento tenuto dal detenuto in riflesso al percorso comportamentale, ma in funzione di non aver collaborato con la giustizia. Ciò ovviamente è un invito sfacciato a persuadere i detenuti alla scelta del 58 ter O.P.
Rendendo pertanto inutile anni ed anni di percorso trattamentale dei detenuti sostenuti conformemente alle direttive dell’O.P. ed inficiando allo stesso tempo il conseguenziale operato della Amm.ne Penitenziaria competente a valutare la efficacia.
Insomma, questi sinteticamente sono i motivi che ci hanno spinti a decidere di attuare la protesta secondo le manifestazioni che sono riportate in calce all’allegata lettera che è stata inviata, sottoscritta da tutti i detenuti ostativi delle sezz. 1, 2, e 3B (circa 150) alla Direzione della C.C., a Radio radicale; al Messaggero Abruzzo e al Ministero della Giustizia.
Per completezza e competenza altresì si è intesi informare anche la VS Preg.ma Associazione per la debita richiesta di solidarietà che potrete offrirci.
Con stima, saluti
I DETENUTI OSTATIVI SEZ. 1,2, 3B
DELLA CASA CIRCODARIALE LANCIANO
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da Lanciano
“Eppur si muove”
Fu nel Rinascimento che l’uomo riuscì ad affermare definitivamente il proprio pensiero e la propria dignità.
Grazie all’astronomo polacco Niccolò Copernico, che nel 1500 asserì la centralità del Sole sul nostro sistema, capovolgendo così la teoria geocentrica ritenuta sino ad allora valida dal II sec. d.C. per le tesi del matematico greco alessandrino Claudio Tolomeo.
Una conferma a quella che fu la suddetta rivoluzione copernicana fu operata due secoli dopo, nel 1700, dal filosofo razionalista tedesco Immanuel Kant. Egli capovolse il tradizionale rapporto soggetto-oggetto nell’ambito del pensiero umano.
Noi preferiamo ricordare il nostrano Galileo Galilei, in merito alla difesa della dignità dell’uomo.
Secondo la leggenda, costretto ad abiurare le tesi copernicane dal Sant’Offizio il 22 Giugno 1633, in un sussulto di dignità pronunciò la fatidica frase: “Eppur si Muove”.
Ecco, noi oggi pronunciamo altrettanto ciò.
Convinti che qualcosa o Qualcuno si muoverà per sollevarci dallo stato di umiliazione in cui versiamo, oggetti di “soggettivi” provvedimenti adottati dall’UDS Pescara nei nostri confronti.
Per affermare la “centralità” della Legge nel sistema giudiziario.
Poiché, qui a Lanciano, non viene riconosciuta, in quanto tale posizione avocata a sé dal Magistrato di Sorveglianza di turno.
Attraverso atti ed ordinanze, quando emessi il più delle volte a distanza di mesi ed anni dalle richieste, taluni inoltri nemmeno mai corrisposti, che, qualunque natura abbiano per oggetto, i suddetti provvedimenti sfiorano l’assurdo pur di consistere in rigetti ed opposizioni.
Nulla ci è concesso se non il tradizionale beneficio della liberazione anticipata: i cosiddetti 45 giorni per ogni semestre di detenzione trascorso, in vigore dal lontano 1975.
Per cui i detenuti a Lanciano sono costretti, per ottenere l’agognata libertà, ad attendere la naturale scadenza del fine pena fino all’ultimo giorno di detenzione.
A nulla valgono i provvedimenti legislativi decretati e promulgati di recente in materia di liberazione anticipata speciale e risarcitori. Risultando così inutilmente conseguiti i parametri comportamentali relativi ai regolari percorsi trattamentali, in tal modo inficiati l’operato dell’Amm.ne della Casa Circondariale; dell’Organico Competente; le valutazioni e i pareri dell’area Educativa e della Direzione.
Ancor più tutto la detenzione trascorsa in condizioni dell’Art. 3 CEDU da quasi tutti i detenuti: pregressa in Altri Istituti ed attuale.
L’inammissibilità delle richieste è motivo stereotipo dei rigetti.
Nel raffronto tra l’operato di Altri Ill.mi Magistrati di Sorveglianza di Uffici nazionali (di cui siamo in possesso di copie delle decisioni favorevoli) con quello del Magistrato di Sorveglianza di Pescara, è evidente la sperequazione delle decisioni: nei termini temporali e per le motivazioni espresse.
Sinteticamente quindi questi esposti sono i motivi per cui i sottoscritti detenuti ostativi della C. C. Lanciano hanno deciso di attuare la più corretta forma di protesta, salvaguardando la responsabilità dell’Amm.ne, nei soli confronti dell’UDS Pescara e consistente in:
BATTITURA GIORNALIERA a più riprese dal 2 Marzo p. v.;
SCIOPERO SPESA DEL SOPRAVVITTO dal 4 Marzo p. v.;
RINUNCIA DEL VITTO GIORNALIERIO dal 9 marzo p. v.;
Certi di sensibilizzare gli Ill.mi Indirizzi per la tutela della nostra dignità.
I DETENUTI DELLE SEZIONI OSTATIVE DELLA CASA CIRCONDARIELE LANCIANO
(L’originale con le firme di tutti i detenuti delle sezioni 1,2 e 3 B è stato consegnato alla direzione).
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