Corrispondenze su Roma, Milano e Napoli.
A Roma l’appuntamento centrale della giornata era a Porta San Paolo, luogo simbolo dell’inizio della Resistenza contro il nazifascismo. Qui era stato convocato il comizio dell’Anpi nonostante le polemiche e gli anatemi per l’auto esclusione della Brigata Ebraica e dei gruppi legati all’oltranzismo sionista della comunità ebraica romana. Ben visibili in piazza le bandiere palestinesi e delle varie resistenze (dal Donbass antifascista ai kurdi) che i gruppi sionisti volevano tenere fuori dalle manifestazioni del 25 aprile e che portarono all’aggressione squadrista lo scorso anno al Colosseo. Niente da fare stavolta, gli antifascisti si sono stretti intorno ai palestinesi garantendo il loro pieno diritto a partecipare a una manifestazione che celebra la Resistenza. In piazza gli striscioni della Comunità Palestinese e della rete Ebrei contro l’occupazione erano affiancati. Una smentita nitida e definitiva di ogni strumentalizzazione.
Dal palco questa volta sono intervenuti solo Nassi, segretario provinciale dell’Anpi che ha dovuto sostenere settimane difficili per organizzare questa manifestazione, e solo i partigiani. Donne e compagne partigiane come Tina Costa, 90 anni e ancora tanta lucidità e passione politica e poi un partigiano che agiva nella zona di Centocelle, zona di frontiera tra le azioni urbane dei Gap e quelle delle Sap che colpivano le colonne tedesche sulla Casilina e la Prenestina fuori dalla città di Roma. E poi un altro partigiano che ha combattuto con la formazione Bandiera Rossa e diversi altri che stavolta, forse liberi dalla presenza ingombrante delle istituzioni, hanno potuto parlare liberamente della loro esperienza di combattenti partigiani e di quello che significa oggi.
Dal palco è stato inviato un saluto al compagno Domenico Vasapollo “Mimmetto” scomparso martedi scorso. In piazza era presente lo striscione della Rete dei Comunisti che lo ricordava.
Conclusi gli interventi dei partigiani, un migliaio di compagne e compagni del Comitato 25 Aprile che unitariamente da settimane ha gestito l’avvicinamento alla manifestazione, sono partiti con un corposissimo corteo che ha raggiunto il Ponte dell’Industria (noto a Roma come Ponte di Ferro) dove, dal 1997, è stata posta una lapide che ricorda le dieci donne mitragliate dai nazisti per aver assaltato un forno alla ricerca del pane. Un intervento ha salutato e augurato buon viaggio alla Carovana Antifascista in partenza per il Donbass ai primi di maggio. Dopo alcuni interventi il corteo si è sciolto senza problemi e con grande soddisfazione di chi vi ha partecipato.
In un’altra parte della città invece un altro corteo è partito dalla stazione di Tor Sapienza per poi concludersi a Piazza delle Camelie a Centocelle dove c’è la lapide che ricorda i partigiani. Un corteo in cui l’antifascismo è stato declinato con la necessità di tenere i fascisti e i leghisti lontani dalle periferie. “Da Tor Sapienza a Centocelle, passando per il Quarticciolo, vogliamo percorrere le strade di una periferia martoriata dove la liberazione vive nella lotta per la casa, nella battaglia contro la speculazione, per il verde pubblico, negli spazi di aggregazione e di produzione di cultura indipendente, nella lotta contro la precarietà e la disuguaglianza”.
Dal Pincio, sopra piazza del Popolo, un gruppo di antifascisti è riuscito a calare uno striscione con Benito Mussolini appeso a testa in giù e la scritta «Noi il 25 aprile lo ricordiamo così».
A Milano lo slogan “Fuori i sionisti dal corteo”, ha accolto il passaggio della delegazione della Brigata Ebraica che era stata posizionata in testa alla manifestazione del 25 aprile, dopo la banda e la delegazione dell’Anpi. La Brigata ebraica è stata nuovamente contestata anche in piazza San Babila, dietro piazza Duomo, al punto di arrivo della manifestazione. Un folto di attivisti solidali con la Palestina del centro sociale Vittoria hanno protestato esponendo le bandiere palestinesi e striscioni con su scritto: “Contro il sionismo e l’imperialismo la memoria dei partigiani vive nella Resistenza” e “25 aprile, liberazione dal fascismo e dal sionismo”.
A Napoli. Oggi in occasione del 70esimo anniversario dalla Liberazione italiana dal nazifascismo a Napoli più di duemila persone sono scese in piazza. Il corteo è stato organizzato dalla Rete Antifascista Napoletana con l’adesione di tutte le realtà di lotta della città e dell’Anpi. Numerosissimi i migranti presenti che, a seguito dell’ennesima strage nel mediterraneo, hanno preparato uno striscione in ricordo delle innumerevoli vittime del dispositivo securitario Europeo. Dopo aver attraversato le strade attorno Piazza Garibaldi,il corteo si è diretto verso via Cesare Rosaroll disattendendo le prescrizioni imposte della Prefettura e della Questura, ribadendo che nessuna strada della città può essere interdetta agli antifascisti. Lungo tutta via Foria le forze dell’ordine hanno predisposto un dispositivo di sicurezza da vertice internazionale,con tanto di elicotteri, idranti in prima fila e avvisi alla cittadinanza a non sostare con le macchine per una “previsione di turbativa dell’ordine pubblico”. Dopo più di un mese di presidi di polizia “straordinari”a protezione della sede “Berta”, si è assistito all’ennesima dimostrazione di quanto sia più importante difendere i neofascisti di Casapound, confermando quale sia il ruolo delle istituzioni nel depotenziamento delle giornate di lotta come quella di oggi. Va sottolineato che il dispositivo securitario è stato posto a guardia e difesa della sede storica dell’Msi da cui 40 anni fa partì la molotov che uccise Iolanda Palladino e che oggi viene usata dai fascioleghisti di Casapound. Da una parte un corteo espressione della reale opposizione alle politiche di sfruttamento che subiamo;dall’altra un dispiegamento di forze dell’ordine a difesa di chi promuove logiche divisorie e razziste. Dopo aver apposto la targa commemorativa per Iolanda, il corteo è proseguito per le strade della città arrivando sotto la prefettura dove una delegazione di migranti che rivendicava il diritto ad avere un’accoglienza dignitosa e a potersi muovere senza confini, non è stata ricevuta. Dopo mesi di volantinaggi e attacchinaggi a via Foria,nei quartieri circorstanti e in tutta la città siamo riusciti ad appropriarci del vero valore dell’antifascismo inteso come pratica di lotta e resistenza. Consapevoli dell’aver intrapreso tramite questo percorso di Rete una prospettiva di lotta più ampia, guardiamo a tutto il lavoro politico che ci aspetta da domani nella preparazione di un primo Maggio di lotta e in attesa della “venuta” di Renzi a Napoli il 16 Maggio. Una nuova resistenza è iniziata…nè con Renzi nè con Salvini!
QUI DI SEGUITO LE FOTO DEI CORTEI
Il corteo di Roma
Lo striscione che ricorda Mimmetto a Porta San Paolo
La lapide alle donne uccise dai nazisti a Ponte di Ferro
MILANO, LA MANIFESTAZIONE
LA MANIFESTAZIONE DI NAPOLI
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