Aggiornamento – Alle 13.00 la situazione sotto lo stabile delle ex scuole Ferrari di Bologna rimane critica. Finora 15 persone sono state identificate e altre 6 sono state portate in questura. I delegati per ASIA USB e gli attivisti in presidio sono stati caricati dalla polizia in assetto antisommossa mentre cercavano di avvicinarsi alla palazzina per poter seguire le operazioni di identificazione. I delegati sindacali non hanno potuto avvicinarsi nemmeno quando una occupante è svenuta ed è stata portata via in ambulanza. Il messaggio di “tolleranza zero” appare chiaro, non solo quando le forze dell’ordine hanno rifiutato qualsiasi mediazione con il sindacato, ma anche quando dopo numerose telefonate all amministrazione comunale, nessuno si è ancora presentato in via Toscana per prendere in mano la situazione con gli strumenti del dialogo.
Le finestre ormai murate della ex scuola sembrano raffigurare il muro alzato dalle istituzioni in questa giornata, e mentre gli occupanti resistono determinati sopra il tetto, in strada il presidio in solidarietà a chi oggi sta perdendo il tetto sopra la testa si rinfoltisce e dichiara di voler rimanere ad oltranza, fino a che non si romperà il muro di indifferenza alzato dal comune.
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La situazione alle 10.30 – Da questa mattina all’alba è in corso un nuovo sgombero a Bologna, alle ex scuole Ferrari in via Toscana.
In una zona decisamente marginale rispetto al centro della città, l’occupazione resisteva dal 2013, con una cinquantina di persone organizzate in AS.I.A USB che non sono mai state oggetto di particolari attenzioni da parte dell’amministrazione comunale. Una occupazione che di per se non fa notizia, poichè non ci sono minori, ma “solo” persone senza lavoro, migranti e precari. Dopo aver subito lo stacco dei servizi essenziali (acqua luce e gas) già vari mesi fa, è in questo momento sotto attacco da parte delle forze dell’ordine. Uno schieramento imponente quello che gli attivisti di ASIA-USB si sono trovati di fronte questa mattina all’alba, quando sono sopraggiunti allarmati dagli occupanti dello stabile. Gli occupanti sono saliti sul tetto dello stabile a decine, per attirare l’attenzione dell’amministrazione, e per riaffermare il diritto all’abitare per tutti, senza distinzione di età, sesso, provenienza. Non ci sono situazioni più prioritarie di altre, tutti hanno il diritto di avere un’abitazione dignitosa!
Dall’altra parte, negli ultimi tempi la violenza delle forze dell’ordine durante gli sgomberi a Bologna è cresciuta, anche in questo in questo caso, mostra la sua insensatezza inaudita. Gli attivisti arrivati stamattina sul posto in solidarietà con gli occupanti barricati all’interno dello stabile, hanno tentato di srotolare uno striscione, ma sono stati subito malmenati, spintonati e immobilizzati dalla polizia vicino a un cassonetto dell’immondizia, a debita distanza dal luogo dello sgombero, marcati a pochi centimetri da un cordone di agenti in assetto antisommossa, cui ne seguivano altri tre di carabinieri.
Intanto, mentre i vigili del fuoco stanno decidendo come evacuare i tanti occupanti sul tetto, i muratori dell’impresa edile (già presenti stamane dalle 6:30, nel caso lo sgombero fosse un’operazione lampo..) iniziano a murare porte e finestre dell’edificio.
Non capita tutti i giorni che i lavori per murare gli accessi inizino quando ancora sono presenti all’interno delle persone, ma la fretta di chiudere questa esperienza di lotta per la casa, che ha resistito finora, sembra accompagnare l’intenzione dell’amministrazione di creare maggior caos, in vista delle elezioni, senza riuscire a comprendere che chi lotta per la casa non si fermerà davanti ad uno sgombero, e che fino a che non sarà risolta non solo l’emergenza, ma anche l’annosa questione degli sfratti e dell’edilizia popolare, ci saranno sembre occupazioni.
Il presidio intanto si sta allargando, i solidali, gli attivisti e gli occupanti di altri stabili arrivano nonostante il disagio causato dalla lontananza dele scuole Ferrari dal centro cittadino.
Nelle prossime ore, seguiranno aggiornamenti…
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