Sardegna di nuovo in piazza contro la militarizzazione del territorio e le servitù militari, contro le maxi esercitazioni Trident e contro la Nato. Sabato scorso circa mille e cinquecento persone hanno marciato nel centro di Cagliari, nonostante la pioggia, dicendo ‘no’ alle manovre militari della Nato in corso sull’isola e rispondendo così all’appello della Tavola Sarda della Pace e di altre realtà dell’arcipelago pacifista e antimilitarista.
Il prossimo appuntamento è previsto già domani, quando un altro corteo sfilerà nei pressi del Poligono di Teulada. Ma contro la manifestazione convocata dalla “Rete No basi né qui né altrove” e da varie sigle del movimento indipendentista e antagonista è in atto una vera e propria campagna di intimidazione.
Fresco di nomina, il Questore di Cagliari Vito Danilo Gagliardi sta mostrando i muscoli tentando così di proibire lo svolgimento della manifestazione contro la Nato e le servitù militari. Intanto negando l’autorizzazione alla mobilitazione, e poi emanando dei fogli di via per venti attivisti (ma il loro numero potrebbe crescere nelle prossime ore) ai quali il provvedimento liberticida impedisce di soggiornare o anche solo di passeggiare per un periodo di ben tre anni nei comuni di S. Anna Arresi e Teulada, cioè quelli interessati dalle ricorrenti manifestazioni contro l’occupazione militare dei territori.
“I fogli di via sono stati emessi dalla Questura perché queste persone sono state viste più e più volte girovagare nelle vicinanze del perimetro del poligono di Teulada sia dal personale di vigilanza che dal nostro personale. Dovevamo dare un segnale importante dopo la loro richiesta di manifestazione. Una richiesta aleatoria senza un luogo di partenza preciso, un orario, un percorso con un corteo lungo il perimetro del Poligono che chiaramente non sarà autorizzato” si giustifica all’ANSA il Questore di Cagliari. “In questi termini la manifestazione non verrà autorizzata perché non ci sono i canoni di sicurezza – ha aggiunto Gagliardi -. Questa richiesta potrebbe essere stata fatta per attrarre i pacifisti, quelli veri che oggi hanno manifestato tranquillamente. Gli organizzatori di oggi (sabato, ndr) avevano chiesto autorizzazioni e concordato percorsi e orari con la Questura”.
Appare abbastanza evidente il tentativo da parte delle autorità di pubblica sicurezza – e della stampa regionale – di intimidire i promotori della manifestazione di domani e di separare i presunti ‘pacifisti buoni’ dagli ‘antagonisti cattivi’.
Un tentativo che gli organizzatori della mobilitazione di domani – confermata nonostante i divieti – respingono in toto. “C’è chi spara bombe, mentre chi è nato qui non può circolare liberamente sulla propria terra. Si tratta di misure volte a indebolire la partecipazione alla manifestazione del prossimo 3 novembre, che ledono, oltretutto, la libertà di espressione” afferma Mauro Aresu, portavoce del Comitato Studentesco contro le Basi, a proposito dei fogli di via. E, smontando la giustificazione citata dal Questore di Cagliari, aggiunge: “Il sopralluogo dei giorni scorsi era funzionale a capire come si sarebbe potuta chiedere l’autorizzazione per la manifestazione” che comunque è stata comunicata già il 29 ottobre scorso alla Questura di Cagliari. Che, si ricorda, non è nuova all’uso dei fogli di via contro gli attivisti antimilitaristi, visto che già il 14 ottobre ne vennero spiccati 28 per fatti risalenti al dicembre 2014.
