Nonostante il periodo elettorale, nonostante i costi di trasporto che pesano sulle piccole amministrazioni ma – soprattutto – nonostante i ricatti, espliciti e subdoli, che provengono dal governo Renzi è riuscita l’assemblea dei Sindaci contro lo Sblocca/Italia organizzata, a Napoli, dall’Amministrazione Comunale guidata da Luigi De Magistris.
Nei mesi scorsi contro lo “Sblocca/Italia” circa 200 Sindaci, attraverso atti formali (delibere di giunte, ordine del giorno, mozioni consiliari..), hanno espresso la loro contrarietà a questo invasivo provvedimento governativo che, di fatto, privatizza e deturpa grandi fette del territorio del paese esautorando completamente, in maniera autoritaria, le rappresentanze elette.
Da tempo il Sindaco Luigi De Magistris aveva preso impegno – durante alcuni momenti di mobilitazione che si erano svolti in varie parti d’Italia – di organizzare un momento di incontro e di coordinamento tra i vari Sindaci che, a vario titolo, si sono opposti al Decreto “Sblocca/Italia”.
Una volontà politica maturata all’indomani della decisione del Governo Renzi di scalzare da ogni potere decisionale e progettuale l’Amministrazione Comunale di Napoli circa il futuro prossimo di ben 1/3 del territorio cittadino (l’area occidentale della città) dove i poteri forti del capitale vogliono, attraverso il cavallo di troia della cosiddetta bonifica della zona di Bagnoli, rimettere le mani su questa importante porzione della città.
Ma alla decisione di Luigi De Magistris di opporsi alla decretazione arrogante del governo ha contribuito – soprattutto – lo sviluppo di un articolato movimento di opinione e di lotta che a Napoli, come altrove, contesta i variegati effetti dello Sblocca/Italia.
In questo quadro la Manifestazione del 7 novembre scorso, in occasione di una annunciata visita a Napoli di Renzi, culminata con scontri con la polizia schierata a difesa della Città della Scienza (il mega sito abusivo realizzato negli scorsi anni dall’Amministrazione Bassolino sulla linea di costa del litorale di Coroglio in spregio alle norme del Piano Regolatore), rappresenta un importante tappa nel percorso di denuncia e di opposizione consapevole al disegno del Governo.
Infatti da quella data si è enucleata una trama organizzativa che tiene assieme le mobilitazioni napoletane con quelle dei No Triv (nelle zone interne della Campania, della Basilicata e della Sicilia), con i No Tav (particolarmente applaudito è stato l’intervento del Sindaco di Susa che ha raccontato la lunga esperienza di lotta dei valligiani), con quelle in corso a Taranto, a Messina e nelle tante vertenze, grandi e piccole, che punteggiano la penisola.
Ma l’incontro napoletano è stato un ulteriore momento in cui il Sindaco De Magistris ha denunciato l’insieme delle politiche del Governo Renzi le quali – anche attraverso l’annunciato prossimo ulteriore taglio di trasferimenti dallo Stato agli Enti Locali – consolidano la linea di condotta dell’austerity (ben oltre le abituali sparate propagandistiche del premier) e della compressione dei diritti politici e sociali dei settori popolari della società.
Una denuncia forte che si intreccia – tenendo conto le caratteristiche specifiche di rappresentare un punto di vista di una composita Amministrazione – con quella rappresentata dai movimenti sociali e delle associazioni indipendenti che si battano su questo versante del conflitto.
Una denuncia non a caso ridicolizzata ed infangata dal vigente sistema della disinformazione deviante il quale è, quotidianamente, impegnato nell’opera di delegittimazione delle ragioni sociali di queste mobilitazione e nella costante criminalizzazione degli attivisti politici e sociali.
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