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La Troika schiavizza la Grecia. Il grido di Manolis Glezos

La pensione minima versata mensilmente ai greci è stata ridotta di quasi 100 euro al mese, dagli attuali 486 euro a 392,70, e il provvedimento è retroattivo in quanto sarà considerato in vigore dal primo gennaio di quest’anno. A riferirlo è l’edizione online del quotidiano To Vima che pubblica il testo di una circolare diffusa dal viceministro della Previdenza sociale Pavlos Haikalis. La circolare attiva una disposizione di legge che era stata approvata dal Parlamento nel 2010 ma non era mai stata applicata. E’ questa una delle molte modifiche al sistema pensionistico che la Grecia dovrà attuare per ottempererare al cosiddetto “terzo piano di salvataggio” approvato dal Parlamento greco venerdi scorso.

Ma questi piani di salvataggio non sono altro che delle truffe nei confronti della popolazione greca. Infatti poco o nulla dei finanziamenti restano a disposizione della Grecia per eventuali misure di attenuazione dell’austerity imposta dall’Unione Europea, Bce, Fmi, Esm. Dei 240 miliardi stanziati nei due primi salvataggi, solo 11,7 – ha calcolato il think tank Macropolis – sono rimasti davvero a disposizione del governo per alleviare la crisi del paese. Il 5% del totale. Il resto se né andato per onorare debiti e interessi (122 miliardi ) , per gli istituti di credito, per la ristrutturazione dell’esposizione con i privati di tre anni fa ( 34 ) e per finanziare il deficit di bilancio (15 ). “Lo stesso succederà agli 86 in arrivo nei prossimi tre anni: 53 serviranno per ripagare la Troika, 25 per le ban che, 4, 5 per consolidare i depositi bancari e 7 per gli arretrati con i privati. Per completare l’opera, Atene dovrà contribuire in proprio alle sue necessità finanziarie garantendo un surplus primario di bilancio di 6 miliardi grazie a nuovi tagli al welfare e vendendo beni pubblici per 2,5 miliardi” scrive oggi Ettore Livini nella sua corrispondenza dalla Grecia per La Repubblica.

Ed è infatti un grido di riscossa e dignità quello lanciato dall’ex europarlamentare greco di Syriza Manolis Glezos, 92 anni, mitica figura della Resistenza greca contro l’invasione nazifascista. Glezos ha esortato la direzione di Syriza a “rinsavire” ed a convocare un ampio vertice sostenendo che il terzo piano di salvataggio del Paese concordato dal governo di Atene con i creditori internazionali “lega i greci mani e piedi e li rende schiavi per interi decenni”.

A conferma della denuncia di Glezos è arrivato anche un reportage del quotidiano progressista britannico The Indipendent, le cui conclusioni sulle sorti della Grecia dopo la capitolazione del governo Tsipras sono, purtroppo, lucide e lapidarie: “L’intensità del programma di ristrutturazione concordato per la Grecia dovrebbe dissipare anche l’ombra dell’idea che questo sia un tentativo ben intenzionato, ma maldestro, di affrontare una crisi del debito” scrive Nick Dearden “Si tratta di un tentativo cinico di creare nel Mediterraneo un paradiso per le grandi corporation, a cui si deve resistere a tutti i costi”.

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