Un sondaggio diffuso ieri in una Grecia che si avvia ad elezioni anticipate, ha fotografato la nuova possibile geografia politica, soprattutto nella sinistra greca alla luce della crisi e della scissione di Syriza. Syriza sarebbe ancora il primo partito greco ma ridotta al 28,7% (i voti persi a sinistra vengono recuperati su quelli del Pasok), inseguita da Nuova Democrazia con il 26,3. Il Partito Comunista di grecia (Kke) viene dato al 5,4% , la stessa percentuale della nuova formazione politica di sinistra Unità Popolare che viene anch’essa indicata al 5,4% come il Pasok. Gli alleati di governo di Syriza, il partito nazionalista Anel viene dato al 4,2, mentre i fascisti di Alba Dorata al 7,2. I centristi del Potami e dell’Unione dei Centristi vengono dati rispettivamente al 6,6 e 5,4.
Dopo le dimissioni del segretario di Syriza, Koronakis, si rincorrono poi voci di ulteriori aggregazioni a sinistra ma in concorrenza tra loro. La presidente del parlamento greco Zoe Costantopoulou, sembra intenzionata a fondare un nuovo partito che potrebbe allearsi ma non fondersi con l’Unità Popolare di Lafazanis. Al nuovo gruppo potrebbe aderire il simbolo della resistenza greca Manolis Glezos. Converge su Unità Popolare invece l’economista Alavanos, che da gennaio aveva aderito alla coalizione di organizzazione di sinistra Mars. Con la sua formazione “Piano B” ha stretto un’alleanza con Lafazanis e Unità Popolare. Anche la coalizione di sinistra Antarsya fa sapere di aver tenuto una serie di incontri con le altre forze politiche (già fatto quello Unità Popolare) e adesso prendere le sue decisioni dopo aver consultato i propri militanti.
Alexis Tsipras, firmando tutti i memorandum imposti dalla Troika e poi dimettendosi per andare a nuove elezioni aveva detto: “La battaglia elettorale non deve trasformarsi in guerra fratricida della Sinistra”, c’è un socchè di bertinottismo in tutto questo?
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