La notizia è ufficiale, visto che appare su Rassegna.it, organo della Cgil. Il governo vuole il divieto di sciopero per il Giubileo e altri “grandi eventi”, soprattutto nella Capitale. E la Cgil ci sta. Subito e prima ancora di discuterne a un tavolo di trattativa. L’unico limite che mette è quello che questo divieto sia introdotto “per vi negoziale”, ovvero con un accordo esplicito del sindacato, anziché con una legge.
Un’infamia non cambia di natura se viene decisa per via negoziale, ma alla Cgil il merito delle questioni che riguardano tutti i lavoratori non interessa più. I padroni e il governo facciano pure tutto ciò che vogliono, ma “con il permesso di Cgil-Cisl-Uil”. A questo e nient’altro è ridotto il mitico “ruolo politico del sindacato”, in pratica intermediario della pace sociale e garante del silenzio di chi lavora.
Mission impossible, naturalmente, come ogni infamia decisa sulla pelle di terzi. Ma non per questo meno vergognosa. In effetti, se il governo decide di vietare gli scioperi durante i “grandi eventi” (oggi il Giubileo, domani la finale di Coppa Italia, tra qualche anno la sagra della castagna…) si apre una questione politica di grande rilievo, che costringere(bbe) chi si autonomina ancora “sindacato” a fare sfracelli in difesa di una libertà costituzionale (non ancora soppressa). E bisogna dire che il governo ha questa tentazione anche per tagliare via definitivamente anche l’impressione di un “ruolo politico” del sindacato. Sa benissimo che in nessun caso Camusso-Furlan-Barbagallo alzeranno la voce (figuriamoci le barricate).
Per questo i bonzi di Corso Italia si affannano a farsi avanti chiedendo di essere coinvolti in una decisione già presa, ma che potrebbe essere “comunicata” come frutto di una “contrattazione che ha evitato limiti peggiori”. Solo per giustificare la propria esistenza in vita e il percepimento (ingiustificabile) delle quote sindacali mensili.
Dobbiamo sempre ricordarvelo: non c’è limite al peggio, se si continua a stare in casa a chattare su feisbuk…
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Giubileo: un tavolo per la «pax sindacale»
I sindacati dicono sì alla proposta del ministro Delrio sull’eventualità di una moratoria sugli scioperi in vista del Giubileo. In vista c’è una sorta di pax sindacale. Dettori (Fp): “Non vogliamo una legge, ma contrattazione per tutelare i lavoratori”
I sindacati hanno accolto la proposta del ministro dei Trasporti Graziano Delrio di discutere l’eventualità di una moratoria sugli scioperi in vista del Giubileo a Roma. Delrio ha lanciato un appello ai rappresentanti dei lavoratori affinché ci si potesse sedere intorno a un tavolo per trovare una soluzione di buon senso.
“Avevamo detto che dopo il varo della legge di Stabilità ci saremo messi intorno al tavolo per discutere del tema degli scioperi selvaggi, della regolamentazione proprio in vista del Giubileo. Ora è arrivato quel momento. Sono pronto a chiamare i sindacati per discuterne e mettere a punto un modus operandi”, ha affermato Delrio in un’intervista a ‘Il Messaggero’. E i sindacati hanno risposto, dicendosi disponibili a cercare un’intesa con il dicastero, sul modello Expo, ma puntando forte sulla contrattazione.
L’obiettivo del ministro è quello di stabilire una sorta di pax sindacale, una tregua a tutto campo per evitare disagi ai cittadini romani e ai milioni di turisti che affluiranno nella Capitale salvaguardando, allo stesso tempo, i diritti dei lavoratori.
La Cgil ha detto sì, ma senza forzature legislative. La Funzione pubblica del sindacato di Corso d’Italia, infatti, vede di buon occhio un’intesa di ampio respiro, mentre l’intervento legislativo viene considerato una via impraticabile. Rossana Dettori, segretario generale della Fp, crede che serva un accordo, perché “solo con la contrattazione si possono gestire i grandi eventi”. Si è subito detto “favorevole all’iniziativa” anche Giovanni Luciano, segretario della Fit Cisl. mentre per Carmelo Barbagallo, leader della Uil, “bisogna stare attenti, è necessario evitare che vengano commessi abusi dalla controparte datoriale”.
Fin quando il papa ha annunciato il giubileo, ha infine aggiunto Paolo di Bernardino, leader della Cgil Roma e Lazio, “abbiamo chiesto all’amministrazione romana e alla Regione, oltre che alle imprese di aprire un tavolo in anticipo. Pensiamo che si importante arrivare all’avvio dell’evento con l’organizzazione del lavoro già stabilita, senza inventare leggi nuove o deroghe che limitino i diritti dei lavoratori”.
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