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Università di Cagliari, vietato denunciare l’apartheid israeliana

Nei prossimi giorni in circa 150 località di tutto il mondo si terranno iniziative di informazione, denuncia e mobilitazione nell’ambito della settimana contro l’apartheid israeliana, una delle varie ramificazioni del movimento internazionale che si batte per le sanzioni e il boicottaggio nei confronti di Israele.
Ma come avviene ogni qualvolta qualcuno osa mettere in discussione le politiche guerrafondaie e discriminatorie di Tel Aviv, le autorità oppongono divieti e censure.
E’ accaduto di nuovo, questa volta a Cagliari, dove la locale università ha comunicato ieri l’indisponibilità dei propri locali, inizialmente concessi ai promotori dell’iniziativa. Anzi, l’Ateneo ha smentito di aver mai concesso la possibilità di tenere le attività all’interno dei propri edifici: “L’Università degli Studi di Cagliari non ospiterà – e non ha mai inteso farlo – l’Israeli apartheid week, come erroneamente riportato da alcuni organi di stampa. L’Ateneo ha tra i suoi valori fondanti il pluralismo, la libertà da ogni condizionamento ideologico, confessionale e politico e il pieno rispetto delle pari opportunità anche tra differenti posizioni culturali”. Anche se poi la nota emessa dall’Università sarda smentisce quanto affermato poco prima quando spiega che “Le autorizzazioni all’utilizzo di aule, locali o spazi dell’Università di Cagliari concesse dai responsabili delle Facoltà o dei Dipartimenti a iniziative culturali presentate con titoli diversi ma rientranti in questa manifestazione devono intendersi revocate con effetto immediato. I docenti che si sono detti disponibili a partecipare all’iniziativa, presentata con titoli e argomenti differenti, ritirano la propria disponibilità”. E poi le minacce, esplicite, nei confronti degli organizzatori dell’iniziativa: “L’Ateneo perseguirà nelle sedi opportune l’uso improprio e non autorizzato del proprio logo accanto alla denominazione della manifestazione”.
Pronta la reazione dei promotori delle varie iniziative programmate dal 26 febbraio al 3 marzo, che ribadiscono di fatto l’intenzione di andare avanti come previsto. Di seguito il comunicato diffuso da varie realtà politiche, studentesche e associative di Cagliari:

“L’Ateneo ha tra i suoi valori fondanti il pluralismo, la libertà da ogni condizionamento ideologico, confessionale e politico e il pieno rispetto delle pari opportunità anche tra differenti posizioni culturali. Per questo motivo le autorizzazioni all’utilizzo di aule, locali o spazi dell’Università di Cagliari devono intendersi revocate con effetto immediato.”
Con queste parole, il rettore Maria Del Zompo nega la possibilità dello svolgimento dell’Israeli Apartheid Week 2016, iniziativa annuale organizzata nelle città e nei campus di tutto il mondo. Conferenze, eventi multimediali e spettacoli culturali hanno lo scopo di mostrare alle persone la natura dell’apartheid israeliana e la sua ricaduta sui palestinesi dei Territori Occupati e di Israele. Informazione ma non solo. I punti saldi di questa campagna vanno dal boicottaggio di ogni tipo di prodotto proveniente dal territorio israeliano, alla richiesta di piena uguaglianza dei cittadini arabo-palestinesi di Israele, alla fine dell’occupazione e della pulizia etnica nei territori arabi, allo smantellamento del Muro, al rilascio dei prigionieri politici, sino ad arrivare al diritto di ritorno da parte dei rifugiati palestinesi.
L’ Israeli Apartheid Week 2016, arrivato ormai alla sua quarta edizione all’ interno dell’Università di Cagliari, è sempre stato un ospite poco gradito ai piani alti. Ciò ha comportato difficoltà nel volantinaggio, divieto di esporre la bandiera palestinese nella facoltà di Lettere e Filosofia, sino alla negazione dell’utilizzo di una sala conferenze di proprietà dell’Ersu durante l’ edizione dello scorso anno.
Alla luce di tutto ciò ricordiamo invece che nel maggio 2013 l’aula Magna del corpo aggiunto della facoltà di Lettere e Filosofia ospitò un eccelso personaggio della letteratura israeliana: David Grossman. Tutto normale, in apparenza. Se non fosse che tale giorno era domenica e che tutti i partecipanti, all’ ingresso, dovevano fare i conti con la DIGOS.
Per non parlare, poi, dell’ attiva collaborazione accademica dell’ateneo cagliaritano con il Technion – Israel Insitute of Technology, istituto di ricerca sempre in prima linea per lo sviluppo bellico e leader nello sviluppo dei droni utilizzati per i raid sulla striscia di Gaza, perseguita anche dopo le ripetute campagne di boicottaggio da parte di docenti e studenti dello stesso ateneo.
Impedire le attività dell’Israeli Apartheid Week è una scelta politica da parte dell’Università, che vieta la possibilità ai docenti e agli studenti di interrogarsi democraticamente sull’opportunità o meno che il proprio ateneo abbia rapporti accademici e istituzionali con chi produce morte e apartheid. Questo significa legittimare a tutti i livelli chi compie reiteratamente crimini contro l’umanità e condanna la popolazione palestinese alla persecuzione quotidiana da parte di un regime imperialista.
Lascia basiti la retorica della pluralità e degli usi ideologici utilizzata dalla Del Zompo per giustificare una decisione basata esclusivamente su una lettera da parte dell’associazione filo sionista “Chenabura-Sardos pro Israele”. Noi crediamo che il vero utilizzo ideologico sia quello perpetuato da Israele e dai loro complici, come si sta rivelando essere l’Università di Cagliari.
Non lasciamo che le pressioni ci fermino nel denunciare i crimini sionisti e gridiamo sempre più forte la nostra solidarietà al popolo palestinese in lotta. L’Israeli Apartheid Week 2016 si farà, nei tempi, nei modi e negli spazi stabiliti, con o senza l’approvazione del rettore.

