La Giunta per le Immunità del Senato ha deliberato l’autorizzazione a procedere nei confronti del senatore Ncd-Ap Carlo Giovanardi chiesta dai giudici di Ferrara.
Il parlamentare era stato accusato di diffamazione aggravata per alcune dichiarazioni rilasciate al programma radiofonico ‘La zanzara’ nel 2013 sul caso di Federico Aldrovandi.
Potrebbe sembrare un assurdo caso di processo contro la “libertà di espressione”, addirittura inconcepibile nel caso di un parlamentare.
Ma cosa disse Carlo Giovanardi? Ecco un piccolo florilegio:
”I poliziotti del caso Aldrovandi non devono essere in galera. Gli agenti sono vittime come il ragazzo che è morto e non vanno cacciati dalla polizia. La manifestazione dei sindacati è legittima”.
”La sentenza dice che dopo una battaglia di perizie in tribunale c’è stata una condanna per omicidio colposo. Nessuna tortura, Aldrovandi non è morto per le botte, non è stato massacrato. I poliziotti hanno avuto una condanna che non è neppure assimilabile a quella di Grillo che ha accoppato padre, madre e un figlio uscendo di strada con il fuoristrada, ma non è mai andato in carcere. Per omicidio colposo, cioé negligenza e imprudenza, non va in carcere nessuno”.
”Aldrovandi ha la responsabilità di una persona che era in una situazione di agitazione psicomotoria anche per ingestione di sostanze stupefacenti, c’è stato uno scontro duro ed è accaduto l’imprevedibile, infatti è stato dato omicidio colposo. Era alterato, non era in grado di ragionare”.
”Andateci voi a bloccare una persona, trovate voi il sistema per cui durante una colluttazione con una persona robusta non succede niente. Invece qualcuno in Parlamento vuole introdurre il reato di tortura con l’ergastolo per gli agenti”.
”I poliziotti hanno fatto un errore, ma erano lì perchè i cittadini hanno telefonato per un’emergenza che magari hanno affrontato male e hanno dovuto chiedere rinforzi perchè non ce la facevano da soli Aldrovandi era in una situazione di alterazione che ha provocato le telefonate dei cittadini e l’intervento della polizia. La foto che ha fatto vedere la madre è vera, ma la macchia rossa non è sangue. La madre del giovane dice che devono essere cacciati dalla polizia, invece no. Omicidio colposo significa che non c’è dolo, è imprudenza”.
La querela era quindi partita direttamente dalla madre di Aldrovandi, Patrizia Moretti, più volte fatta oggetto di intimidazioni – persino sotto il suo posto di lavoro – da parte dei poliziotti del sindacato di destra Coisp: ”Giovanardi non fa che insultarci da otto anni. E’ uno sciacallo che mente sapendo di mentire. Dice che il sangue di Federico non e’ vero. Lo querelo e tutti i danni li devolvo all’Associazione Federico Aldrovandi. Spero che anche Ilaria lo quereli per le offese a Stefano Cucchi”.
Come tutti gli esseri umani, ci auguriamo – solo in casi come questi – il massimo della pena…
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