Il “governo che ascolta tutti ma obbedisce solo alla Troika e Confindustria” si prepara al solito blitz con il solito “maxiemendamento” che riscrive tutta la proposta di “riforma” della scuola, confermando tutte le infamie contenute nel progetto originale più qualche variazione sul tema per gettare polvere negli occhi. E come al solito la cosiddetta “minoranza Pd” prende per buono il tutto, dichiara che ci sono “molti cambiamenti” (lessicali, forse) e si prepara a dare la solita fiducia facendo finta di essere soggetto critico.
Del resto al Senato il governo Renzi non può contare su una maggioranza certa, quindi era scontato che avrebbe fatto ricorso al voto di fiducia per stroncare qualsiasi discussione di merito (il merito! il merito!) e ricattare un pugno di voltagabbana professionali pronti a dire sì pur di mantenere il posto ancora un po’.
La novità, davvero indicativa del “metodo” dittatoriale ormai assunto da questa congrega di amministratori conto terzi, è che il testo del ddl arriverà in aula senza l’ok della Commissione cultura -che non ha dato l’ok per assenza di maggioranza favorevole – e addirittura senza relatori. “Figlio di NN”, si sarebbe detto una volta, ma assolutamente blindato e da approvare a scatola chiusa.
Il testo è quello già approvato dalla Camera, dove la maggioranza è robusta, rimaneggiato giusto quel tanto da permettere di dire che “abbiamo raccolto i suggermenti”. Insomma, è il testo contro cui è insorto tutto il mondo della scuola, con uno sciopero generale di categoria e una riuscitissima guerriglia quotidiana sugli scrutini. Ma senza riuscire a distogliere il governo dal suo intento demolitore della scuola pubblica.
La novità principale è nello scorporo parziale delle 100.000 assunzioni dal progetto di riforma vero e proprio, anche perché ormai i tempi tecnici erano troppo stretti per consentire che la “riforma” potesse andare in vigore con l0anno scolastico 2016-17. Tutto rinviato di un anno.
Le assunzioni, invece, dovrebbero essere effettuate entro il mese di agosto, in modo da dare un minimo di certezza ai vari istituti sulla pianta organica di cui potranno disporre alla riapertura delle scuole. Il provvedimento riguarderebbe soltanto coloro che sono stati qualificati come idonei con il concorso del 2012. Il concorso 2016-2019 verrebbe invece bandito entro il 1° dicembre 2015 (e non più entro il 1° ottobre). E potrà parteciparvi chi ha più di 36 mesi di supplenze.
La decisione dello scorporo parziale non ha comunque ridotto minimamente il tono ricattatorio con cui Renzi ha fin dalll’inizio gestito la questione. Ieri, parlando a Courmayeur, ha ripetuto che “Se il progetto della buona scuola andrà avanti avremo 100mila assunzioni in più. Se non andrà in porto, ci sarà il regolare turn-over: non 100mila, ma 20-25mila assunzioni”. O non lo hanno avvertito della separazione tra le due cose, o ha cambiato idea nei successivi cinque minuti.
L’obiettivo è chiudere con la fiducia entro gioverdì sera, per riportare poi il nuovo testo alla Camera per la scontata approvazione definitiva.
E’ molto difficile che accada, perché in un Parlamento di nominati l’onore è un optional poco di moda, ma l’augurio fervido di docenti, studenti e famiglie è che Renzi trovi lo scoglio sotto la chiglia.
Il testo del maxiemendamento:
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