Menu

Caserta: corrispondenza sull’assemblea contro la guerra e la Nato

Guerra alla guerra!  E’ stato lo slogan con cui la Rete dei Comunisti, assieme ai compagni del Laboratorio Politico ISKRA, ha chiamato a raccolta ieri sera, nella sua sede di Caserta, un‘affollata assemblea svoltasi in coincidenza di eventi, che pure attraggono l’interesse di molte persone, in primis gli appassionati di calcio, in una serata fredda di inizio d’autunno.
Eppure il tema, la ripresa di un’analisi marxista profonda sulla tendenza alla guerra (che è la risposta sempre più precisa che il sistema capitalistico da’ alla sua sistemica crisi) non lasciava spazio ad edulcoramenti o confusioni di sorta.
Ma, vista la stringente urgenza dei temi, e la convocazione della manifestazione a Napoli di questo sabato contro le guerre promosse dalla NATO, e nello specifico contro l’operazione Trident, che impegna in Europa, in questo periodo, nell’area del Mediterraneo, decine di migliaia di soldati della NATO in esercitazioni belliche, che hanno lo scopo di testare una risposta rapida della NATO ai cosiddetti pericoli che vengano da fuori della sua area, ha fatto sì che l’assemblea sia davvero riuscita.
L’esercitazione Trident fa il paio con un’altra gigantesca esercitazione, che la NATO ha promosso e sta svolgendo nei Paesi un tempo del Patto di Varsavia tesa a minacciare la Russia. Tali esercitazioni sono state contestate dai movimenti pacifisti di tutta Europa, a partire dalla Spagna, ma in Italia ancora debole è stata finora la risposta di mobilitazione su questi temi sia dei movimenti giovanili  e sociali, che della sinistra diffusa, spesso confusa anche nella sua analisi dei fatti, e nella distinzione tra aggrediti ed aggressori.
Ecco forse perché pure ieri a Caserta, assieme ai comunisti, ed alle comuniste, tra cui Antonietta, del Comitato No War, che ha prodotto una documentata analisi delle tendenze in atto, e della necessità di unire in concreto il proletariato contro la tendenza a farne carne da macello, sia attraverso la guerra guerreggiata, che attraverso quella economica, sono state presenti all’assemblea realtà cattolica, come Pax Christi, ed alcuni esponenti importanti del cattolicesimo sociale della città. La guerra mondiale a pezzi, che comprende operazioni militari e fughe bibliche di milioni di persone, rappresentata plasticamente dal Papa, è davvero una tremenda realtà presente in gran parte del globo.
“Il capitalismo porta nel suo grembo la guerra come la madre incuba il figlio” è la frase di Lenin da cui si può far partire l’analisi, e questo è ancora di più vero nella attuale fase di crisi sistemica, del modo produttivo e del modello di sviluppo, come per altri versanti riconosce pure un mondo cristiano sempre più insofferente dell’inumanità dello stato di cose presenti nel mondo.
Tutte le questioni della tendenza pratica alla guerra sono state sviscerate nella discussione. Le basi militari USA e NATO in un’area vastissima dell’Eurasia, che limitano sovranità popolare ed inquinano spesso l’ambiente. Le istallazioni presenti a Napoli – ora Lago Patria di Giugliano – la costituzione di corpi militari europei, in alleanza competitiva con la NATO, l’aggressività neocoloniale, per trovare più occasioni di sfruttamento di materie prime e nuovi mercati della ricostruzione possibile, verso i Paesi del Nord Africa e del Vicino Oriente da parte delle imprese europee, e tra esse in prima fila l’ENI, che dopo il golpe degli anni Sessanta ai danni di Enrico Mattei, ha cambiato profondamente la sua natura, essendo peraltro un esempio del peggiore intreccio tra capitale pubblico e capitali finanziari transnazionali.
Ed ancora la presenza dell’esercito nelle scuole e nelle università, per attrarre giovani da reclutare, cui offrire forse l’unico lavoro stabile, in fase di perenne e voluta precarietà: insomma l’arte dell’ organizzazione dell’uccidere senza farsi scrupoli! Anche nella recente kermesse a Napoli  “Futuro Remoto”, organizzata dal consorzio affaristico che gestisce Città della Scienza, prevalente è stata la presenza dei corpi militari.
Ed ancora il complesso militare industriale italiano, con Finmeccanica in prima fila a barattare i posti di lavoro, che perennemente minaccia di tagliare ai suoi dipendenti, con un’espansione fino a 150 Paesi del mondo, del suo mercato dei sistemi d’arma.
A tutto questo va opposta una intransigente battaglia antimilitarista per smascherare le bugie, come la dizione di guerra umanitaria, con cui il sistema dominante maschera la tendenza ala guerra e cerca consensi alla sua ineluttabilità. Bisogna collegarsi a movimenti di lotta alla guerra che vanno rinfocolandosi negli USA, soprattutto a livello scolastico ed universitario e negli altri paesi.
Senza “campismi, tifoserie o collocazioni geo/politiche” – ricordavano i compagni della RdC – ma nella chiara comprensione che alcune aree ed alcuni Paesi del mondo fanno da oggettivo e talvolta soggettivo ostacolo all’affermarsi dell’imperialismo unipolare, e quindi la guerra si rinfocola sia contro di loro, che contro i lavoratori dei Paesi bellicisti, di cui si comprimono diritti e condizioni di lavoro sull’altare della competizione globale.
Una competizione inter/capitalistica, che viene fatta percepire ai lavoratori come lotta per la sopravvivenza, non determinata dal sistema, ma, attraverso un apparato mefitico di opinion makers, contrapponendo i settori popolari ai migranti ed ai profughi provenienti da altre parti del mondo in Europa. Rinfocolando in tal modo le basi culturali e materiali del razzismo, del nazionalismo e di un  nuovo fascismo.
Su questi temi, i comunisti – concludevano Armando ed Eddy (del Laboratorio Politico ISKRA che ha promosso l’iniziativa assieme alla Rete dei Comunisti) – vogliono proporre  una loro riflessione di fondo, con parole chiare, ed azioni coerenti.  
Nessuna commistione tra corpi civili di pace e meccanismi di invasione e cosidetti “nation building” di Paesi Terzi, per metterla al servizio di un più vasto movimento, che bandisca la guerra e le sue ragioni strutturali – vedi il keynesismo di guerra – dalla storia e dalle coscienze soprattutto dei giovani, che devono amare la vita, non l’uccidere organizzato come contemporanea espressione dell’homo homini lupus.

Nicola Vetrano

fonte: www.retedeicomunisti.org

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *