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Trasporto pubblico a Roma: dopo il disastro pure la privatizzazione

L’immobilità caotica del trasporto pubblico di Roma è sotto gli occhi di tutti e per essere ancora più chiari è sulla pelle di tutti i pendolari e i lavoratori del settore.
Dopo una estate terrificante per il disservizio, adesso sono arrivate le ultime mazzate. Dal 1 gennaio 2016 Trenitalia e Cotral si sfilano dal biglietto integrato “Metrebus”. Quindi, oltre al danno delle  metropolitane e dei treni che si bloccano e degli autobus che si guastano lungo il percorso, anche la beffa salata perché chi dovrà viaggiare sui treni regionali metropolitani dovrà pagare una tariffa a parte, con un pesante rincaro dei costi del trasporto pubblico.
Ricordiamo che tutte e tre sono Aziende a totale capitale pubblico. L’Atac ha accumulato ben 49,5 milioni di euro di debito nei confronti di Trenitalia e 120 milioni di euro nei confronti di Cotral, soldi entrati nelle casse di Atac ma mai redistribuiti.
Per questi motivi Trenitalia e Cotral hanno intrapreso azioni legali necessarie per recuperare la quota della bigliettazione mai incassata. 
Tutto ciò si aggiunge ai ritardi delle partenze e degli arrivi, alle corse soppresse, ad una insufficiente informazione ai pendolari, a vetture sporche e affollate. Negli ultimi mesi (ricordate l’infernale mese di Luglio?) il servizio di trasporto pubblico romano è drasticamente collassato. Le condizioni inumane, unite all’afa romana hanno fatto il resto. 
Davanti a tutto questo la Regione Lazio e Roma Capitale che cosa hanno fatto? La prima ha taciuto e la seconda, non essendo in grado di far rispettare il contratto di servizio con l’Atac, ha scaricato le sue responsabilità sui macchinisti e sugli autisti, mettendo gli utenti contro i lavoratori autoferrotranvieri. Invece, le responsabilità sono tutte della Giunta Marino e di quelle precedenti, considerando che l’Atac è la peggiore municipalizzata d’Italia con un miliardo e 400 milioni di debito accumulato negli ultimi 10 anni, con un serio rischio di fallimento.
Le colpe vanno addebitate anche a quei boiardi dirigenti di Atac che hanno gestito male i mezzi e le risorse. Lo scandalo degli appalti truccati e degli stipendi d’oro lo dimostra. Se poi pensiamo all’arrivo di centinaia di migliaia di pellegrini per il Giubileo a partire dalle prossime settimane la situazione della mobilità urbana potrebbe trasformarsi in una pericolosa questione di sicurezza pubblica.
Inoltre, davanti al possibile fallimento, il Sindaco Marino ha proposto la possibilità della privatizzazione. Questa disgraziata scelta, se attuata, porterà alla disgregazione del servizio sociale di trasporto pubblico locale.
L’Atac, e non solo, è stata oggetto di una “Parentopoli” senza precedenti. La Giunta Alemanno in un colpo solo ha assunto per chiamata diretta 850 persone, tutte legate da rapporti familiari o politici ad esponenti della destra e dell’estrema destra, a dirigenti aziendali e a “sindacalisti” complici.
Facciamo una breve storia.
La prima metropolitana, dalla Stazione Termini a Laurentina, fu progettata e iniziata negli anni Trenta del secolo scorso e venne inaugurata il 9 febbraio 1955. Inizialmente chiamata “Ferrovia dell’E42” poi prese il nome di linea “B”. La Linea “A”, venne inaugurata il 16 febbraio 1980 dall’allora sindaco di Roma Luigi Petroselli. Nel 1990 entrò in servizio il prolungamento della linea “B” Termini-Rebibbia. I lavori per la diramazione B1, tratto Bologna-Conca d’Oro, iniziarono nell’autunno del 2005, e la linea è entrata in funzione il 13 giugno del 2012, mentre il restante tratto fino a Jonio è stato aperto al pubblico solo il 21 aprile 2015. Per quanto riguarda la linea di metro “C” stendiamo un velo pietoso, ma denunciamo la stratosferica lievitazione dei costi di costruzione.
Ad esempio facciamo una comparazione con la storia della linea Roma-Lido.
l’inizio dei lavori per la linea Roma-Lido avvenne il 10 dicembre 1920 e la tratta fu inaugurata il 10 agosto 1924 da un convoglio partito dalla stazione di Porta San Paolo e composto da una locomotiva a vapore. La trazione elettrica e il doppio binario entrarono in esercizio l’anno successivo, nel 1925. Il tempo di percorrenza fu di 30 minuti circa con partenze ogni 15 minuti. Dal 1º ottobre 2005 è stata messa sui binari della ferrovia Roma-Lido la ”Freccia del Mare”, operazione teoricamente finalizzata ad aumentare la frequenza di treni in transito nell’ora di punta.
Dopo 90 anni dalla messa in esercizio, le frequenze sono in realtà rimaste sostanzialmente le stesse e se consideriamo l’enorme aumento dell’utenza, che supera di gran lunga le 100mila persone, i pendolari viaggiano come “sardine” o sono costretti ad aspettare il treno successivo. Sempre che passi e non si blocchi o salti del tutto la corsa. Se non bastasse, ormai la “freccia” viene denominata dagli utenti “la feccia”, in considerazione delle condizioni igienico-sanitarie, dei continui ritardi e della periodica rottura dei treni, non solo alle stazioni, ma tra una stazione e l’altra, che costringe periodicamente centinaia di pendolari a scendere dal treno e a percorrere a piedi la distanza che li separa dalla più vicina stazione, spesso sotto il sole cocente o dentro le gallerie.
La situazione è disastrosa, ma la rabbia e il risentimento devono lasciare il posto alla volontà di difendere e rilanciare il servizio pubblico trasportistico con l’unità tra i lavoratori e i pendolari contro la mala gestione e il malaffare dilagante. Che guarda caso il politico di turno propone di risolvere regalando ai privati il servizio pubblico.

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