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Bologna. Sabato 26. In piazza per la libertà di dimora

Domani, sabato 26 settembre a Bologna, manifestazione #LibertàDiDimora.

Mancano poche ore alla manifestazione di Bologna lanciata dalla campagna Libertà di Dimora per questo sabato. L’appuntamento è alle 15,30 in piazza XX Settembre vicino alla Stazione centrale.

Al centro della manifestazione la risposta all’ondata repressiva di questi ultimi mesi e settimane ma anche la costruzione di una mobilitazione permanente anche in vista della calata di Salvini sotto le due torri.

Ci si aspetta una manifestazione determinata dove l’appello è alla “Bologna della libertà contro la Bologna della paura”. Una risposta ai divieti di dimora e agli arresti domiciliari emessi dalla magistratura contro militanti vecchi e nuovi dei movimenti bolognesi, ma anche un appuntamento di rilancio di quelle mobilitazioni e temi che sono il bersaglio della magistratura, della questura e del PD.

A seguire il comunicato di Ross@ bologna in occasione della manifestazione indetta per domani a Bologna.

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Le ragioni per una piazza, le ragioni per un movimento di opposizione.

Da diverso tempo, numerosi militanti di movimenti sociali, politici e sindacali, vengono raggiunti da provvedimenti cautelari, e con una geometria molto complessa devono convivere con arresti domiciliari, ed allo stesso tempo, divieti di dimora nella stessa residenza dove hanno gli arresti domiciliari, oppure obblighi di dimora in città in cui non risiedono da decenni e dove non hanno né lavoro, né famiglia, né alcun riferimento personale.

Secondo i giudici, dalla Procura ai Gip e al Tribunale del Riesame, il cui esito costituisce una certezza, i provvedimenti sono “necessari” a fronte di eventi, in particolare proteste sociali, sindacali, politiche, ai quali lo Stato, le amministrazioni, oppure le società datrici di lavoro, rispondono semplicemente schierando la forza.

Ne possiamo citare a decine, dagli scontri in Piazza Verdi con l’intervento della polizia perché vi si svolgeva un’assemblea con lavoratrici in cui veniva utilizzato un microfono ed un amplificatore, alle proteste presso la Granarolo,  alle proteste contro Ministri, alle manifestazioni contro l’omofobia, contro i razzisti alla Salvini, contro  le aziende che usano sfruttare sessualmente le donne, alle occupazioni delle case e dei centri sociali.

Tutto questo costituisce a Bologna, e non solo a Bologna, la loro esclusiva risposta ad ogni tipo di dissenso e critica, ovvero legittima richiesta di diritti. E’ evidente che questa risposta, affidata ai provvedimenti giudiziari, fatti con il copia-incolla dei file della Questura, costituisce una non risposta, che rimanda contro il mittente l’intero problema, nella sua complessità.

I sindacati tradizionali, così come i partiti tradizionali sono implosi o sono in crisi, insieme all’intero sistema della rappresentanza, rivelando una natura intimamente corrotta: nessuna risposta nelle forme che abbiamo conosciuto fino ad ieri è oggi possibile, per la natura della crisi e per le scelte fatte a livello nazionale ed europeo per gestirla contro i settori popolari. A questo si aggiunge l’intreccio di rapporti clientelari, nel quale tutti godono e si spartiscono risorse pubbliche.

A fronte dell’assenza di interlocutori, di risorse disponibili per le emergenze abitative, lavorative e di studio, cambia il contesto e le possibili risposte antagoniste. Ai movimenti e alle varie realtà conflittuali siano essi sociali, politici, sindacali, rimane sempre più solo la “piazza” e la lotta rivendicativa.

Per questa ragione il 26 Settembre ci saremo: non per una semplice manifestazione contro la repressione, perché conosciamo perfettamente i rischi che si corrono nel conflitto, ma per rivendicare pratiche di lotta e percorsi che fino qui faticosamente ma con grande determinazione abbiamo costruito e per rilanciarli.

In questo percorso non ci sono attori principali e comparse, non ci sono buoni e cattivi ma una trama collettiva fatta di uomini e donne la cui facce stanno nelle occupazioni delle case, nei picchetti contro lo sfruttamento nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle università, nei quartieri dove la crisi si accanisce contro chi a poco o più nulla.

Sabato 26 Settembre saremo in piazza contro il PD, il suo sistema di potere e contro i suoi alleati a destra e a sinistra: sia chiaro che non basta una semplice dichiarazione o un attestato di solidarietà per cancellare le responsabilità di chi in questi anni in Consiglio comunale ha fatto passare di tutto e di più e che ancora cerca di sopravvivere cercando accordi col partito della nazione.

Saremo in piazza per rivendicare il diritto alla resistenza contro chi quotidianamente utilizza la violenza nei confronti dei settori più poveri della società. Saremo in piazza perché crediamo che un movimento di opposizione si crei nella radicale rottura politica e culturale, non solo nelle pratiche di lotta. Perché crediamo che un movimento non si possa “salvare” attraversando ricette elettorali dove si sta sostituendo l’antiberlusconismo con l’antirenzismo, riproponendo una specifica logica di coalizione che tanti danni ha prodotto nella sinistra negli ultimi decenni.

Nessun passo indietro.

Rossa Bologna

 

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