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Napoli. “Mezzogiornificazione” dell’Europa, un Meridione da ribaltare

Ha avuto successo l’iniziativa svoltasi a Napoli sul tema “Dalla mezzogiornificazione dell’Europa al vento greco: contro la troika e chi la sostiene, costruire il blocco sociale dei popoli dell’Europa Mediterranea” indetta dalla coalizione politica “maggio” come approfondimento programmatico in vista della prosecuzione del proprio cammino e delle prossime elezioni regionali.

Due i relatori chiamati ad intervenire: l’economista marxista Emiliano Brancaccio e il noto attivista dei movimenti sociali Francesco Caruso, sociologo.

Emiliano Brancaccio si sofferma sui processi di accentramento del capitale a livello europeo che stanno favorendo le borghesie dei paesi centrali, in particolare la Germania.Tale processo sta portando alla desertificazione industriale e produttiva dei paesi dell’area mediterranea, che sono nettamente penalizzati da come sono formulati i trattati europei; pertanto, si argomenta, è assolutamente corretto parlare di mezzogiornificazione dell’Europa in quanto nel processo di consolidamento dell’Unione Europa stanno avendo luogo gli stessi meccanismi che ebbero luogo all’atto della costruzione dello stato unitario in Italia, si pensi all’improvviso spostamento di capitali che si ebbe dall’ex-Regno delle Due Sicilie verso l’ex-Regno Sabaudo.

Il relatore ha messo, inoltre, in evidenza come questi meccanismi vadano a minare l’unità di classe dei lavoratori all’interno dell’Unione Europea poiché creano enormi differenze salariali.

Successivamente, soffermandosi sul caso greco, Brancaccio ha messo in evidenza che i passi indietro fatti dal Governo Greco riguardo all’alzamento del salario minimo hanno un effetto deleterio poiché quella poteva essere la misura che andava a rompere la tendenza alla diminuzione generalizzata dei salari nell’intera Unione Europea; anche qui, tale tendenza è imposta dalla Germania, che la pratica al proprio interno da un quindicennio e costringe tutti gli altri paesi a praticarla a loro volta.

Pertanto, il Governo Greco dovrebbe preoccuparsi di elaborare un “piano B” di uscita dall’Unione Europea, reperendo fondi da altri paesi, come la Russia e la Cina; ovviamente, un’eventuale mossa del genere avrebbe effetti geo-politici pesantissimi.

Brancaccio conclude il proprio intervento con un appello a riprendere e studiare la categoria dell’imperialismo, riponendo definitivamente altre categorie come l’impero, il quale configurava “una pacificazione interna” al capitalismo rivelatasi senza fondamento nella realtà e conduceva la sinistra e i movimenti ad essere subalterni alla retorica della libera circolazione dei capitali come dato ineluttabile. Inoltre, l’economista invita anche a riprendere l’affermazione della pianificazione come alternativa praticabile e più efficiente rispetto alle logiche di mercato.

Francesco Caruso riprende, dal proprio punto di vista, molti degli spunti dell’intervento di Brancaccio, soffermandosi soprattutto sui movimenti della popolazione all’interno dell’Unione Europea. Portando alcuni dati concreti, evidenzia come Grecia e Spagna, oramai, hanno già un tasso migratorio negativo, ovvero, il numero degli emigranti supera abbondantemente quello degli immigrati; in Italia non è ancora così, tuttavia la tendenza lenta e inesorabile vede una diminuzione progressiva del saldo migratorio positivo che porterà, nel giro di qualche anno, al segno meno anche da noi.

Quali sono le destinazioni privilegiate dei nuovi emigranti dai paesi dell’Europa mediterranea? Ovviamente al primo posto c’è la Germania, cuore del capitalismo europeo, dove si trasferiscono moltissimi ragazzi italiani scolarizzati per andare per lo più a fare lavori non adeguati al titolo di studi che hanno conseguito in patria.

Caruso conclude, poi, portando alcuni esempi di alleanza fra lavoratori “del centro” e lavoratori periferici che si sono avuti in altri continenti, i quali potrebbero configurare un’alleanza simile anche per i lavoratori europei: ad esempio, ha accennato agli scioperi nel comparto agricolo in Sudamerica supportati dai picchetti operati davanti ai supermercati delle grandi catene di distribuzione negli USA e alle mobilitazioni dei lavoratori della pulizia in Messico.

Successivamente si è svolto un breve dibattito, con gli interventi previsti da tre rappresentanti dell’appello “Maggio”, i quali hanno affermato la necessità di andare avanti su questo percorso politico, moltiplicando le iniziative di approfondimento ad ampio spettro come quella sulla mezzogiornificazione.

 

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