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Milano No Expo. La diretta

Ore 19. Questa giornata si è sostanzialmente chiusa bene. Grande partecipazione, che delinea potenzialità positive per il prossimo futuro. Certo, ci sarà molto da lavorare, molto da riflettere. Ma l'”esperimento” fatto a Miano con il “modello Expo” – fatto di lavoro gratuito, sfruttamento, speculazione, propaganda e prepotenza padronal-renziana, ha ricebuto una prima risposta più che dignitosa.

Ore 18. Il corteo si è fermato a piazza Pallavicino, mentre una parte del corteo prosegue verso il campeggio.

Ore 17.30. I siti della stampa aminstream “pompano” e ingigantiscono sia la dimensione degli scontri che quella dei “danni”. Forse nemmeno si rendono conto che in questo mondo “coprono”, relegando in secondo piano, tuta la propaganda renziana su questa giornata di apertura. Contenti loro…

Circa dieci manifestanti – inquadrati dai media di regime come “black bloc” – sono stati fermati e portati in questura.

Ore 17.30. Il corteo si avvicina al punto di arrivo, in via Burchielli. Tensione ancora alta dopo le cariche, ma  anche grande determinazione e “forza tranquilla”.

Ore 17. Il corteo però non si ferma e continua sul percorso deciso. Tutt’intormo il fumo acre dei lacrimogeni, ma anche di qualcosa che brucia, a qualche distanza. Alcuni suv e altre auto di lusso, oltre a qualche cassonetto, sono stati dati alle fiamme in corso Magenta.

Ore 16.35. A piazza Cadorna, improvvisamente, la polizia comincia a caricare il corteo. L’aria si riempie di lacrimogeni inu un attimo. La polizia usa anche gli idranti, ufficialmente “per contrastare i fumogeni” (!), si risponde con petardi e quache sasso. Il tutto, sembra, per le scritte fatte su alcune vetrine, tra cui quelle di un McDonalds. Scontri anche su via carducci con lancio di lacrimogeni.

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Ore 15.40. Finalmente si riesce a partire!! La gente continua ad arrivare, si srotolano gli stricioni dei vari gruppi, movimenti, partitini, ecc. Probabilmente già ora si superano i 40.000 partecipanti, alla faccia del terrorismo mediatico e di Stato. La polizia, intanto, ci tiene a far sapere di aver piazzato 2.200 uomini in assetto antisommossa. Grazie, avevamo pensato si trattasse solo di comparse del cinema…

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Ore 14.30. Piazza XXIV maggio, a Milano, nella zona di Porta Ticinese, è già piena. Oltre 30.000 persone sono concentrate e pronte a partire. Molte altre nei dintorni, come sempre, in attesa che il serpentone si muova. Forse anche più del solito, perché la pressione “criminalizzante”  è stata stavolta particolarmente terroristica.

Una ventina le bande e le formazioni musicali provenienti dalla Francia, dalla Svizzera, dalla Germania è da altri Paesi europei che stanno già suonando nella vicina piazza Sant’Eustorgio e accompagneranno tutto il percorso della manifestazione. 

Ore 13. Sta per cominciare la grande manifestazione di Milano del movimento No Expo. Aria tesa. la polizia esibisce aggressività da ogni poro, in obbedienza agli ordini di un governo che – come quello del G8 a Genova – ritiene che “per fare bella figura davanti al mondo” sarebbe bene schiacciare ogni movimento contrario. Un po’ come con la minoranza Pd in Parlamento, insomma (manganellate a parte, che per ora su Bersani & co. non piovono).

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I media di regime, che hanno già dato ieri una pessima prova, “pompano” alla disperata notizie come “black-bloc di tutta Europa sono arrivati a Milano”.

2456b0bf205f8dff9dc13a57c7b8f434Uno striscione “No Expo” è stato appeso in mattinata davanti al cancello di uno degli ingressi principali, quello di Fiorenza, con scritto sul quale compare la scritta “Il belpaese delle opportunità, un Expo di mafia cemento e precarietà”. Il mini-blitz si è concluso abbastanza presto. Il messaggio comunque è stato “noi entriamo quando vogliamo”.

Il sindacato Usb ha intanto presidiato un centro commerciale, per protesta contro il lavoro festivo in genere e soprattutto contro l’obbligo di lavorare anche il Primo Maggio.

 

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1 Commento


  • walter

    al di là delle sicure esagerazioni dei media di distrazione di massa, non potete continuare a minimizzare le azioni ed i danneggiamenti ad opera degli anarchici in ogni manifestazione. è vero, non tutti sono anarchici, alcuni di loro sono infiltrati che hanno lo scopo di creare casino per il bene della propaganda. ma proprio per questo non andrebbero ripetuti gli errori dei tempi in cui si minimizzavano le bar parlando di “compagni che sbagliano”. ridurre a trascurabili i danneggiamenti (si trattasse anche solo di una vetrina o di un’automobile) e non isolare ed escludere dai cortei i soliti noti – perché sono noti -, fa il gioco dei politici di regime, di chi manovra i fili a cui sono legati, della loro propaganda. e infatti oggi i media, quelli filo governativi sempre, quelli che raggiungono ogni casa, ogni occhio, ogni orecchio, diffondono sdegno per gli scontri e non parlano delle ragioni della manifestazione. obiettivo raggiunto per la classe dominante; l’ennesima sconfitta per decine di migliaia di persone le cui ottime ragioni sono state annientate dall’incapacità politica e comunicativa di chi li dovrebbe rappresentare. è da chi dovrebbe fare informazione seria, obiettiva ed incisiva

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