CI VEDIAMO DAL 26 FEBBRAIO AL 3 MARZO NELLE FACOLTA’

Collettivo Universitario Autonomo Casteddu
Studentato occupato Sa Domu
Collettivo Autonomo Studenti Casteddu
Scida – Giovunus Indipendentistas
Unica 2.0
SCI – Servizio Civile Internazionale

La presa di posizione da parte dell’Ateneo è stata istigata dalla immancabile protesta dell’Associazione Sardos pro Israele, che riproduciamo.

Egregio Rettore,

L’Associazione Chenabura-Sardos pro Israele, componente della Federazione della Associazioni d’amicizia Italia Israele, intende manifestarLe il proprio disappunto in merito all’iniziativa “Israeli Apartheid week” (IAW) che avrà luogo, a parte il giorno 27, presso varie Facoltà dell’Università di Cagliari. Il giorno 29 febbraio 2016 alle ore 17.00 nei i locali della Facoltà di Scienze Economiche, Giuridiche e Politiche Aula anfiteatro – viale S.Ignazio 74 con tema “L’incubo militarista in Sardegna: dalle servitù alla cooperazione col Technion”.
Il giorno 1 marzo si svolgerà il secondo appuntamento che avrà luogo presso l’aula 17 della Facoltà di Studi Umanistici con la proiezione di un film dal titolo Infiltrators che ha come tema principale il “muro” cosiddetto che separa Israele dai territori palestinesi, con un solo punto di vista, senza confronto di opinioni da parte di vari relatori rivelando la matrice puramente politica ed ideologica dell’iniziativa. Mercoledì 2 marzo, presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere ex clinica Aresu, alle ore 16,30 si svolgerà l’incontro dal titolo “Dalla resistenza dei comitati popolari alla lotta dei prigionieri politici palestinesi” che tratterà il tema con vari interventi, senza controparti o confronto di posizioni. Giovedì 3 marzo dalle ore 13.00 presso la Facoltà di Lettere e Filosofia sarà la volta dell’appuntamento che tratterà l’argomento centrale dell’IAW e che noi reputiamo gravissimo per contenuti e per metodo “no alla cooperazione con l’accademia della morte: #Stop Technion” con a seguire pranzo sociale con piatti ad offerta libera, vino e birra all’interno dell’atrio della stessa Facoltà. Alle 19.00 si chiuderà il tutto con un’assemblea studentesca sulla cooperazione tra UNICA e Technion.
L’IAW è un appuntamento internazionale che si svolge in varie sedi e città ed è promosso tra gli altri dal Bds, un movimento che ha come scopo il boicottaggio dello Stato di Israele a livello mondiale per le politiche che starebbe attuando nei cosiddetti “territori occupati” ma che in realtà ne contesta l’esistenza.
I nostri associati, che rappresentano una parte dei tantissimi amici d’Israele in Sardegna non intendono a loro volta boicottare le idee altrui ma segnalarLe la natura fortemente discriminatoria e assolutamente fuori luogo dell’iniziativa che assume l’antisionismo come forma attuale dell’antisemitismo che purtroppo sta risorgendo in Europa e nel mondo.
L’esperienza e la cronaca europea di fatti crudelissimi che ormai oltre a prendere di mira lo Stato ebraico d’Israele, unica Democrazia nel vicino Oriente attraversato da guerre e distruzioni disumane, mostrano come e spesso questo antisemitismo mascherato assume la valenza di fiancheggiamento del terrorismo islamista se non proprio una completa adesione partendo dalla ripetizione pedissequa della loro nefasta propaganda e di attacco mortale a semplici cittadini per il sol fatto di essere ebrei.
