"Non per amicizia ma perché stimiamo profondamente Paolo Berdini quale urbanista competente, coraggioso, schierato da sempre a favore degli interessi generali contro la piaga della speculazione, dell’urbanistica contrattata, dei peggiori abusi, chiediamo a lei, sindaca di Roma, di cancellare la “riserva” e di respingere in modo netto le dimissioni presentate da Berdini dal ruolo-chiave di assessore capitolino. Sarebbe un gesto di grande intelligenza politica". Così comincia la lettera, firmata da personalità della cultura nazionale, inviata alla sindaca di Roma Virginia Raggi in merito al caso Berdini.
La lettera è firmata da Alberto Asor Rosa, Alessandro Bianchi, Pier Luigi Cervellati, Nino Criscenti, Vezio De Lucia, Andrea e Vittorio Emiliani, Maria Pia Guermandi, Adriano La Regina, Elisabetta Kelescian, Eugenio Lo Sardo, Paolo Maddalena, Cristiana Mancinelli Scotti, Tomaso Montanari, Gaia Pallottino, Fulco Pratesi, Vittorio Roidi, Bernardo Rossi Doria, Carla Sepe, Orietta Rossini, Lorena Timi, Gualtiero Alunni.
"Quanti credono che a Roma, dopo tanti, troppi anni di governo del territorio realizzato con l’assenso dei principali detentori di aree, dei maggiori costruttori e immobiliaristi, si debba risolutamente voltare pagina – aggiungono – la chiamata di Paolo Berdini nella Giunta capitolina da parte dell’attuale maggioranza rappresenta un atto di radicale novità e una garanzia di storica discontinuità rispetto ai pesanti fardelli e ai guasti speculativi del passato che hanno sfigurato Roma e cementificato l’Agro. Un incidente frutto di una desolante smania di «scoop» ad ogni costo non può, non deve bloccare un processo di riforma dell’urbanistica romana che può risultare davvero epocale. Si farebbe ancora una volta il gioco dei cementificatori e dei distruttori di Roma" scrivono i firmatari di questa lettera/appello alla sindaca Raggi.
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