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Amianto alla Eternit-Saca di Cavagnolo: anche qui nessun colpevole

Dopo che a Novembre nel 2014 la Corte di Cassazione aveva aveva annullato per sopravvissuta prescrizione la sentenza d’appello che condannava i dirigenti ETERNIT per le innumerevoli morti a causa delle esalazioni di amianto, ieri si è scritta un’altra pagina triste in quella che, per citare il bel libro di Alberto Prunetti, è a tutti gli effetti una storia operaia.

Stavolta il processo riguardava la morte di 3 lavoratori e la malattia di un quarto. La diagnosi? La solita: asbestosi, mesoteliomi e tumori polmonari. Imputati 4 dirigenti della ditta SACA, poi diventata ETERNIT, perchè secondo l’accusa l’azienda aveva sempre saputo della pericolosità ambientale in cui si operava e non aveva fatto niente.

Ma il giudice ha assolto gli imputati e quelle morti rimangono impunite. Esulta l‘avvocato del magnate Stephan Schmidheiny (il CEO Eternit già giudicato per disastro ambientale ma prosciolto per prescrizione), secondo cui questa sentenza conferma le tesi della difesa anche in altri processi.

E infatti la paura adesso è che questo processo possa diventare un precedente. Paola Italiano sulla “Stampa” prova a rassicurare tutti: “Difficilmente questa sentenza avrà influenza sulle altre cause in corso (…) Perché è figlia di un’impostazione dell’accusa vecchia, superata da quella data dal pm Raffaele Guariniello che con Gianfranco Colace ha portato a processo i vertici mondiali della multinazionale, partendo dal presupposto che i responsabili locali sono meri esecutori e che le eventuali responsabilità sono da contestare a chi detiene il potere effettivo di spesa, in virtù del quale vengono (o non vengono) disposti gli investimenti per la sicurezza”.

Speriamo. Intanto a Cavagnoli e non solo la gente continua a morire.

Il mio papà lavorava alla Saca e portava a casa i sacchi da cucire a mia mamma … i sacchi erano di juta, contenevano l’amianto e quando erano rotti li davano da cucire. Infatti lei era sempre piena di polvere. Si faceva un rotolo, lo legava alla bicicletta, poi quando arrivava a casa lo buttava nel cortile e lì c’era tanta polvere. E poi mia mamma li cuciva e li rendeva … qualcosa le davano, però io adesso non so dire quanto .. e adesso anche lei ha l’asbestosi

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