Inoltre, anche se alcune settimane fa la stampa sarda ha diffuso la notizia che alcuni attivisti siano stati denunciati per ‘manifestazione non autorizzata’ e per l’irruzione all’interno di poligoni militari nel corso di mobilitazioni dei mesi scorsi, finora le denunce annunciate dai giornali non sono state notificate. Un modo come un altro per convincere gli attivisti più esposti a starsene buoni…
La campagna di intimidazione ai danni di chi intende legittimamente protestare domani a Capo Teulada non sembra però funzionare, ed anzi l’attivismo della Questura sembra sortire un effetto boomerang contribuendo ad amplificare l’iniziativa. “Lo abbiamo detto alla manifestazione del 31 Ottobre e lo ribadiamo per mezzo stampa, non ci sono buoni e cattivi. Il nostro nemico è la Nato, lo stato Italiano e tutti gli altri promotori di morte che si addestrano nel nostro territorio” scrive il Comitato studentesco contro l’occupazione militare della Sardegna.
Stamattina si sta tenendo nella sede dell’Unione Sindacale di Base di Cagliari una conferenza stampa congiunta tra Usb e Cobas Scuola per esprimere solidarietà agli attivisti colpiti dai fogli di via e ribadire il no del sindacalismo conflittuale alle esercitazioni e alle servitù militari.
Denuncia l’Usb sarda: “La Questura di Cagliari (…) sta emanando fogli di via a carico di numerose persone (…). La motivazione di tale provvedimento, che fa riferimento ad una legge del periodo fascista, è che i destinatari delle restrizioni sono “da annoverare tra i soggetti pericolosi (…) che sulla base di elementi di fatto si ritiene siano dediti alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo la sanità, la sicurezza e la tranquillità pubblica.” Noi pensiamo che siano altri e ben più pericolosi i responsabili, in primis il governo nazionale e tutte le sue diramazioni atte ad imporre le politiche dettate dalla troika (Ue-Bce-Fmi) e dalla NATO, che pur di salvare le Banche impongono la privatizzazione e la distruzione di tutti i servizi pubblici, impongono sacrifici ai cittadini con tagli alle spese pubbliche previste per scuola, l’educazione, la sanità e le pensioni e tutto ciò che concorrerebbe alla coesione, al benessere e tranquillità pubblica da loro richiamata nei provvedimenti restrittivi. (…) Per noi, i fogli di via emanati, altro non sono che il tentativo di criminalizzare il dissenso e la conflittualità che (…) sta mettendo in piazza una forte mobilitazione contro queste manovre belliche internazionali denominate Trident Juncture 2015 a guida NATO, e che sta facendo pagare sopratutto ai sardi un prezzo rilevante in termini di occupazione militare e inquinamento del territorio, con risvolti negativi rilevanti per l’economia ma anche per la salute dei cittadini, visto l’alto aumento di morti dovute a patologie riconducibili all’inquinamento creato dai loro micidiali “giochi di guerra”.
In un suo comunicato, il Fronte Indipendentista Unidu condanna i fogli di via emessi ai danni di venti attivisti e ricorda che “la Trident è l’operazione di addestramento Nato (nota) più imponente degli ultimi trent’anni e si sta svolgendo sul suolo sardo. (…) Riteniamo comunque che tagliare simbolicamente una rete ed invadere il perimetro militare pacificamente per rivendicare la proprietà di quella terra, non siano atti di violenza e che anzi siano la base di una disobbedienza civile necessaria a cacciare gli occupanti dalla nostra terra. (…) Contro la logica dei buoni e cattivi presenza e solidarietà, per la costruzione della nostra sovranità territoriale e politica della nazione sarda, tutti a Teulada!”.
Da parte sua la Rete no Basi né Qui né Altrove avverte la Questura che “non intende accettare queste eventuali proibizioni” (…) “anche se la questura non ha ancora ufficialmente comunicato le prescrizioni o la proibizione del corteo”. E, contestando le giustificazioni addotte da Gagliardi, si ricorda non solo che la mobilitazione è stata notificata regolarmente il 29 ottobre, ma anche che nella notifica ci sono anche luogo ed ora. Per tutti l’appuntamento è alle 10 di domani a Porto Pino, Via Prima Spiaggia a Sant’Anna Arresi, per marciare intorno al perimetro del poligono di Capo Teulada.
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