Radio Città Aperta. Per il nostro spazio di approfondimento oggi abbiamo in collegamento Andrea Costa, di Baobab Experience. Buongiorno Andrea
Buongiorno a tutte e buongiorno a tutti
Invece di fare un cappello introduttivo per raccontare, a chi magari non è di Roma e non conosce la realtà del Baobab, forse se ci racconti tu, in poche parole, che cosa è il Baobab e le vicende che nell'ultimo anno l'anno colpito o, comunque, riguardato.
Baobab è uno di quegli esempi di cittadinanza attiva che si mobilita per sostituirsi alle istituzioni quando le istituzioni mancano, nel senso che un anno e mezzo fa avviene a Roma lo sgombero di Ponte Mammolo, un presidio informale dove vivevano alcune centinaia di migranti in transito … Avviene questo sgombero e si riversano centinaia di persone alla stazione Tiburtina, a queste si aggiungono i primi migranti che arrivano dagli sbarchi della primavera scorsa, primavera 2015, formando un nutrito gruppo di persone senza un tetto, senza una casa e senza l'accoglienza in questa città. Subito si attiva intorno alla stazione Tiburtina una rete di solidarietà dei cittadini e delle cittadine che porta poi ad entrare in quello che era un piccolo centro di accoglienza, il centro Baobab, uno dei pochi sopravvissuti a mafia capitale, che però anch'esso era in via di chiusura, perché il comune non intendeva più pagare l'affitto. Viene occupato questo spazio, che da allora fino al 6 dicembre ha ospitato decine di migliaia di migranti transitanti. I migranti transitanti sono quei migranti per cui l'Italia non è la tappa finale del loro viaggio… cercano il ricongiungimento familiare in paesi del nord Europa. E dal 6 dicembre veniamo cacciati, veniamo espulsi dal centro, sgomberati da via Cupa, dal centro. Con un presidio, un info-point, per migranti, durante l'inverno, che resta lì davanti. Diventa poi un piccolo accampamento, si parla di 400-500 persone in transito a via Cupa. Il 30 settembre veniamo sgomberati anche da via Cupa e da allora è iniziata una via Crucis fatta di sgomberi, anche di provocazioni da parte delle forze dell'ordine, che ha fatto sì che oggi siamo nel lato est della stazione Tiburtina, quindi dal lato Pietralata, quello che nel grande libro dei sogni dovrebbe essere l'ingresso principale della stazione. Siamo lì, e ad oggi ci sono 150 migranti. Questa, più o meno, per farla molto in breve. Il tema è sempre quello: si parla di persone che avrebbero diritto a protezione, che hanno diritto all'accoglienza, che ne hanno diritto ancora di più perché vengono da viaggi difficili, fatti di violenza, di lutto, di naufragi, di incidenti nel deserto, di campi di schiavitù in Sudan e in Libia, avrebbero diritto alla protezione e non la trovano e dove non ci sono le istituzioni, una rete di cittadine, cittadini, associazioni, parrocchie, centri sociali invece prova a far vedere che Roma sa anche accogliere.
Quello che colpisce è gli sgomberi che continuano a succedersi quando parliamo di persone che vivono in tende che sono state donate dalla popolazione. E' difficile sgomberare una struttura che non esiste, eppure questo continua ad accadere regolarmente.
Sì, diciamo è quasi una forma di accanimento e, soprattutto, il tema sembra essere quello che non tanto si vuole colpire il migrante, ma si vuole colpire la solidarietà al migrante. Come dire: io Stato non ce la faccio ad accoglierli però non è che mi sostituisci te. Questo fa ancora più rabbia se pensiamo invece a come Prefettura, forze dell'ordine e magistratura si siano comportate a Goro e Gorino dove di fronte invece ad un blocco violento da parte di qualche decina di cittadini del paese per impedire a donne e bambini di trovare alloggio in una locanda … ecco, lì si è fatta marcia indietro. Al Baobab questo non avviene. A Roma, nel 2016, anno del Giubileo della Misericordia questo non succede.
Esatto. So che nei giorni scorsi avete avuto un incontro con Laura Baldassarre, che tra l'altro è assessore alla persona, alla scuola e alla comunità solidale della città di Roma. Quindi la comunità solidale in realtà c'è, perché manifestazioni di vicinanza, di solidarietà, sono arrivate e i cittadini di Roma donando danno il loro contributo. Il problema che manca, invece, il lato istituzionale …
Esattamente. Manca… Fa un po' ridere che chi va al governo, fra l'altro sottolineando venti volte “noi cittadini” “finalmente i cittadini al potere”, poi – come dire – metta un po' i bastoni tra le ruote ad una iniziativa che è organizzata dai cittadini, che non ha nessun secondo fine politico se non quello davvero di provare a porre fine a quella che è una vera e propria emergenza umanitaria. Noi lo diciamo sempre. Abbiamo preso denunce, diffide, ci hanno identificato decine di volte ma per noi non intervenire, e quando dico noi intendo la sinistra e gli attivisti di Baobab Experience ma anche le associazioni che ci sono vicine, Medici per i diritti umani, Medici senza Frontiere, Save the Children, tutti quelli che hanno aiutato, a piccole associazioni, a centri sociali, non intervenire è omissione di soccorso. A nostro avviso – come dire – c'è una grossa complicità in questa omissione di soccorso che va dalle forze politiche di questa città alle istituzioni, a questura e prefettura. Tutte e tutti avranno visto stanotte che pioggia c'è stata. Ecco, immaginate che c'erano 150 persone già provate, insisto, da un viaggio difficile durato un anno, un anno e mezzo, che avrebbero bisogno di supporto psicologico, probabilmente, al loro arrivo qua, che invece hanno dormito sotto la pioggia.
Mi ha colpito molto una vostra frase nei giorni successivi ad uno degli ennesimi sgomberi già alla stazione Tiburtina. In un post scrivevate che in questa città va benissimo dormire buttati per terra sotto il cielo ma dormire buttati per terra sotto invece coperti da una tenda quello no, quello commette un reato. Siamo arrivati a questo punto. Andrea, io ti ringrazio molto. In chiusura volevo chiederti se c'è qualcosa che i cittadini possono continuare a fare, qualcosa di cui c'è particolarmente bisogno … Un contributo che si può dare a Baobab …
Sì. I contributi sono di due tipi: tenere alta l'attenzione sul tema dei migranti, nella fattispecie dei migranti in transito. Secondo invito alla cittadinanza, come peraltro sta già facendo rispondendo a maniera, a mio avviso, molto bella, c'è una grossa riscoperta di una Roma solidale con queste persone, è il fatto di venire lì, portare una coperta, un sacco a pelo, portare latte a lunga conservazione, portare dell'acqua, portare … stiamo parlando di Largo Spadolini, piazzale est della stazione Tiburtina o, capendo il momento di crisi, non tutti hanno da portare qualcosa, anche solo passare, fermarsi 10 minuti a chiacchierare con queste persone probabilmente può dare il senso di una Roma che accoglie.
Benissimo. Grazie Andrea, grazie davvero per essere stato con noi.
Grazie a te. Ciao.
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