E’ di pochi giorni la notizia della volontà del Governo del Regno Unito di contrastare con una apposita legge ogni manifestazione ed azione tendente al boicottaggio d’Israele ed in particolare nel sistema educativo e universitario che si allinea all’azione in questo senso di altri importanti Stati occidentali.
Il nostro disappunto è anche motivato dal fatto che l’Università si esponga e partecipi con i propri docenti e all’interno delle proprie Facoltà a iniziative che promuovono non l’apertura e il dialogo su questioni importanti del nostro tempo ma la discriminazione nei confronti di Stati legittimi e di istituti di ricerca come il Technion, tra i primi a livello mondiali nella ricerca a tutto tondo e col quale auspichiamo che l’Università aumenti la collaborazione assieme a tutta la rete dei Centri di ricerca e aziende d’Israele.
L’Istituto, frutto di un processo creativo iniziato nel 1908 e inaugurato nel 1925, dando vita ad una landa desolata e malarica e che annovera tra i suoi ex-rettori Albert Eistein, in accordo con altre importanti università, tra le quali Cagliari e altri istituti di ricerca nel mondo, collabora allo sviluppo e al progresso tecnologico a livello mondiale.
Il fatto da noi contestato anche perché si svolge in un luogo pubblico contrasta anche con lo spirito di apertura, confronto e ricerca di soluzioni espresso con la manifestazione organizzata dall’Università cagliaritana dal 6 all’8 settembre 2015 presso la Facoltà di Architettura e col Suo personale interessamento, che ha reso possibile la celebrazione della 4th Annual Conference on Israel Studies dell’European Association of Israel Studies che ha visto la partecipazione di studiosi e ricercatori di tutto il mondo .
È opportuno che l’Università entri in merito alle politiche interne di uno Stato mortificandone le eccellenze e promuovendo iniziative politiche che mirano ad isolare anziché riavvicinare le parti, cosa che comunque compete a sedi preposte a tale scopo?
Chi ha idee politiche legali di qualsiasi natura esse siano , dovrebbe manifestarle in altri luoghi e sedi, ma non all’interno di un’Università la quale vive ed opera grazie al contributo di tutti i cittadini e non solo di una parte di essi che pretendono in tal modo di prenderla in ostaggio per promuovere idee politiche o, peggio ancora, posizioni personali su questioni estranee alla ricerca ed allo studio.
E infine Le esprimiamo la nostra più grande preoccupazione che riguarda l’ingresso sotto mentite spoglie nell’Università dell’antisemitismo a distanza di oltre 75 anni dalle infauste leggi razzistiche fasciste e dalle sue nefaste conseguenze, che videro tanti accademici promotori e favorevoli e pochissimi eroi che vi si opposero perdendo il lavoro e spesso costretti all’emigrazione.
Allora, e ad immaginarlo oggi sembra incredibile, la maggioranza degli studenti e dei professori, credeva di essere nel giusto, diffondendo un messaggio non scientifico e non democratico. Ma così non fu.

Cordiali saluti

Mario Carboni, Presidente Associazione Chenàbura-Sardos pro Israele

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